CALCIO TRA IERI ED OGGI

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Geniali, indimenticabili e fedeli alla loro squadra e ai tifosi. Così erano i calciatori fino a qualche anno fa, e così non sono più. I campioni del  moderno calcio miliardario sembrano capitani di ventura pronti a cambiare casacca. Ogni stagione calcistica i nomi e le maglie si mescolano, con il risultato di lasciare tutti disorientati. Il calcio mercato, che prima si chiudeva a settembre, ora è aperto tutto l'anno, tanto che il tifoso resta sconcertato perchè la sua squadra può cambiare totalmente i suoi componenti, e il suo calciatore preferito può andare in un altra squadra e addirittura può cambiare più squadre nel corso della stagione stessa. Invece il tifoso degli anni 80, quando ricorda lo scudetto, ricorda per prima cosa la formazione anche a distanza di anni, ora invece non si ricordano i nomi dei calciatori di una squadra neanche a distanza di una settimana tanto cambiano velocemente maglia. Tutti ricordiamo Giuseppe Bruscolotti (nelle foto) "pal e fier" che giocò sempre nel Napoli dall'inizio alla fine della sua carriera, rinunciando alla corte serratissima della Juventus e i tifosi di vecchia data, ricordano bene che questo suo attaccamento alla squadra partenopea gli costò l'esclusione dala nazionale.

Dobbiamo purtroppo prendere atto che il calcio non è più quello di una volta e che oggi il business conta molto di più del sentimento e della passuione del tifoso che una volta sognava, urlava, piangeva con il calciatore che sentiva "suo" e che oggi invece vive nel timore di perdere a causa delle suddette regole del calcio mercato. Prendiamo Filippo Inzaghi: era la bandiera della Juventus, ora gioca nel Milan. Negli anni '70 Gianni Rivera non avrebbe mai tradito il Milan, Sandro Mazzola era l'anima dell' Inter. Il loro modo di giocare era il marchio della squadra. Ma, torniamo ai campioni di oggi. Chi è il principe dei farfalloni? L'interista Christian Vieri, in sette anni ha cambiato cinque squadre. Alex Del Piero è invece alla Juventus da otto anni e quindi può essere considerato a prova di scappatelle.

Concludendo possiamo dire che gli addetti ai lavori si lamentano della scarsa partecipazione del tifoso, ad esempio va di meno allo stadio, o non va proprio, crediamo che questo sia il minimo, dato che ora son più importanti i soldi (magari provenienti da Tele+ o Streem) e non viene data più alcuna importanza ai sentimenti del tifoso...cosa vi aspettavate dopo aver trasformato il calcio da passione popolare a sola fonte di guadagno.

Milena Carangelo

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