(Dagli inviati
VINCENZO LETIZIA e
ROSA CIANCIO) -
Grandi emozioni
all’auditorium della Rai
di Napoli per la
presentazione dell’opera
realizzata da Gianni
Minà per la Gazzetta
dello Sport con la
collaborazione di Rai
Trade. Si tratta di 10
dvd da tre ore l’uno in
edicola con la Gazzetta
che raccontano tutta la
vita di Diego
Armando Maradona
.
Un lungo applauso della
platea, completamente
gremita, ha salutato le
immagini proiettate dai
due maxi schermi
dell’auditorium di
alcuni gol messi a segno
dal ‘Pibe de Oro’.
Presenti all’evento
ovviamente noi di
PianetAzzurro e molti
protagonisti dell’epoca
d’oro, tra cui il grande
Salvatore Bagni, il
direttore Antonio
Juliano che acquistò il
Pibe de Oro dal
Barcellona; ‘pal'e
fierr’ Giuseppe
Bruscolotti; Gianni Di
Marzio, colui che scoprì
per primo Maradona; Ciro
Muro, grande talento e
sostituto naturale di
Diego; Antonio Filardi,
sublime promessa
dell’epoca; l’attuale
allenatore della
Primavera azzurra, Gigi
Caffarelli; il
fludificante che segnò
alla Juventus a Torino,
Antonio Volpecina, che
oggi servirebbe come il
pane a Reja. Grandi
applausi soprattutto per
il massaggiatore storico
del Napoli e grande
amico di Maradona,
Salvatore Carmando.
Tanti anche i
giornalisti che 20 anni
fa seguirono le vicende
del Napoli e di Maradona,
su tutti Luigi Necco,
mitico commentatore dei
pomeriggi di ‘90esimo
minuto’, icona di un
modo romantico di vivere
un calcio che ormai non
esiste più. Tra gli
ospiti d’onore anche il
presidente del Napoli
Basket, avv. Mario
Maione spesso vicino, in
passato, ad acquistare
il Napoli.
Mattatore della serata,
l’illustre collega
Gianni Minà che ha
condotto il salotto
(nella foto) che sul
palco dell’auditorium ha
ospitato Di Marzio,
Bruscolotti, Antonio
Iuliano e Salvatore
Bagni.
Belle le parole del
“guerriero azzurro”,
Bagni ,
che Juliano prelevò
dall’Inter: “Con
Diego inizialmente c’è
stato qualche scontro,
poi ci siamo un po’ alla
volta avvicinati fino a
diventare grandi amici.
Lui era un grande in
campo, ma anche fuori
dal terreno verde. Gli
sono stato vicino nei
momenti difficili, ma se
in lui non fosse
scattato qualcosa nella
sua testa non sarebbe
mai potuto uscire dal
suo problema. Spero che
prima o poi si riesca ad
organizzare una grande
festa a Napoli per Diego”.
Di Marzio
fu il primo a
scoprire il ‘Dio del
calcio’: “Lo vidi
per la prima volta a
Villa Fiorito. In pochi
minuti fece delle cose
straordinarie, ne rimasi
sbalordito e lo segnalai
al Napoli. Al ragazzo
profetizzai che un
giorno sarebbe venuto a
Napoli”.
Antonio Iuliano
racconta da
dove nacque l’idea di
portare Maradona da noi:
“Una sera mia moglie
mi disse, ora che sei
diventato direttore
generale del Napoli devi
prendere il meglio che
c’è. Provai a ingaggiare
anche Platini. La
trattativa fu
estenuante, già allora
che ero giovane fui
colpito
dall’esaurimento… Sono
dovuto restare 40 giorni
a Barcellona per
concludere la trattativa
con Maradona. Diego
voleva venire al Napoli
e andar via dal
Barcellona e si sa che
quando un giocatore
vuole andar via da una
squadra la società deve
lasciarlo andare.
Friggevamo il pesce con
l'acqua, non c'erano
soldi e andai alla Banca
del Centro-Sud e chiesi
un 'prestito' per poter
strappare Diego al
Barcellona: servivano
per il trasferimento di
Maradona 7 milioni di
dollari in tre anni.
Poi, fu scelta la Banca
della Provincia di
Napoli perchè nel
Consiglio di
Amministrazione c'erano
alcuni membri che
avevano interessi con
quest'ultima. Alla fine,
l'operazione ci costò
150 milioni, mentre
utilizzando la Banca
Centro Sud l'affare non
ci sarebbe costato
nulla. Cercavamo di
dilazionare il pagamento
dei giocatori acquistati
con pagamenti
dilazionati in tempi
molto lunghi. Anche
nell’80 prendere Kroll
dal Vancouver fu una
cosa straordinaria, ma
nonostante tutto questo,
Ferlaino mi ha sempre
voluto punire sul più
bello”.
Giuseppe Bruscolotti
fa presente a ‘Totonno’
che forse l’errore fu
quello di non accettare
di lavorare con Italo
Allodi, Iuliano ribatte
con ironia: “Io sono
stato prima un
calciatore e poi un
dirigente, evidentemente
non avevo l’istruzione
oxfordiana per operare
con un tale personaggio,
io resto sempre un uomo
di San Giovanni a
Teduccio che ama il
Napoli… Non ho mai avuto
dalla società la
possibilità di
continuare la mia opera.
Ferlaino mi chiamava
solo quando era con
l'acqua alla gola. Il
mio Napoli, anche quando
ero calciatore, si è
sempre fatto rispettare”.
Giuseppe Bruscolotti
racconta il suo rapporto
con Diego Maradona: "Ho
avuto la fortuna di
essere il capitano di
una squadra di veri
uomini, ci guardavamo in
faccia e ci capivamo.
Sono una persona
disponibile ed onesta,
lo fui anche con Diego
al quale subito dissi,
mi aspetto da te che
possiamo vincere
qualcosa soprattutto ora
che mi avvio alla fine
della carriera".
Bruscolotti fu subito
rapito dall'immensa
classe del campione
argentino: "Quello
che faceva Diego in
allenamente era un
qualcosa di incredibile,
abbiamo avuto un ottimo
rapporto di stima
reciproca fin
dall'inizio. Tutti i
compagni lo adoravano
perchè lui era sempre in
prima linea a difendere
il Napoli. Ricordo che
quando andavamo a
giocare al Nord i tifosi
avversari ci insultavano
pesantemente e Carmando
piangeva e Diego si
arrabbiava moltissimo.
Poi, quando abbiamo
iniziato a vincere lui
godeva moltissimo anche
per questo senso di
rivalsa".
Per chiudere,
Gianni Minà,
prima di far partire le
immagini
dell’emozionante festa
di 20 anni fa, chiarisce
perché secondo lui Diego
Maratona è stato più
grande di Pelè: “Diego
ha fatto costre
straordinarie, disumane,
in un epoca in cui nel
calcio c’era il
pressing…”.
Partono le immagini
della festa scudetto di
20 anni fa, in cui tutti
gli artisti napoletani
si riunirono
straordinariamente
nell’Auditorium della
Rai, per celebrare quel
grande Napoli che ancora
oggi emoziona e ci fa
comprendere come, non
solo la squadra, ma il
calcio in generale, sia
troppo cambiato, in
peggio purtroppo…