(GIUSEPPE PALMIERI
/ foto di Felice De
Martino) - Ci si
attendeva la stangata.
E’ arrivata una
punizione severa per il
Napoli dal Giudice
Sportivo Giampaolo Tosel,
ma, fortunatamente, non
una vera e propria
stangata. Un turno
casalingo, il prossimo
impegno del 16 dicembre
contro il Mantova, da
disputare lontano dalle
mura amiche e nel
silenzio di un impianto
a porte chiuse.
E’ questa dunque la
decisione che va a
colpire la società
azzurra in un momento
delicato della stagione,
dopo il deludente
pareggio interno con il
Frosinone ed in vista
della delicata trasferta
di Cesena di lunedì
prossimo e del doppio
confronto casalingo, che
a questo punto riguarda
solo per metà il San
Paolo, con Mantova e
Brescia. Un momento in
cui il Napoli aveva
sicuramente bisogno del
calore dei suoi
sostenitori, ai quali
dovrà rinunciare nella
sfida con il temibile
Mantova di mister Di
Carlo a causa delle
inutili intemperanze di
alcuni “pseudo-tifosi”.
Sono state due settimane
difficili per quello che
è successo attorno alla
società di De Laurentiis.
Dagli incidenti di
Pescara nei quali è
rimasto coinvolto il
giovane Gianluca, che
oggi, fortunatamente, è
uscito dal coma, alle
dichiarazioni del
Presidente della Lega
Matarrese, che aveva
preannunciato la linea
dura in caso di nuove
intemperanze dei tifosi
azzurri, al civilissimo
sciopero del tifo
partenopeo che ha
caratterizzato la gara
con il Frosinone, fino
ai boati provocati da
quei petardi lanciati
dal settore Distinti,
che avevano l’unico
scopo di colpire il
Napoli. E ci sono
riusciti.
Il presidente del Napoli
aveva chiesto clemenza
al Giudice Sportivo,
proprio allo scopo di
non darla vinta a coloro
che vogliono solamente
il male del Napoli e del
calcio. Il suo appello è
caduto inascoltato. O
solo in parte, perché
nei giorni scorsi è
circolata anche la voce
di una possibile
squalifica di tre turni
del San Paolo.
Quindi il Napoli
giocherà contro il
Mantova nel silenzio
totale di un impianto
deserto. Una vera e
propria negazione del
gioco del calcio,
abituato ai rumori, ai
colori e alle urla
assordanti di uno
stadio. Resta l’amarezza
per le difficoltà che
alcuni personaggi
riescono ad innescare
sulla strada del
“progetto Napoli” di De
Laurentiis e Marino e la
speranza che questo
mini-esilio forzato,
insieme all’impegno di
tutti, dalle massime
autorità cittadine
(appelli in tal senso
sono giunti anche dal
sindaco Iervolino e dal
cardinale Sepe) alla
gente comune, possa
impedire nuovi, tristi
episodi che vanno solo a
discapito della squadra
azzurra e di un’intera
città che sta cercando
di rialzare la testa.