ADDIO
MARCO
NO,
Marco Pantani non è morto. Come
Fausto Coppi, le sue imprese al
Giro e al Tour del 1998 lo hanno
fatto uscire dalla categoria dei
campioni e gli hanno spalancato
le porte dell’Olimpo degli
“immortali”.
Le
vittorie di Piancavallo e Les
deux Alpes, ottenute sotto una
bufera di neve sono immagini che
niente e nessuno potrà mai
farci dimenticare. Resteranno (e
ben venga la retorica!) sempre
ben impresse nella nostra mente.
Era
riuscito a portare il ciclismo a
livelli d’ascolto che fino a
quel momento solo il calcio
aveva raggiunto. Anche chi non
si era mai interessato di
ciclismo, domandava: “Sai che
ha fatto Pantani?”.
Quella
sua smorfia quando si
arrampicava solitario sulle
salite, fossero del Giro, del
Tour o di una qualsialtra corsa,
ci faceva venir voglia di essere
lì, a spingerlo, ad incitarlo
verso un’altra vittoria. Ora
tutto questo non sarà più
possibile.
La
sua fine, drammaticamente
solitaria, ci fa ricordare
quella di grandi rock-star come
Brian Jones (annegato in una
piscina), Jimi Hendrix e Jim
Morrison (trovati senza vita in
camere d’albergo). Ma come
loro, che continuano a vivere
nelle loro canzoni, anche Marco
non è morto, non può essere
finito!
Vai,
pirata!!!