CRISI NAPOLI, NON C’E’ PIU’ TEMPO

Il Napoli è una società in grave crisi, non solo sportiva ma soprattutto finanziaria. Impietosi i numeri del dissesto economico: la gestione mensile supera i due milioni, il capitale aumentato con metodica frequenza semestrale, continua ad esaurirsi. Inoltre, l’articolo 2447 del codice civile non concede più deroghe a Naldi: “se, per la perdita di oltre un terzo del capitale, questo si riduce al di sotto del minimo stabilito, gli amministratori devono senza indugio convocare l’assemblea per deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento del medesimo...”. Dunque, entro la fine di questo mese gli amministratori saranno costretti a convocare un’assemblea straordinaria per la ricapitalizzazione. Fra l’altro ci sarà da assecondare un’altra esigenza ancora non quantificata perché tutto dipenderà dalle nuove norme per l’iscrizione al campionato che saranno varate la prossima settimana: il minimo richiesto sarà comunque di cinque milioni per la gestione ordinaria degli ultimi mesi, ma la cifra potrebbe lievitare incredibilmente se le norme per l’iscrizione al campionato richiedessero la cancellazione di tutti i debiti al 30 aprile. A quel punto i milioni da versare sarebbero quasi trenta. I conti li faranno gli amministratori e li controlleranno i sindaci, “tutti ancora in carica dopo le dimissioni del presidente del collegio Stampacchia”, spiegano i vertici amministrativi della società azzurra. Insomma, il Napoli si appresta a vivere mesi tormentati, che non potranno tranquillizzare Naldi neanche con l’eventualità comunque non immediata della gestione del San Paolo. Intanto, le società che abitualmente usufruiscono delle palestre e del campo d’atletica dell’impianto di Fuorigrotta si sono riunite in comitato e hanno chiesto un incontro immediato all’assessore Parente per discutere le problematiche che potranno sorgere quando si deciderà di rendere operativa la gestione privatistica  dello stadio. Le società chiedono che anche nel caso in cui si decidesse di affidare al Napoli la gestione del San Paolo, venga comunque garantito nell’impianto uno spazio per chi già si occupa di attività sportive differenti dal calcio. 

Naldi avvilito anche dai pessimi risultati del campo della squadra, ora dovrà davvero tirar fuori dal nulla il fatidico asso nella manica per non dover veder vanificati tutti i suoi sforzi per non far fallire la SSC Napoli. Risultano, in questa ottica, davvero inquietanti gli auspici del patron azzurro, che si augura che a fine giugno le società che falliranno possano quantomeno conservare il titolo sportivo: segno questo che Naldi si è arreso? Solo all’imprenditore posillipino ora spetterà la risposta a questo agghiacciante interrogativo. Serviranno fatti però non più a parole, perché il Ciuccio veramente rischia ora come ora di essere condotto al mattatoio se non si troveranno adeguate soluzioni alla grave crisi.  

 

Vincenzo Letizia                                                     11/3/2004

 

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