Bepi Casari “Il Gigante Buono”

              

Il prossimo impegno di campionato che vedrà gli Azzurri affrontare l’Atalanta ci consente di ricordare uno dei più grandi portieri che hanno difeso la rete del Napoli: Giuseppe (detto “Bepi”) Casari.

Dotato di eccezionali mezzi fisici, capace di accomunare stile e senso della posizione Casari, nato a Martinengo (BG) il 10/04/1922, inizia a giocare nella squadra della sua città, l’Atalanta appunto (tranne una breve apparizione nel 1945 a Lecco); a Bergamo milita fino a tutta la stagione 1949-’50.

Nel 1948 viene chiamato da Vittorio Pozzo a partecipare alle prime Olimpiadi post-belliche di Londra, conclusesi purtroppo sfortunatamente per la Nazionale Italiana.

Il neo-promosso Napoli di Egidio Musollino (grande Presidente, prematuramente scomparso) si assicura le sue prestazioni per la stagione 1950-’51. Inizia così un triennio di grandi soddisfazioni per il “nostro” durante il quale il Napoli si piazza due volte al 6° posto e una volta al 4° nella sua ultima stagione in riva al golfo.

Di temperamento gioviale ed estroverso, Casari era amatissimo dai tifosi con i quali spesso si fermava a conversare in un bar di Piazza Carità che, data la sua grande popolarità, aveva addirittura preso il suo nome.

Durante la sua milizia partenopea Casari viene anche chiamato per 4 volte a difendere la porta della Nazionale A esordendo a Lisbona l’8-4-1951  (Portogallo-Italia 1-4). Resta a tutt’oggi uno dei tre portieri (gli altri sono Bugatti e Zoff) ad aver difeso, da militante del Napoli, la porta dell’Italia.

Nel 1953 Achille Lauro acquista dalla S.PA.L. Ottavio Bugatti e Casari, non desiderando accomodarsi in panchina, si ritira nella sua Bergamo meditando persino il ritiro. Poi però ci ripensa ed accetta le offerte del Padova dove ha la soddisfazione di una promozione dalla serie B e vi rimane fino a tutto il 1955-’56, quando si ritira dall’attività agonistica.

Assai gustoso rimane un episodio che vede protagonista il simpatico “Bepi”. Durante un’udienza concessa da Pio XII alla Nazionale Italiana, mentre tutti i suoi compagni salutavano inginocchiandosi e baciando la mano al Santo Padre, Casari, fiero vinaio Bergamasco gli afferrò la mano e, quasi stritolandogliela con la sua morsa ferrea, esclamò “piacere, Casari”!.

 

 

Emanuele Orofino                                       22/4/2004  

 

 

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