• GIUDICE SPORTIVO, UN TURNO CASALINGO A PORTE CHIUSE PER IL NAPOLI •

5/12/2006

(GIUSEPPE PALMIERI / foto di Felice De Martino) - Ci si attendeva la stangata. E’ arrivata una punizione severa per il Napoli dal Giudice Sportivo Giampaolo Tosel, ma, fortunatamente, non una vera e propria stangata. Un turno casalingo, il prossimo impegno del 16 dicembre contro il Mantova, da disputare lontano dalle mura amiche e nel silenzio di un impianto a porte chiuse.
E’ questa dunque la decisione che va a colpire la società azzurra in un momento delicato della stagione, dopo il deludente pareggio interno con il Frosinone ed in vista della delicata trasferta di Cesena di lunedì prossimo e del doppio confronto casalingo, che a questo punto riguarda solo per metà il San Paolo, con Mantova e Brescia. Un momento in cui il Napoli aveva sicuramente bisogno del calore dei suoi sostenitori, ai quali dovrà rinunciare nella sfida con il temibile Mantova di mister Di Carlo a causa delle inutili intemperanze di alcuni “pseudo-tifosi”.
Sono state due settimane difficili per quello che è successo attorno alla società di De Laurentiis. Dagli incidenti di Pescara nei quali è rimasto coinvolto il giovane Gianluca, che oggi, fortunatamente, è uscito dal coma, alle dichiarazioni del Presidente della Lega Matarrese, che aveva preannunciato la linea dura in caso di nuove intemperanze dei tifosi azzurri, al civilissimo sciopero del tifo partenopeo che ha caratterizzato la gara con il Frosinone, fino ai boati provocati da quei petardi lanciati dal settore Distinti, che avevano l’unico scopo di colpire il Napoli. E ci sono riusciti.
Il presidente del Napoli aveva chiesto clemenza al Giudice Sportivo, proprio allo scopo di non darla vinta a coloro che vogliono solamente il male del Napoli e del calcio. Il suo appello è caduto inascoltato. O solo in parte, perché nei giorni scorsi è circolata anche la voce di una possibile squalifica di tre turni del San Paolo.
Quindi il Napoli giocherà contro il Mantova nel silenzio totale di un impianto deserto. Una vera e propria negazione del gioco del calcio, abituato ai rumori, ai colori e alle urla assordanti di uno stadio. Resta l’amarezza per le difficoltà che alcuni personaggi riescono ad innescare sulla strada del “progetto Napoli” di De Laurentiis e Marino e la speranza che questo mini-esilio forzato, insieme all’impegno di tutti, dalle massime autorità cittadine (appelli in tal senso sono giunti anche dal sindaco Iervolino e dal cardinale Sepe) alla gente comune, possa impedire nuovi, tristi episodi che vanno solo a discapito della squadra azzurra e di un’intera città che sta cercando di rialzare la testa.
 

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