Armani
J. Mi – Pompea Na 90-88
dts
(19-19,
41-31, 62-57, 77-77)

Armani
Jeans Milano – De
Lorenzo ne, Mercante ne,
Mc Cullogh 11, Coldebella
8, Singleton 15, Calabria
19, Alberti 5 , Blair ne,
Gigena M. 16, Fajardo D. 7
, Cavaliero 6, Maravic 3 .
All. Lardo
Pompea
Napoli –
Morena ne, Fevola
ne , Garrett 8, Gatto 9,
Spinelli 9, Allen 17,
Albano 8, Rocca
2, Dalipagic 10,
Andersen 12, Trepagnier
13. All. Mazzon
Arbitri:
Tola, Mattioli, Anesin.
Note:
Tiri liberi - Armani
28/33, Pompea 18/26;
rimbalzi – Armani 48 (Singleton
14), Pompea 36 (Trepagnier
8).
Terza
sconfitta consecutiva per
la Pompea, anche stavolta
dopo un tempo
supplementare, ma questa
è quella che brucia di più.
Dopo aver anche recuperato
da –13, gli uomini di
Mazzon hanno tenuto in
pugno la partita, ma la
folle gestione delle fasi
finali di Allen, e lo
sparacchiamento a salve
dalla distanza di
Trepagnier, hanno
consentito all’Armani di
conquistare due punti
letteralmente regalati dai
suoi avversari . Dopo
quanto visto stasera
contro Milano, è bene per
la dirigenza napoletana
cominciare da subito una
seria riflessione sulla
posizione dei tre extra-UE,
a nostro giudizio i
principali responsabili di
questo imbarazzante avvìo
di campionato che si spera
finisca il prima
possibile.
Il
primo quarto di questa
maledetta serata vede la
formazione azzurra alle
prese con le solite
amnesie difensive.
Calabria e Gigena hanno
un’ autostrada per
andare a canestro e solo
le due triple di Garrett
tengono momentaneamente a
galla gli azzurri (17-11
al 6’). L’entrata di
Spinelli dona vitalità
all’ attacco partenopeo
e si và al mini riposo
con la parità a quota 19.
Mette
per la prima volta il naso
avanti Napoli ad inizio
secondo periodo(19-21
all’11’). Trepagnier
quantomeno riesce a
colpire la retina dalla
media, mentre in questa
fase Andersen ed Albano
sembrano i
migliori in campo
per Milano: disastrosi sia
in attacco che in difesa,
soffrono da morire un
Paolo Alberti (non
Shaquille O’Neal)
redivivo, con Blair che può
tranquillamente riposare
dalla panchina, e i
padroni di casa prendono
il largo con un tre punti
di Coldebella e un
alley-hoop di Singleton
(41-29 al 19’).
Al
ritorno dagli spogliatoi
Milano sembra in totale
controllo della gara
(47-34 al 22)’ . Mazzon
azzecca la mossa Dalipagic
su Singleton, e la Pompea
tenta di rientrare in
partita (53-47 al 25’).
Replica per i lombardi
Calabria al 27’ (58-48),
ma gli azzurri fanno
sentire il loro fiato sul
collo in chiusura di
periodo (60-57 al 29’).
Cambia
totalmente lo scenario
nell’ ultimo quarto, con
i partenopei che assumono
l’inerzia dell’
incontro soprattutto nel
momento in cui Spinelli
firma il sorpasso al 35’
(65-66). In questa fase,
oltre al già citato play
puteolano e a Dalipagic,
un’ altra mossa
importante del coach
napoletano è il giocare
con un quintetto alto con
Gatto ala piccola, e il
buon Ivan ripaga il suo
coach con una tripla che
fa pregustare agli azzurri
il profumo della vittoria
(68-74 a 90’’ dalla
fine).
Ma
prima Gigena dalla
distanza, poi una stoppata
pulitissima giudicata
fallosa di Allen su Mc
Cullogh, dopo una comica
palla persa da Trepagnier
che si era intestardito
nel palleggiare nonostante
la contemporanea presenza
di due play nella sua
squadra, consente a Milano
di guadagnarsi
insperatamente l’overtime.
Il
buon Allen, dopo aver
sprecato la palla della
vittoria prima della fine
dei regolamentari,
diventava un’autentica
palla al piede
nell’economia della
manovra d’attacco della
sua squadra nei cinque
minuti supplementari, e
nemmeno il terzo triplone
di Gatto ha potuto evitare
il suicidio sportivo
napoletano (perché tale
è stato quello visto al
Palalido). Insomma, stava
bastando una superba
prestazione di Spinelli,
Dalipagic, Gatto e anche
il buon secondo tempo di
Andersen per avere ragione
della tanto strombazzata
Armani, che non potrà
produrre come prova a
discarico l’assenza di
Blair. Ringrazino i
milanesi invece la
stoltezza dei giocatori
napoletani che dovrebbero
fare la differenza in
campo (Allen e Trepagnier),
e in realtà l’hanno
fatta, ma in negativo. E,
accusateci anche di
vittimismo, anche i sig.
Tola, Anesin e Mattioli,
che sono sembrati un po’
sensibili al fascino
lumbard. Non siamo miopi e
ribadiamo che la Pompea si
è fatta male
principalmente da sola.
Non
ci sarà nemmeno il tempo
di leccarsi le ferite in
quanto la squadra
partenopea dovrà rimanere
in zona per affrontare
giovedì prossimo, al
Pianella di Cucciago, la
Vertical Vision Cantù.
Carmine
Casella
23/10/2004
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