E' ARRIVATO MARADONA

 

30 giugno 1984: era terminata da poco l’ennesima tribolata stagione del Napoli Calcio. Per il 2º anno consecutivo gli azzurri giocarono per l’intera annata con l’incubo della retrocessione. 

Fortunatamente, Ferlaino e Iuliano convinsero Rino Marchesi a salire in corsa sul treno del campionato sostituendo in panchina Pietro Santin (buon tecnico ma forse non sufficientemente esperto per una piazza come Napoli) alla 20ª giornata. Il tecnico lombardo, che aveva lasciato un eccellente ricorso nella sua precedente gestione in tutto l’ambiente, portò tranquillità e fiducia in una squadra non da scudetto, ma neanche da retrocessione. Il grande Rudy Krol al momento del congedo con il calcio italiano e con il Napoli ammonì: “Non c’è futuro senza Marchesi”. 

Improvvisamente appena finito il campionato scoppia una notizia bomba: il Napoli è vicinissimo a D.A. Maradona, il più grande calciatore del mondo! Col passare dei giorni però la trattativa che sembrava già in porto alla fine di maggio, assunse contorni romanzeschi; un giorno sembrava fatta, il giorno dopo si era di nuovo punto e a capo. Un tiramolla estenuante per tutti i tifosi azzurri. 

Il nome del Vice-Presidente del Barcellona Garpart era diventato popolarissimo in tutta Napoli con la qualifica di “fetente”, visto che rappresentava il più irriducibile ostacolo all’arrivo del “pibe de oro” in riva al Golfo. Sabato 30 giugno era l’ultimo giorno utile per l’acquisto di giocatori stranieri provenienti dall’estero. Il 29, dopo un incredibile altalena di speranze e delusioni, tutto sembrava sfumato. 

Sandro Ciotti nel telegiornale delle 13.30 cercò di mitigare la delusione di tutta Napoli, ricordando che tutto sommato Maradona era sì un campione, ma fino a quel momento pochi erano stati i suoi successi, e perciò non poteva essere considerato un vincente. Chissà se “the voice” del calcio italiano pensava davvero quanto dichiarato, o le sue affermazioni “consolatorie” erano frutto della classe e della signorilità che contraddistinguevano la sua figura. 

Ormai scevro da impegni scolastici ed in attesa di partire per le vacanze estive quella sera con gli amici Vincenzo (impareggiabile ballerino e futuro maestro di ballo) ed Armando (impenitente rubacuori) dopo aver calmato i bollori dello stomaco gustandoci una classica pizza, decidemmo di gironzolare un po’ per la città... 

Cammina, cammina ci ritrovammo nei pressi di Via Chiatamone, sede storica del “Mattino”. Notiamo un insolito (per via dell’orario) capannello di persone che ascoltavano felici ed incredule al tempo stesso un simpatico personaggio che, urlando a squarciagola, ripeteva “Amm pigliat a’ Maradona!”. In un batter d’occhio si formarono diversi caroselli di macchine e motorini, i cui occupanti agitavano forsennatamente bandiere, sciarpe, stendardi azzurri che facevano il paio con la 1ª pagina del “Mattino” in cui spiccava a caratteri cubitali l’annuncio dell’acquisto di Dieguito.

 

Quale altra città può trasmettere simili emozioni? Bravo chi riesce a trovarla.

                                                                                   

 

 

Emanuele Orofino                                            27/12/2003

 

 

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