BALLETTO SOTTO L'ETNA

Nella terra delle lupare ma anche del fascino di un ambiente tutto particolare, si consumano autentiche tragi-commedie sportive dall'ampio respiro. L'aula del tribunale, dalla tetra atmosfera ma dal ritorno d'ascolto assicurato, è solo una delle tante trovate cui Luciano Gaucci ci ha abituati per far parlare di sé. Ci ha provato con la donna-calciatore, con il libico fuoriclasse e con il can-can del mister che è piaciuto a pochi suoi dipendenti. Big Luciano è stato però anche l'iniziatore delle multiproprietà, attraverso le quali è riuscito a lanciare tanti giocatori portandoseli passo passo fino alla serie A nel suo Perugia. Già vicepresidente della Roma tricolore targata Dino Viola, Gaucci ha acquistato nel '92 il Perugia, allora stabile nelle ultime posizioni della serie C. L'urlo da presentazione si rivelò programma: "serie A ed Europa in meno di dieci anni". Un amen. Nel frattempo, non che il denaro fosse cominciato a piovere dall'etere. Gaucci ha capito il gioco della provinciale ed ha cominciato ad acquistare società in categorie minori. Prima l'Ancona in compartecipazione, ma l'apparizione fu tanto fugace che pochi ricordano i dorici di Gaucci. Poi la Viterbese, con la quale portò in panchina Carolina Morace che, allontanatasi dopo due giornate, non ci mise troppo a definire Gaucci "un incompetente di calcio". Cominciarono, però, i campionato dei vari Liverani che dalle società satellite di Gaucci arrivavano fino al Perugia. Il patron non lasciava mai una squadra abbandonata a se stessa, e cercava sempre di garantire il massimo in ogni club che comprava, allestendo sì squadre con buoni giovani ma anche con elementi che potessero garantire il salto di qualità. Lasciata la Viterbese, Gaucci si concentra sulla Sambenedettese, presa in D e condotta in C1. Da qui ha spiccato il volo, fra gli altri, quello Stefano Colantuono che ora allena il Catania in B. E fino a pochi giorni fa il Catania era dei Gaucci, che hanno portato la squadra che fu di Massimino dalla C1 alla B in due anni. Tutt'ad un tratto, però, Gaucci decide di concentrarsi sul solo Perugia e di vendere le altre due società. Si libera del Catania, si sta per liberare della Sambesedettese. Il paradosso sta nel fatto che per un multiproprietario che indietreggia c'è ne sta uno che avanza. E' il nuovo proprietario del Catania, Nino Pulvirenti, già presidente dell'Acireale in lotta per la B attraverso i play-off di C1. Quando gli acesi hanno saputo ciò, apriti cielo. E' probabile che il Pulvirenti non potrà girare più tranquillo da solo, visto che l'acquisto dell'eterna rivale Catania (non per Pulvirenti, catanese doc) significa disimpegno o ridimensionamento per l'Acireale. Che in caso di promozione in B dovrà comunque cambiare padrone. E che perderà i suoi pezzi migliori che passeranno al Catania, allenatore compreso. Dal Catania, i migliori passeranno al Perugia, allenatore compreso. In tutto questo grande bailamme, visti gli impegni e i possibili scenari di Acireale e Perugia (la serie B), la domanda maliziosa e caustica è la seguente: chi dei due, fra Pulvirenti e Gaucci, ha agito da veggente? Allo studioso lettore la risposta...


Marco Santopaolo                                               29/5/2004  

  

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