27/9/2007
(MAURIZIO LONGHI) -
Perché rovinare una
festa in questo modo? I
tifosi di Napoli e Genoa
si stavano già
preparando per dare vita
ai loro atti d’affetto
che avvengono
puntualmente ogni
qualvolta si incontrano
in campionato, ma la
doccia fredda arrivata
nel pomeriggio ha gelato
gli animi di entrambe le
tifoserie, soprattutto
di quella napoletana: la
gara si giocherà a porte
chiuse. Una scelta
sicuramente precipitosa
e improvvida che non fa
altro che danneggiare il
Napoli in un momento
d’oro per la squadra.
Non è giusto che, a
causa dell’intemperanza
dei soliti teppisti, il
resto di una tifoseria
così calorosa e
passionale, debba essere
costretta a guardare da
lontano una partita che
vale tanto. Così come
non è giusto privare la
gente partenopea di
festeggiare un periodo
atteso da tanti anni
attenuando in parte un
entusiasmo derivante
dagli ottimi risultati
che stanno ottenendo gli
azzurri. Non era il caso
di prendere una
decisione così
affrettata, anche perché
sembra che solo a Napoli
questi eventi vengano
ingigantiti sempre in
maniera eccessiva. Ma
quali sono stati i
motivi che hanno
suggerito la Lega Calcio
a prendere questa
posizione così rigida?
Il movente è stato
rappresentato dagli
striscioni ingiuriosi
esposti dai tifosi del
Napoli nei confronti
della squadra
avversaria, e ad
aggravare la situazione
c’è stato anche il
lancio di fumogeni e
bottigliette. Beh,
questi sono episodi da
censurare, ma, viste le
decisioni che vengono
adottate, pare che solo
Napoli sia l’epicentro
di questi fatti
incresciosi, mentre non
è affatto così, quando
da altre parti si cerca
sempre di minimizzare.
Questi episodi si stanno
verificando con
frequenza negli stadi,
sarebbe ora che si
prendessero delle
decisioni eque, senza
penalizzare
ingiustamente squadre e
città a cui vengono
riservati dei
trattamenti più duri.
Saranno sicuramente
amareggiati sia i tifosi
del Napoli che quelli
del Genoa, che avrebbero
voluto animare la
domenica sportiva
dimostrando che nel
calcio ci può essere
l’affetto anche tra due
tifoserie che sono
costrette a contendersi
sul campo i successi
sportivi. Dopo la festa
avvenuta lo scorso 10
giugno in quel di Genova
per la promozione in A
di entrambe le squadre,
sarebbe stato uno spot
fantastico per il calcio
vedere uno stadio in
festa con relativo
scambio di sciarpe e
bandiere. Purtroppo,
qualcuno dai vertici del
calcio, ha deciso di
impedire un evento
importante per lo sport
in generale danneggiando
soprattutto una squadra
come il Napoli che sta
vivendo il suo sogno più
bello dopo aver marcito
nelle categoria
inferiori. Ma questo
cammino positivo degli
azzurri in campionato è
destinato a non durare a
lungo se arrivano degli
intoppi che non hanno
nulla a che fare con il
calcio giocato. I
partenopei sperano di
essere più forti anche
dei vertici del calcio
che probabilmente
vorranno far scontare
delle pene ad una città
che nel calcio ne ha già
scontate tante in modo
ingiusto ed eccessivo.
Non è la prima volta che
Napoli è costretta a
pagare a caro prezzo
questi episodi, ora è
meglio che la società
partenopea si attivi per
ghettizzare questi
facinorosi che
danneggiano l’immagina
di una città che in
queste settimane ha
occupato le prime pagine
dei giornali per la
passione della propria
gente. È inutile fare
finta di niente e
chiudere tutto in una
bolla di sapone, è
arrivato il momento di
farsi sentire e
allontanare questi
teppisti che devono
pagare gli atti
vandalici che compiono
reiteratamente. Bisogna
che si faccia una
pulizia generale, perché
le conseguenze possono
essere dannose, ci si
augura che questo non si
ripeta più, anche perché
quando si tratta di
Napoli si conoscono già
a priori le decisioni
che vengono prese.
Sperando che la
situazione possa avere
dei miglioramenti, resta
il rammarico per una
decisione volta a
danneggiare una squadra
che sarà chiamata a
rispondere sul campo
alle ingiustizie che
arrivano da chi dovrebbe
gestire un calcio che
sembra andare allo
sbaraglio.
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