16/11/2006
(VINCENZO LETIZIA)
- E’ da un bel po’ che
si è instaurata nei
rapporti tra l’ufficio
stampa del Napoli e
tanti giornalisti
un’odiosa prassi. A
molti colleghi, ed anche
a questo giornale, da
circa un mese viene
impedito di lavorare
serenamente. Nella
giornata del 08.11.2006
l’agenzia di stampa
“PianetAzzurro Notizie”
ha subito
un’intollerabile
affronto da parte
dell’addetto stampa
della S.S.C. Napoli: il
tristemente noto Guido
Baldari (nella foto), il
quale ha ben pensato di
comunicarci, con una
sconcertante telefonata,
la mancata concessione
dell’accredito (nostro
sacrosanto diritto) in
occasione del match di
coppa Italia
Napoli-Parma. Il motivo
addotto dal succitato
personaggio non è di
natura organizzativa,
nel nome di una
“fantomatica”
turnazione, ma sarebbe,
per sua stessa
ammissione, una reazione
della società alla
nostra condotta
editoriale troppo “poco
morbida” (mi sia
concesso l’eufemismo)
nei riguardi
dell’attuale momento di
forma della squadra. E’
dunque guerra aperta
agli organi
d’informazione. Saremmo
noi i colpevoli
dell’attuale grigiore
tecnico e societario.
Veniamo trattati come se
avessimo il potere di
condizionare migliaia di
tifosi, aizzandoli
contro il tecnico, il
direttore generale ed
alcuni calciatori. Mai
creduto di possedere un
simile dono.
L’illazione, oltretutto,
rappresenta un’offesa ai
tifosi, incapaci
(secondo la società) di
elaborare valutazioni ed
opinioni proprie,
indipendenti dai
commenti della stampa.
Questo è un attacco
ingiustificato alla
libertà di stampa, di
cronaca e di pensiero,
preparato ad arte da
persone evidentemente
poco avvezze al dialogo
e al confronto. Dunque
la guerra alla stampa
libera continua. Dopo
che De Laurentiis con
arroganza ha offeso in
modo del tutto gratuito
una collega (definendola
“stolta”), rea solamente
di avergli posto una
domanda intelligente e
“non pilotata” sui
problemi della squadra,
anche, e diremmo
soprattutto Marino si è
industriato a sparare
autentiche bordate a chi
fa dell’informazione
libera. Il direttore
generale, ha ritenuto di
affermare che i
giornalisti sono
“ballerini” e che coloro
i quali fanno opinione
in tv o in radio sono
dei falliti. Davvero non
male per noi giornalisti
essere poi definiti dei
terroristi ed essere
privati del sacrosanto
diritto di esercitare il
diritto di cronaca,
costituzionalmente
garantito. Pensavamo di
essere solitaria vittima
dei reiterati affronti
di Baldari e soci,
invece, grazie a
numerose testimonianze
di solidarietà di altri
colleghi, abbiamo
appreso che il fenomeno
è molto più dilatato di
quello che a prima vista
sembrava.
Angelo Pompameo,
vergognosamente
aggredito da alcuni
pseudo tifosi nel corso
del match di basket di
Eurolega, Eldo
Napoli-Aris Salonicco,
si è fatto un’idea sul
perché di questo vile
atto: “Sono consapevole
di essere un giornalista
scomodo a molti, perchè
mi occupo spesso di
diverse inchieste, anche
lontane dal mondo dello
sport. L’ultima
inchiesta che ho svolto
è quella sul calcio
Napoli, avevo fatto
vedere documenti
riguardanti i vertici
societari e forse è
questo che ha scatenato
l’ira di qualche
delinquente nei miei
confronti. Questa è la
quarta aggressione che
subisco, prima una
macchina sfasciata, poi
le ruote bucate e come
se non bastasse, anche
gli striscioni allo
stadio”.
Il giornalista Pompaneo
ci fornisce un’ulteriore
testimonianza sul modo
di gestire i rapporti
con i giornalisti da
parte della S.s.c.n.
“Per la prima volta
nella storia,
recentemente ad un
incontro con la stampa è
stata invitata solo una
parte di essa, adducendo
l’ufficio stampa del
club azzurro futili
motivi legati a
disposizioni della Lega
calcio, che però
interpellata ha detto di
non saperne nulla. E’ un
fatto davvero grave ed
inaccettabile per la
totalità
dell’informazione,
perché altrimenti
avremmo una
moltiplicazione di idee
totali asservita a chi
paga. Al di là di questo
bisogna sottolineare che
mi dispiace che le
quattro emittenti
invitate alla conferenza
stampa del Napoli sono
rimaste lì ad operare da
sole. Da ciò si è evinto
che queste quattro
prestigiosi emittenti
sono al servizio della
società partenopea.
Facendolo capire in
questo modo il Napoli
non ha fatto un buon
servizio a se stesso:
rimanendo lì hanno avuto
lo svantaggio che la
gente capirà che queste
emittenti hanno altri
interessi rispetto
all’informazione”.
Angelo Pompaneo ha una
sua teoria su questa
allucinante vicenda: “Il
Napoli ha un duo che
commette tante
leggerezze: pensare che
i giornalisti siano
stolti, disattenti,
terroristi e ballerini,
credo sia dovuto al
fatto che questa società
è nervosa; penso che sia
a causa del carico di
lavoro che loro hanno,
vietare gli accrediti,
doversi far inseguire,
non rispondere al
telefono, organizzare
conferenze stampa di cui
pochi sono a conoscenza
ecc. Non è una guerra di
favori, le precedenti
società i favori li
facevano, ma in modo
diverso, ma Naldi e
Corbelli non si sono mai
sognati di vietare
l’ingresso allo stadio
ad operatori
dell’informazione”. Il
giornalista di
Telelibera lancia poi un
messaggio chiaro a chi
vorrebbe addomesticare
la critica: “Una cosa è
essere tifosi, altra
cosa è farsi raccontare
cosa dire, scrivere: noi
non siamo portavoce,
reggimicrofono, siamo
giornalisti”. Il collega
Angelo Pompaneo è un
fiume in piena: “Non
possiamo pensare che ci
siano giornalisti di
serie A e di serie B
solo perché alcuni
comprano i diritti o
hanno favori. Durante la
settimana tutti devono
essere uguali, dalle
emittenti gloriose come
Canale 21, TVLuna, Tele
Libera, NapoliTV, Canale
8, Televomero, alle
radio e soprattutto i
siti, che oggi contano
più delle radio e delle
TV poiché sono sempre
attivi a differenza di
radio e televisioni, ed
ospitano migliaia di
lettori”.
Anche Liberato Ferrara,
noto opinionista su
diverse emittenti
televisive e
responsabile del sito
Mondonapoli, esprime
solidarietà ai colleghi
vittima dell’ostracismo
da parte dell’ufficio
stampa del Napoli:
“Francamente la storia
turnazione in tribuna
stampa al San Paolo è
una barzelletta. Vi si
trova di tutto, nani,
ballerini e quanto
altro. Risulta difficile
pensare che sia
necessario alternare la
presenza dei
giornalisti.. Insomma,
la scusa non reggerebbe.
Per il resto, caro
Vincenzo, faccio due
riflessioni. La prima
generale: essere in
questo momento sul
presunto libro nero del
Napoli non deve essere
troppo malvagio, visto
che sei in buona e
qualificatissima
compagnia. La pretesa di
avere una stampa prona è
di tutti coloro che sono
oggetto di informazione.
Alla stampa si chiede
aiuto nel lanciare
messaggi, ma poi al
momento in cui arrivano
le critiche… Tra l’altro
trovo particolarmente
gravi le parole di De
Laurentiis che parla di
terrorismo. In una città
come Napoli ci vuole
poco ad innescare una
bomba. In passato
giornalisti sono stati
aggrediti, qualcuno ha
avuto l’auto bruciata.
Non vorremmo che episodi
del genere si
ripetessero.
Seconda riflessione. C’è
un ostracismo latente
nei confronti dei
giornalisti che operano
su Internet. Un
ostracismo, spiace
dirlo, soprattutto da
parte di altri colleghi.
Da una parte si vede
Internet come un nemico.
La tua agenzia fa un
lavoro eccezionale. Ma
brucia i giornali.
Perché quando pubblicate
le dichiarazioni e le
notizie in tempo reale,
è chiaro che i giornali
vanno in difficoltà. Ma
questo è il futuro,
anzi, è il presente in
buona parte del mondo. I
giornali cartacei
dovranno subire un
profondo cambiamento, se
non vogliono scomparire,
fermo restando che in
futuro mi sembra
difficile continuare a
sostenere un mezzo di
informazione che bisogna
andare a comprare in
edicola, e che spesso al
momento stesso in cui lo
compri è superato dai
fatti, e che per altro
ha costi di stampa e
diffusione elevatissimi.Oltre
alla preoccupazione dei
colleghi, c’è per altro
la totale incomprensione
del fenomeno. In America
Internet ha già superato
la televisione. In
Italia non ancora, ma è
già di gran lunga più
diffuso dei quotidiani
cartacei. Oggi, per
motivi di prestigio, si
continua a dare più
importanza in certi
rapporti alla carta
stampata che alle
televisioni locali.
Eppur basterebbe
guardare i dati Auditel
per capire chi è più
seguito. Basterebbe
consultare qualsiasi
contatore e vedere le
pagine visitate del tuo
sito Internet per capire
che è più letto di
qualsiasi articolo
pubblicato in una pagina
sportiva di un
quotidiano. Qui non si
tratta di voler chiudere
le porte al futuro, si
tratta di non rendersi
conto del presente.La
battaglia da fare
sarebbe un’altra:
qualificare i siti
Internet, valorizzando
quelli che sono fatti
bene, e da giornalisti
qualificati. Perché oggi
basta nulla per aprire
un blog e scrivere
quello che ti pare. E
non è giusto. Non si può
impedire a nessuno di
farlo, ovvio. Ma Ordine
e Associazione della
Stampa dovrebbero
vigilare, dando la
qualifica di giornalista
a chi davvero lo è. Per
il resto la pretesa del
Calcio Napoli di
controllare
l’informazione si
commenta da sola. E
fotografa il momento
della società: se le
cose andassero bene…”.
Questo il pensiero di
Paolo Del Genio, punta
di diamante
dell’informazione di
Telecaprisport: “Credo
che quanto fatto dall’USSI
e dall’Ordine che ha
stigmatizzato questo
atteggiamento della SSC
Napoli sia giustissimo:
non è infatti
tollerabile che ad
alcuni colleghi venga
impedito di lavorare.
Bisogna, infatti,
lasciare spazio a tutti
quanti per esprimere le
proprie opinioni
liberamente. Non riesco
a spiegarmi perché stia
succedendo questo, la
società deve comportarsi
diversamente rispetto ai
mezzi di informazione a
Napoli: credo che presto
si dovrà chiarire questa
situazione. Perché si
deteriori un rapporto
bisogna che qualcuno
abbia oltrepassato certi
limiti, abbia offeso
Reja o Marino sul piano
personale, ma non credo
che sia successo
questo”.
Questa la testimonianza
di Gennaro Annunziata,
valente fotoreporter
freelance e responsabile
del sito SoloNapoli.com:
“Caro Direttore, ho
letto con sconcerto il
tuo articolo sul mancato
accredito della tua
testata per la gara di
Coppa Italia tra Napoli
e Parma e desidero
esprimerti la mia
personale solidarietà
per
l’inqualificabile comportamento
tenuto da chi dirige
l’ufficio stampa della
SSC Napoli. Chi ti
scrive è stato a sua
volta vittima di tale
gestione, che non
esiterei a definire
dilettantistica, in
occasione del big match
Napoli-Juventus di
lunedi
scorso. Accreditato
dalla testata
giornalistica Sportal,
mi sono recato allo
stadio per svolgere il
mio servizio ma al
momento di ritirare
l’accredito mi è stato
comunicato che il mio
nome non era in lista
per una non meglio
specificata selezione
mirata a ridurre le
presenze a bordo campo.
Orbene, senza entrare
nel merito dei criteri
scelti per effettuare la
selezione, ritengo
oltremodo offensivo
della mia dignità
professionale e di
individuo che i
responsabili
dell’ufficio stampa non
abbiano avvertito la
redazione di Sportal
evitandomi così un
viaggio disagevole ed
un’esperienza
frustrante. Continuo a
sperare, ma di certo mi
illudo, in una netta
presa di posizione delle
organizzazioni di
categoria, che
dovrebbero ricordarsi di
noi, anche piccoli
operatori
dell’informazione, non
solo quando ci sono da
riscuotere quote annuali
o chiedere voti...”.
Luigi Giordano,
caporedattore di
Pianetanapoli ci scrive:
“Devo denunciare che la
SSC Calcio Napoli
società il cui
presidente De Laurentiis
è uomo di comunicazione,
ci impedisce oramai da
quasi un mese l’accesso
alla tribuna stampa
dello stadio San Paolo.
Dietro le motivazioni di
una pretestuosa
turnazione che in realtà
non esiste, essendo gli
altri siti sul Napoli
(anche quelli che non
sono testate
giornalistiche come la
nostra) sempre presenti
in tribuna stampa, si
nasconde in realtà una
politica della società
azzurra in spregio della
libertà di opininone e
di pensiero, atta a
tappare la bocca e
svilire le testate
giornalistiche che hanno
il coraggio di
denunciare con una
critica costruttiva i
disagi sul campo e non
della squadra del
Napoli. Il Sig. Baldari
capo dell’ Ufficio
Stampa ha fatto
pressioni soventi sulla
nostra testata al fine
di avere una linea
morbida pro- società,
per il fatto di
non esserci voluti
piegare e di aver deciso
di rimanere liberi nel
nostro fare giornalismo
corretto, ha ritenuto di
impedire in modo
incostituzionale di
esercitare il sacrosanto
diritto di cronaca”.
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