COMPLIMENTI FERLAINO, COMPLIMENTI CORBELLI!

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Ormai ci hanno stancato questi due personaggi. Ferlaino o Corbelli indistintamente ora rappresentano, più che mai, il male, il cancro del Napoli. L’ultimo avvilente scontro armato tra i due si è consumato su di una emittente napoletana. In diretta nel corso di una trasmissione speciale di Telelibera 63, condotta dall’ottimo Carlo Alvino, sono intervenuti in diverse successive fasi i due soci-nemici. Si sono detti di tutto, anche accusati ed insultati: "Corbelli è inadempiente", ha spiegato Ferlaino. "No, l’inadempiente è Ferlaino", ha ribattuto Corbelli.
Nell’incresciosa rissa televisiva a distanza (i due soci non sono mai stati collegati contemporaneamente) il presidente Corbelli ha spiegato la sua verità: "Il trenta novembre doveva avvenire il passaggio di azioni. Io ero in Lussemburgo quel giorno e avevo preparato i denari da versare a Ferlaino, se l’affare non è stato concluso artatamente, le colpe non possono essere attribuite a me". Sulla questione ha risposto stizzito dopo qualche minuto l’ingegnere Ferlaino: "So bene come costruisce i suoi discorsi Corbelli. Parte da un concetto non vero e cerca di farlo passare per vero: quando c’è riuscito costruisce le sue deduzioni. Tanto per fare chiarezza sulla vicenda voglio ricordare che in tempi non sospetti Corbelli disse alle tv che avrebbe pagato 92 miliardi per il Napoli e che ne avrebbe investiti cento per la ricostruzione del club. L’affare tra noi due, invece si era chiuso per una somma di 75 miliardi che, però, era legata alla ricapitalizzazione. Non pretendevo i cento miliardi che aveva annunciato, ne bastavano trenta per tenere in vita la società, almeno fino al giorno in cui il pagamento delle mie quote dilazionato in tempi lunghi, fosse concluso".
E proprio quei trenta miliardi di ricapitalizzazione si sono trasformati in uno scoglio insormontabile. Prima ancora di cedere le azioni, Ferlaino pretendeva quei soldi: "Ma io - ha spiegato Giorgio Corbelli - a rigor di legge avevo provveduto alla ricapitalizzazione. La legge mi consentiva di iniziare le procedure con i tre decimi dell’ammontare totale, io ero pronto a farlo". Ferlaino ha spiegato la sua versione: "Al Napoli non bastava una ricapitalizzazione di tre decimi, quei trenta miliardi servivano tutti, e servono ancora come il pane. E siccome nel contratto per la cessione delle mie quote c’è un passaggio preciso che riguarda i trenta miliardi di ricapitalizzazione, ho ritenuto che il mio socio non abbia rispettato quel contratto per cui è inadempiente".
Insisteva Corbelli: "L’inadempiente è l’ingegnere che non ha accettato di prendere i soldi per la cessione delle sue quote e che ha bloccato la ricapitalizzazione del Napoli".
Ma è mai possibile che i cinque milioni di tifosi azzurri sparsi per il mondo debbano essere presi così in giro da questi due personaggi? Questi continuano a gettare fango sull’immagine di Napoli con l’angoscia di chi ama veramente il Napoli che ora si dovrà tenere presente un'altra data inquietante, non più quella del 30 novembre, ma l’undici dicembre quando si riproporrà al Calcio Napoli ma soprattutto ai magistrati della Procura che indagano, la vicenda Tele+.
Lì le colpe di Corbelli che si impegnò personalmente ad estinguere il debito di dodici miliardi con la tv appaiono evidenti.
Giorgio Corbelli si presentò a Telepiù con una proposta: una prima somma pagata sull’unghia e il resto dilazionato in comode rate. Evidentemente, però, qualcosa non è andata per il verso giusto, forse troppo comode sono state le rate, tanto che non sono state pagate ne quella di ottobre ne la rata di novembre. Per cui l’emittente presieduta da Emanuel Gout si è vista costretta a rivolgersi nuovamente al tribunale per bussare alla porta del Napoli.
Mancano otto miliardi, più o meno. E Telepiù ha messo in moto la macchina della giustizia. Ora bisognerà pagare, altrimenti il fallimento non sarà più solo una triste ipotesi. Complimenti Ferlaino, complimenti Corbelli…

 

di Vincenzo Letizia

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