DOCCIA GELATA PER I TIFOSI

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Davvero un brutto colpo per gli appassionati dal cuore azzurro dopo il Consiglio di Amministrazione riunitosi per individuare le risposte da dare alla tempestosa situazione societaria e soprattutto alla preoccupante crisi finanziaria e di liquidità che affligge il Napoli.

Le prospettive che timidamente si facevano strada - sia pure tra lo scetticismo realistico di chi ha compreso di che pasta sono fatti i proprietari del Napoli – erano quelle della ricapitalizzazione di una trentina di miliardi, sufficienti per arginare le urgenze di liquidità, e fors’anche sufficienti – e questa era la speranza di tutti noi – ad assicurare al team partenopeo le prestazioni di una punta di valore da affiancare a Stellone. Grabbi era il nome che circolava da tempo, validissimo rinforzo per giudizio unanime di tutti i commentatori.

Invece, la doccia fredda.

Amara quanto si vuole, ma in buona sostanza annunciata.

A più riprese, in diverse interviste concesse ala televisione, il Presidente Giorgio Corbelli aveva ribadito che non v’erano possibilità per procedere ad integrazioni dell’organico della squadra. Al contrario, vendere, (anche i pezzi pregiati) era diventato, a giudizio del presidente, un imperativo per salvare la società dalla bancarotta.

E così, tristemente, ma in perfetta aderenza alle intenzioni manifestate pubblicamente, Corbelli fa passare la propria linea in seno al Consiglio di amministrazione. Immaginiamo senza troppe resistenze opposte dal partner d’affari Ferlaino, privo delle disponibilità economiche per accollarsi gli oneri della ricapitalizzazione e d’altronde troppo debole per imporre alcunchè a livello di strategie societarie e di mercato.

Stellone si avvicina sempre di più alla Lazio, per una cifra piuttosto considerevole( si è parlato di trenta miliardi).

Husain, Troise, Alessi sono anche in lista di partenza.

Data la situazione, augurarsi che la squadra ed il tecnico riescano a conservare la serenità sufficiente per preparare la gara di Ancona è già parecchio.

Lascia molto perplessi la linea adottata dai vertici del Napoli. Rinunziare così drasticamente a rincorrere la promozione sembra frutto davvero di una rara forma di miopia manageriale: la serie A garantisce introiti considerevolmente maggiori di quelli che possono trarsi da anonimi campionati in serie cadetta. Impossibile che chi guida il Napoli non se ne renda conto.

I casi sono due: o i soldi sono veramente pochi, e in questo caso poveri noi: dalla padella alla brace. Oppure la risalita n A può guastare i progetti speculativi di qualcuno – detto tra noi, Corbelli -, che potrebbe avere interesse ad una quotazione del Napoli tendente al ribasso, per acquisirne il controllo a prezzo ridotto.

Diversamente, con la quotazione del Napoli elevata, correrebbe il rischio di vedersi chiedere di rinegoziare gli accordi di cessione della società, a seguito del mutato valore della società.

Comunque stiano le cose, c’è poco da stare allegri.

 di Marcus

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