29/9/2007
(GIUSEPPE PALMIERI) -
Avvilente. E' davvero
avvilente assistere ogni
sabato, domenica, giorno
infrasettimanale di
coppe, al mero
spettacolo che offrono
le tifoserie italiane
all'interno ed esterno
degli impianti sportivi,
con violenti e continui
scontri.
Oggi pomeriggio,
nell'immediata vigilia
dello scontro al vertice
della sesta giornata,
tra Roma e Inter allo
stadio Olimpico,
violenti scontri si sono
verificati nelle zone
antistanti lo stadio,
con l'accoltellamento di
due giovani nei pressi
di Ponte Milvio. Analogo
episodio è avvenuto per
il derby della Lanterna
Samp-Genoa. Per non
parlare dei tifosi della
Lazio, cui è stato
applicato il Daspo, che
sono stati trovati ad un
autogrill ad aspettare
il tifosi del Napoli
diretti ad Empoli con
tanto di armamentario da
pesante guerriglia. E il
lancio di bottigliette
di Reggio che ha
costretto alla
momentanea interruzione
della partita. E' una
guerra? No, è solo uno
sport.
Ma, ancora più
avvilenti, sono, a volte
le decisioni del Giudice
Sportivo e
dell'Osservatorio del
Viminale per la
sicurezza negli stadi.
Il San Paolo, come tutti
sappiamo, è squalificato
per il lancio della
bottiglietta di yogurt
che ha colpito un
guardalinee. Giusto,
anzi sacrosanto se
contro i fenomeni di
teppismo fosse applicata
il pugno di ferro. Ma
non è cosi. O non lo è
quando non si parla di
Napoli. Negli episodi
sopra elencati, la
Disciplinare ha chiuso
un occhio, punendo le
società con delle multe.
Ovviamente, dopo la
linea dura che si è
decisa di applicare
sull'episodio del San
Paolo, ci aspettiamo
sanzioni molto dure per
gli accoltellamenti
dell'Olimpico. Ma non ne
siamo troppo sicuri.
Intanto allo sport tutto
è stato negato lo
spettacolo che offre da
vent'anni il gemellaggio
tra i tifosi partenopei
e quelli genoani. Giusto
cosi? No, stavolta si è
persa una buona
occasione per dare un
segnale agli idioti che
non gliela si dà vinta,
di fare un atto di buon
senso, e di non far
sentire la gente di
Napoli discriminata
davanti alla giustizia.
Ma, ancora più grave, è
la decisione
dell'Osservatorio che ha
vietato la trasferta al
Meazza contro l'Inter ai
tifosi azzurri. In una
gara che nel capoluogo
campano è attesa da
sette anni, che non ha
mai visto episodi di
rilevante gravità, ai
tifosi del Napoli è
vietato recarsi a
Milano. Questo altro non
è che discriminazione.
Altro che prevenzione.
Sono provvedimenti che
in serie A si sentono
solo riguardo al Napoli.
Allora se vogliamo usare
questa prevenzione
facciamo disputare il
derby di Roma a porte
chiuse. Cosi non ci sono
gli incidenti. Li si
ripetono incidenti ogni
anno, ma non si prendono
provvedimenti che
facciano giocare la
partita davanti solo
alla tifoseria della
squadra ospitante, o nel
silenzio di un impianto
a porte chiuse. No, a
Roma no. E' assurdo.
Anche perchè se hanno
vietato la trasferta del
Meazza, ai tifosi del
Napoli sarà vietata, con
ogni probabilità, anche
la trasferta romana, con
entrambe le compagini
della Capitale, quella
di Bergamo, quella di
Cagliari, e quella
genovese con la
Sampdoria. Perchè esiste
un nugolo di teppisti, o
di persone che usano il
calcio come alibi per
fare violenza, una città
intera, e una tifoseria
fatta di 6 milioni di
tifosi, deve essere
sistematicamente,
preventivamente, privata
di seguire la propria
squadra del cuore. Ci
aggiungo ingiustamente.
Se questa è giustizia,
questa viene esercitata
solo a Napoli e la
società azzurra, che ha
riportato in alto questa
squadra, ora deve farsi
sentire, per non
permettere, ancora una
volta, che questa città
venga discriminata. Ora
siamo in serie A, e da
tali vogliamo esser
trattati.
Che Napoli, da questa
triste domenica che
domani vedrà la gara col
Genoa disputata nel
silenzio, si comporti da
modello di tifoseria per
il resto d'Italia, in
modo che la finiscano
con gli stupidi luoghi
comuni che ci precedono
ovunque, e che la
giustizia sportiva si
ricordi di trattare
Napoli e il Napoli alla
stessa stregua di Roma,
Milano e qualsiasi altra
squadra o città
italiana.
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