• PIANETA CALCIO - DOPING, UN MALE INCURABILE •

7/12/2004
Lo sport dovrebbe insegnare lealtà, amicizia, unire i popoli attraverso la competizione, il gioco e il divertimento. Tutte queste però sono parole, soltanto parole che messe davanti ai quattrini si sciolgono come neve al sole. Molte volte abbiamo sentito parlare di gare combinate o di arbitri corrotti, tutti disposti a far tutto pur di ottenere il risultato sperato. Ma da anni lo sport deve combattere con un altro nemico, il più perfido: il "doping".
La cosa grave è che, mentre negli altri illeciti si perde di vista l'etica sportiva, l'atleta che assume sostanze dopanti per migliorare le proprie prestazioni può rischiare la vita. Che cosa induce quindi uno sportivo a farsi del male? È difficile credere che non sappiano a cosa vanno incontro, è facile invece pensare che l'idea del successo, del denaro immediato sia la molla che faccia scattare il meccanismo che oggi sembra impossibile disinnescare. Negli ultimi anni si è raggiunta l'idea che in molti sport, vedi ciclismo, atletica leggera, nuoto chi vince non sia il migliore ma solo il più dopato.
Anche nel calcio l'uso di sostanze proibite è indubbio. Il processo alla Juventus ha dimostrato che persone come l'attuale allenatore del Lecce, Zdenek Zeman, avevano ragione a denunciare il fenomeno doping visto che poi si è arrivati alla condanna del dottor Agricola. Da apprezzare anche le parole di Gianfranco Zola che ha dichiarato: "dispiace competere con certi giocatori che hanno usato doping: questa è una vigliaccata incredibile. Io ho sempre lavorato duro per arrivare a certi livelli, ho fatto sacrifici enormi e sapere adesso che certi avversari hanno usato mezzi diversi offende chi ha sempre praticato lo sport in maniera seria e scrupolosa". Parole dure quelle del calciatore sardo ma che rendono l'idea di chi si sente preso in giro, c'è da aggiungere che così facendo si insulta non solo chi pratica sport pulito ma anche tutti quegli appassionati che credono nella competizione sana e sono ormai stufi di sentir parlare di argomenti che con il vero significato dello sport non hanno niente in comune.

Francesco Passaro

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