CHI TROPPO VUOLE...

Roman Abramovich è l’ultimo re Mida ad aver fatto ingresso nel mondo del calcio. Ha rilevato il Chelsea, squadra dei quartieri nobili di Londra, per la cifra di 217 milioni di euro.

Siberiano, 36 anni, sposato e padre di quattro bambini, ha fatto fortuna con “l’oro nero” tanto da occupare la 2a posizione tra gli uomini più ricchi di Russia, la 19a tra i più ricchi d’Europa e la 49a nel mondo.

Rampante ed ambizioso si trasferì, per affari, a Londra qualche anno fa e nella sua villa con 170 ettari di parco decise di acquistare di una squadra di calcio.

Il Chelsea non è stata la sua prima scelta; avrebbe voluto il Manchester United, non si era spaventato davanti ad un preventivo di 800 milioni di euro ma l’operazione sarebbe stata troppo lunga e complessa sotto il profilo burocratico. Aveva ripiegato sul Portsmouth e sul Tottenham ma, la prima senza un gran nome, la seconda con un brutto impianto, non lo avevano convinto al grande passo.

Sembrava quasi rassegnato quando dal suo elicottero sorvolò Stamford Bridge; rimase affascinato dello stadio e decise, in quattro e quattr’otto, che il Chelsea sarebbe diventato suo.

È una svolta epocale. Ken Bates è stato al timone per vent’anni ma i conti della società ultimamente in rosso, uniti all’ultima non esaltante stagione della squadra, hanno definitivamente convinto il 71enne presidente a lasciare.   

Divenuto quindi proprietario, Abramovich non ha esitato a tuffarsi a capofitto nel calcio-mercato, un mondo a lui sconosciuto dove ha creduto fosse sufficiente un fiume di denaro per spalancare ogni porta.

Cifre da capogiro offerte per acquistare prima Nesta, poi Davids, Trezeguet, Totti, Vieri, Del Piero, Svevchenko, Nakata, Henry, Vieira, Raoul ed ora Ronaldinho: quest’arrembaggio non ha portato a nulla, dalle rispettive società ha ricevuto solo una sfilza di niet.

Patetico, poi, il tentativo di rilevare in blocco il Cagliari dopo i tentativi falliti per un immediato riacquisto di Zola; insistenze inutili persino di fronte ad un ingaggio decuplicato.

I soldi da soli non bastano, ci vogliono competenza, esperienza e spirito di gruppo; Abramovich non ha certo sentito il parere del tecnico Ranieri prima di muoversi in ogni direzione ed il tecnico romano dal canto suo non ha affatto gradito tale impulsività.

In ogni caso, un caloroso in bocca al lupo al petroliere siberiano; spenda con oculatezza il suo denaro, si avvalga della collaborazione di persone esperte e, se dovesse venire a Capri per una vacanza, con il suo jet sorvoli Fuorigrotta…chissà che, dopo Stamford Bridge, non resti affascinato anche dal San Paolo. 

                                                                                           Antonio Gagliardi                                                    17/07/2003

INDIETRO