• UNA RACCOLTA DI TUTTE LE DICHIARAZIONI DI DE LAURENTIIS: “VOGLIO UN NAPOLI MONDIALE” •

30/3/2005
(dal mensile di Marzo, Michele Caiafa) - Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato, in questi mesi, dichiarazioni importanti sul progetto che ha in mente per rendere il Napoli ma anche la città di Napoli leader fra le metropoli del mondo. PianetAzzurro le ha raccolte tutte e ve le proponiamo in questa che può essere considerata un’unica intervistona virtuale con parole, concetti ed obiettivi fin qui disquisiti dal nostro grande presidente: “Bisogna recuperare il concetto di internazionalizzazione del nostro Paese. E nel mondo cosa c’è più internazionale di Napoli e di più drammaticamente spettacolare dell’evento calcistico? Nulla. Niente crea la stessa attesa, la stessa tensione, l’identica fibrillazione perché quando giochi una partita di calcio non sai mai come finisce”. Napoli e il calcio sono dunque un binomio perfetto, per Aurelio De Laurentiis. Citando Herbert Marshall McLuhan, il grande sociologo canadese studioso dei mezzi di comunicazione di massa e teorizzatore del concetto che la comunicazione stessa si identifica con il mezzo che la veicola; parla dell’immagine come concetto fondante della nostra società e illustra, argomentandole, tutte le sue idee anche intorno al calcio, formidabile lente d’ingrandimento della società, non una semplice partita di pallone, aspetto tecnico di cui De Laurentiis ammette di saperne davvero poco, almeno per il momento. Il San Paolo pieno come ai tempi di Maradona sembra dargli subito ragione: grazie a quest’uomo, infatti, Napoli è tornata sul palcoscenico più importante. Nella partita del 7 febbraio contro la Reggiana, lo stadio S. Paolo ha fatto registrare una presenza di settantatremila spettatori per una partita di serie C (cifre date dalle forze dell’ordine), record europeo della giornata che si è messa a pari con l’altro afflusso di massa, verificatosi nel derby interno contro l’Avellino con una presenza ufficiale di 62.626 spettatori. Una squadra che in serie C1 fa registrare questi record vuol dire che può funzionare ancora meglio in serie A e in Europa, obiettivi già ben chiari nella mente del patron azzurro, motivato da mille iniziative. “Voglio creare un Napoli Channel ed anche una radio che parlino 24 ore su 24 del Napoli, un costante diuturno diario con cui interagire con i tifosi e gli appassionati che sono davvero tantissimi e tutti vogliosi di notizie. Voglio far vedere come nasce e come si prepara una partita. E poi le interviste, le spiegazioni, i confronti: tutto da trasmettere in video e in audio”. Sottolinea il numero uno partenopeo “I settantamila spettatori presenti già due volte quest'anno allo stadio sono un atto di civiltà imperdibile e straordinario. Non ho visto uno di loro comportarsi male, una tifoseria veramente eccezionale”.
Partiamo con quest’intervista virtuale che ci porterà a percorrere questa nuova avventura della Napoli Soccer dalla sua nascita fino ai grandissimi progetti e obiettivi da raggiungere. Ma non solo Napoli e non solo calcio come vedremo nelle dichiarazioni del nostro poliedrico presidente. Chiediamo, quindi, al presidente De Laurentiis come nasce l’idea Napoli: “E’ nata anni fa, suggerita dai consigli e dagli incoraggiamenti di un ex presidente del Napoli Roberto Fiore. L’idea di prendere il Napoli per farne qualcosa di totalmente nuovo si è concretizzata in pieno agosto, dopo che i tribunali avevano dichiarato la fine del vecchio club (travolto da una montagna di debiti, oltre 67 milioni di euro). Già nel 1999 avevo fatto una proposta a Ferlaino, che ho conosciuto da vicino qualche tempo fa nell’isola di Capri ad un Galà cinematografico, per rilevare il marchio-Napoli, il titolo sportivo insomma. Ma l’ingegnere voleva vendere tutta la società. E a me la cosa interessava poco. Pensavo fosse una storia chiusa”. E poi che cosa è successo? “L’8 agosto scorso, tornando da Los Angeles, prima della mia operazione al menisco, sentii parlare del fitto del ramo d’azienda proposto da Gaucci e di curatele fallimentari. Capii che era il momento di ritentare. Avevo l’opportunità di comprare una società vergine, che nulla aveva a che vedere con il passato, azzerato per sempre. Ho riflettuto 24 ore e poi ho incaricato i miei avvocati di attivarsi. A loro avevo chiesto i dettagli della curatela fallimentare e i risvolti che avrebbero potuto provocare. E’ stato l’avvocato Giuseppe Cipriani Marinelli ad aiutarmi a chiudere l’affare, perché ha capito subito il mio progetto e lo ha assecondato in pieno. C’erano, naturalmente, molti dubbi e molti problemi da risolvere. Ma io ho sempre avuto idee chiare e gli incoraggiamenti del segretario generale della Federcalcio, Francesco Girelli, mi hanno convinto che era il momento giusto per scendere in campo”.
Un Napoli, quindi, che taglia i ponti con il passato e che guarda al futuro. Ma da dove è ripartito Aurelio De Laurentiis?
“Dalla città di Napoli, ovviamente. Basta con questa idea di una città perdente, negativa. Napoli è una città straordinaria ma forse troppo sofferente. E’ arrivato il momento di levarsi di torno questo stato d’animo e questa etichetta perché la città merita di essere protagonista a livello internazionale ed è sciocco non averlo pensato prima. Ai figli dei grandi attori che incontro quando vado ad Hollywood consiglio sempre di visitare Napoli. Se uno non ha visto Napoli, non ha visto davvero niente. E non è retorica la mia. Pensate solo alla storia, alla musica, al valore che si possono trasmettere”.
Le ultime due gestioni societarie che l’hanno preceduta non ce l’hanno fatta. Decisiva è stata forse l’assenza di un progetto Napoli?
“Io porto la mia imprenditorialità che si è sempre basata sull’indipendenza e sulla capacità di fare cose concrete. Niente patti con nessuno. Ho fatto le mie scelte e mi sono affidato a uomini che sono deputati a gestire sotto l’aspetto tecnico la società. Mi fido ciecamente di Pierpaolo Marino, un numero uno, che mi ha folgorato e conquistato come fosse accanto a me da una vita”.
Presidente, il calcio è meglio o peggio di come lei lo aveva immaginato?
“Certamente meglio. Assolutamente meglio. Un mondo sostanzialmente semplice. Sono gli uomini ad essere complicati, quasi macchinosi. In questo senso c’è bisogno di novità, di idee che rompano certi schemi con il passato. Altrimenti si è perso in partenza. Inutile nemmeno provare. Non dimentichiamo che questo mondo ha già subito una rivoluzione. Scegliere di affidare il calcio a società con fini di lucro è stata una svolta totale e determinante per il nostro mondo. Lucrare o non lucrare sono concetti diversi, implicano strategie differenti. Tuttavia, se bisogna adeguarsi c’è bisogno di regole nuove. Per esempio, non si può non tener conto dei bacini d’utenza per la distribuzione dei proventi generali del calcio. Mi sembra un passo assolutamente importante. Ci sono mecenati, ma pochi imprenditori. Io sono uno di questi. Credo che l’Italia sia indietro di vent’anni, io viaggio nel futuro. Il mondo è ormai globalizzato, ci sono paesi come la Cina e l’India che crescono economicamente del 20% annuo e si andranno ad affiancare molto presto agli USA. La competizione a livello globale andrà sempre più aumentando e ci vogliono delle politiche aggressive che attacchino il mercato e favoriscano il Made in Italy. Che è poi quello che chiede di fare la Confindustria del mio amico Montezemolo. L’Italia non deve essere solo ricordata come il paese della moda e della Ferrari. Ci sono tante altre risorse nel nostro paese e sono assolutamente da sfruttare, poi in Italia ci sono i napoletani che hanno un’intelligenza meravigliosa. Gradirei tanto sentire nei prossimi tre anni che anche la Campania cresce del ritmo del 20% annuo. Tornando al calcio, quando sono stato a Roma per votarlo, ho chiesto a Franco Carraro di creare delle competizioni per bacini di utenza. In poche parole entro i prossimi cinque anni bisogna sostituire la serie A con una competizione settimanale alla quale partecipano i club più blasonati d’Europa e col maggiore numero di bacino mediatico. Come succede tra l’altro nel Basket Americano. Voglio una serie A europea perché non posso spendere 50-100 milioni di euro per comprare un giocatore e poi far giocare i miei contro una squadra che rappresenta un quartiere. E poi sostituire l’attuale Champions League con un torneo che si chiamerà Intercontinental Cup e che vedrà le squadre affrontarsi per i cinque continenti. Gradirei molto vedere un Napoli-Tokyo o un Pechino-Napoli. Queste sono le idee per rendere il calcio anch’esso un villaggio globale e se ci sapremo fare ci sarà guadagno per tutto il sistema calcistico mondiale”.
Insomma presidente un campionato mondiale ed uno europeo per club. Ma quali altri adeguamenti sarebbero utili secondo lei?
“La moviola. Necessaria e auspicabile. E’ un fatto di cultura e di giustizia civile. Quello che è successo in Germania dovrebbe essere di monito. La tecnologia favorisce la legalità, agevola la verità. Auspico che Carraro insista nell’idea della moviola in campo. Al contrario di quanto ritiene Blatter, sono d’accordo con il presidente federale nel sostenere che il bello del calcio non è l’errore. Quindi non solo Carraro, ma anche Johanson (presidente Uefa) e Blatter hanno bisogno di una maggiore celerità decisionale”.
Insomma, lei dice che il mondo va più in fretta e che il calcio deve adeguarsi o sarà costretto a soffrire ancora.
“Esattamente. E’ una semplice questione d’anagrafe. Basta guardarsi intorno per rendersi conto che c’è bisogno di giovani, di idee nuove. Spero che questa presidenza federale sia rigeneratrice in questa direzione”.
Da straordinario uomo di comunicazione quale è lei, quanto pensa ci sia di spettacolo nel calcio?
“Il centodieci per cento. Niente è più spettacolare del calcio, l’evento emotivamente più coinvolgente di ogni altro. Infatti sto pensando di realizzare con la mia FilmAuro un film documentatio su questo sport, che come la boxe, è un evento enormemente cinematografico. Anche Calaiò e Pià per le loro qualità e la loro giovane età potrebbero essere protagonisti di questo documentario, staremo a vedere. Tornando all’evento spettacolo dico che ovviamente bisogna saperlo sfruttare utilizzando anche i nuovi mezzi che la tecnologia ci ha messo a disposizione. Non esiste solo la pay tv ed è sbagliato pensare di legarsi ad un solo contenitore. Pensate che ogni partita è un film di cui non si conosce la conclusione. Può accadere di tutto. Ho firmato un contratto con Sky della durata di un anno, e poi il contratto con lo sponsor Mandi, la catena di supermercati del presidente Zamparini, ha una durata di quattro mesi con un compenso per noi di un milione di euro. E questo è solo l’inizio della mia idea del marchio Napoli, starete a vedere poi cosa succederà. Essendo il Napoli un asset, c’è bisogno di organizzazione e programmazione, ma non per questo bisogna da subito buttarsi in un’approssimativa politica di marketing senza valutare, dopo attenti studi quando può valere il marchio di questa società. Difatti a gennaio di quest’anno ho rifiutato un contratto per la durata di 4 anni da 35 milioni di euro con la società di telefonia mobile H3G. Solo per quest’anno mi avrebbero dato 3,5 milioni di euro. Io invece non sono alla ricerca di soldi immediati, non sono per l’uovo oggi, ma per la gallina domani. E questo aspetto del mio modo di concepire gli affari, non si sposa certamente con la stipula affrettata di contratti pluriennali. 35 milioni di euro? Ma con il marchio Napoli che io ho in mente, questa cifra potrà anche decuplicarsi. Dovete mettervi in testa che per me il Napoli non è una semplice avventura, bensì un asset importante al pari della mia casa cinematografica “FilmAuro” che grazie anche a mio padre Luigi é ai vertici mondiali delle case di produzione e distribuzione cinematografica; e siccome navigo da anni e con pieno successo in un mondo complicato com’è quello della cinematografia, dove per realizzare ad esempio un Kolossal di guerra occorrono ingenti risorse economiche e una collaudata organizzazione, cose che ho dimostrato di avere, non vedo perché anche con il mio Napoli non posso raggiungere, con un percorso regolato da doppio business-plan (piano di lavoro) quinquennale, il vertice del calcio mondiale”.
Un fiume in piena il nostro poliedrico presidente. Allora lo proviamo a stuzzicare sui grandi campioni. Adriano o Shevchenco? Totti o Cassano? Chi è il giocatore che la eccita di più?
“Il giocatore che mi eccita di più? Bella domanda con una risposta a sorpresa. Il mio giocatore simbolo uscirà dal vivaio del Napoli e non è detto che sia un napoletano: può essere anche un cinese o un romano, purchè venga scovato e cresciuto da noi. Su questo campo oltre a fidarmi di Marino, mi affido anche al presidente del nostro settore giovanile Giuseppe Santoro. Ha bisogno di tempo, ma il vivaio del Napoli dovrà diventare uno dei migliori d’Europa, se non il migliore. Quest’anno le nostre cinque squadre giovanili sono tutte in testa ai propri rispettivi campionati, compresa la Beretti Nazionale di Lucignano. Ma già dalla prossima stagione avremo 400 tesserati distribuiti tra sette squadre e la scuola calcio. Saranno create squadre dalla Primavera ai minigiovanissimi. I Montella del futuro non dovranno scappare, ma restare e diventare grandi con la loro squadra del cuore”.
E questa dichiarazione del presidente ci lancia su un altro argomento. Ma dove ospiterete tutti questi tesserati?
“Bè lo sapete bene. Nella nuova casa del Napoli, in costruzione a Castelvolturno di fianco al resort dell’Holiday Inn. L’apertura del Centro che si chiamerà Napoli Soccer come la società è prevista per agosto. Ho firmato un contratto di fitto della struttura, studiata dai fratelli Cristoforo e Francesco Coppola (ideatori e costruttori dell’omonimo villaggio) proprietari del resort e dal consorzio “Rinascita di Castelvolturno”, per sette anni. L’estensione dell’area nella quale ripeto sono già iniziati i lavori è di 30mila metri quadrati. Inoltre se vorremo, usufruirne, avremo a nostra disposizione altri 10mila metri quadri di territorio. In questi 30mila metri quadri saranno costruiti 3 campi di calcio regolamentari della misura di 110x75, più un quarto in previsione se riusciamo, ma auspico già di sì, ad ottenere la licenza. In futuro ne vorrò avere a disposizione sei di campi regolamentari di calcio. Saranno poi realizzati due corpi, uno per l’area tecnica e l’altro per quella amministrativa. La grande palestra sarà di fianco ai due spogliatoi (uno più grande dell’altro) e di fronte alla stanza per l’arbitro. Ci sarà un centro medico comprensivo di sala medica e dell’area destinata alla fisioterapia ed un Napoli-lab. Il magazzino sarà sistemato in fondo all’area edificata che si affaccerà direttamente sui campi di gioco. Nella zona posteriore, invece, verrà realizzata tutta la zona non strettamente tecnica della società. E cioè, una grande sala stampa, l’ufficio della biglietteria, l’ufficio stampa, quello della contabilità, gli uffici amministrativi, l’ufficio del direttore generale ed anche quello dell’allenatore, la sala del presidente, la sala riunioni e la sala video per gli osservatori che sarà anche dotata di una max screen da 103 pollici per poter visionare meglio i giocatori! - anche ironico il presidente - ed infine la reception, la segreteria generale, la mensa, i servizi, gli amplissimi parcheggi e dulcisis in fundo un grande “Punto Napoli”, centro di vendita dei prodotti griffati “Napoli Soccer”. Si tratta dunque di un magazzino che dovrà avere un’espansione mondiale , mediante la rete internet, i tifosi del Napoli sparsi in tutto il mondo potranno acquistare prodotti originali del Napoli”.
A cosa si deve la scelta di Castelvolturno per la costruzione della casa del Napoli?
“Ho fatto questa scelta per due ordini di motivi: il primo è personale ma poi si allaccia anche al secondo che spiegherò poscia e riguarda il fatto che Castelvolturno si affaccia sul mare ed io amo molto l’elemento marino. Tra l’altro, a poche centinaia di metri dal Centro sportivo che sorgerà c’è una piscina d’acqua di mare ed i giocatori potranno pure allenarsi sulla sabbia ed essere più scattanti. La seconda causa, ben ponderata, della mia scelta sta nel fatto che insieme all'amministrazione locale, ai fratelli Coppola ed al consorzio “Rinascita” tutta l’area domizia rinascerà. Ho visto in prima persona il progetto che si andrà a sviluppare e che se sarà realizzato posso garantirvi che le famose città balneari del Nord, Rimini, Cesenatico, dovranno cominciare a tremare perché le risorse e le potenzialità che ci sono in questa zona sono formidabili, e posso intanto anticiparvi la costruzione di un porto turistico con milleduecento posti barca e altri campi da golf. Un progetto industriale di ampio respiro nel quale la Napoli Soccer si è inserita e dal quale vuole ricevere e dare lustro nella famosa ottica di continua crescita del club a livello mondiale. Infatti il nostro corrispettivo ai fratelli Coppola ed al consorzio non è economico: si tratta per l’appunto di una sinergia che sfocia in un rapporto di partnership e sponsorizzazione con la nostra società. Sarà una cittadella come Milanello ed Appiano Gentile ma sul mare e a venti minuti dalla città. Poi alla scadenza dei sette anni vedrò se far scattare il diritto d’opzione sull’acquisto del Centro, patrimonializzandolo ed inserendolo nel piano per la quotazione in borsa”.
Altri eventi presidente?
“A breve termine, ricordatevi, che abbiamo ottenuto di poter far disputare a Napoli nel mese di agosto il trofeo “Birra Moretti” il famoso triangolare con Juventus ed Inter, e poi ho idealizzato il trofeo “Mediterraneo”, Luigi De Laurentiis dedicato alla figura di mio padre ed al quale parteciperanno oltre a noi, altre tre squadre, di sicuro il Palermo e poi due club, anche di altre nazioni, le cui città di appartenenza si affacciano sul Mediterraneo”.
E per lo stadio?
“Voi sapete come la penso. Appena ne avrò in gestione completa uno io, che sia la concessione pluriennale del San Paolo o di uno stadio che costruirò a mie spese sempre da ottantamila spettatori, vorrò creare una struttura moderna in linea con i canoni degli stadi del futuro, come il nuovo stadio che la Juve sta costruendo oppure la mitica “Amsterdam Arena”, la casa dell’Ajax. Cioè un impianto complesso che oltre a dover far svolgere alla perfezione la partita della propria squadra la domenica, dovrà essere un impianto nel quale il tifoso ed il cittadino di Napoli potrà, se vorrà, visitarlo sette giorni su sette e trecentossessantacinque giorni all’anno, andando nei cinema, nel centro commerciale, nel ristorante, nel museo sportivo e quant’altro possa ospitare la struttura di uno stadio moderno”.
Presidente, ha nel carnet altri progetti?
“Bè, al momento ci possiamo fermare qui, ma posso assicurarvi che tutto quanto detto è solo l’inizio dell’avventura chiamata “Napoli Soccer”. Nel medio-lungo periodo ho ancora tante, tante idee e molti progetti da realizzare”.
Che c’è da dire allora. Solo due parole per questa eccezionale persona che come una manna dal cielo è caduta nelle braccia fortunate dei tifosi partenopei, ma anche di tutta la città di Napoli: MAMMA MIA.

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