ECCO
TUTTI I
POSSIBILI SCENARI
Domani
vi sarà l’udienza decisiva per il
futuro del calcio a Napoli. Difatti
dopo il rinvio di mercoledì, il
giudice Mungo dopo che avrà sentito
tutte le parti in causa e raccolto
le memorie e le repliche di
controdeduzione si riserverà per
emanare la decisione. E’ probabile
che per lunedì o tutto al più per
martedì, potremo leggere
l’ordinanza con cui verranno
confermati e revocati i decreti
inaudita altera parte promanati dai
giudici Posteraro e Lipani in data
10 e 13 agosto.
Se l’ordinanza confermerà
i provvedimenti cautelari richiesti
dalla curatela si avrà il blocco
della coppa Italia e del calendario
di serie B fino a che il Napoli non
verrà inserito nella serie cadetta.
Di fronte ad un provvedimento del
genere la Figc ha davanti due
strade. La prima è quella di
ottemperare al provvedimento, la
seconda è quella di non rispettare
il precetto dell’ordinanza e
quindi di fare ricorso. Questo è il
dilemma. A quale autorità va
rivolto il ricorso? Secondo il
codice di procedura civile si deve
fare appello in sede di reclamo al
Collegio facente parte del Tribunale
il cui giudice monocratico
ha emesso l’ordinanza
confermativa dell’ ex art 700
c.p.c ovvero appello al tribunale di
Napoli. Ma la Figc la pensa
diversamente, difatti da sempre ella
va affermando che sul contenzioso in
atto vi è solo la giurisdizione del
Tar del Lazio secondo l’ art 3
della l.280/03, proprio il ricorso
incardinato dalla curatela presso lo
stesso Tar e poi non più discusso
per carenza d’interesse,
avvalorerebbe secondo i legali della
federazione il riconoscimento che
giudice naturale nel dirimere il
contenzioso in atto è proprio il
Tar del Lazio. Prendendo per buona
la tesi della Figc, in caso di
ordinanza confermativa la
federazione adirebbe il Tar per
farlo esprimere sulla questione.
Orbene se il Tar si dichiarasse
competente a decidere sulla materia
si metterebbe in conflitto con il
Tribunale di Napoli che avrebbe già
emesso un ordinanza sulla materia
del contendere. Ci troveremo di
fronte ad un palese conflitto di
giurisdizione. L’organo designato
a dirimere tali conflitti è la
Cassazione, la quale potrebbe
esprimersi non prima di un mese. In
caso di responso negativo per il
Tribunale potremmo trovarci ad una
decisione lesiva per tutti: i tifosi
non avrebbero il Napoli ne in
B ne in C, ed i creditori
rischierebbero di non beccare un
solo quattrino, in quanto non avendo
la B, il contratto di Gaucci
rimarrebbe inefficace e non
accettando la curatela di far
disputare l’asta per la C non si
incasserebbero nemmeno i 25 mln di
euro che De Laurentiis sarebbe
pronto ad investire per la terza
serie. Questo scenario inquietante
potrebbe essere evitato se andasse
in porto la risoluzione bonaria
della questione. Ovvero
l’accettazione di giocare la serie
C con la possibilità per il
tribunale di designare il soggetto
imprenditoriale più consono, in
base alla sua offerta economica e al
suo progetto sportivo, attuando una
sorta di asta irrituale i cui
termini si chiudono sabato alle ore
12. La curatela, che non si crea
problemi sulla categoria da
disputare valuta questa soluzione
con delle forti riserve, esse sono
da vedersi nelle possibili azioni
legali di risarcimento promesse da
Gaucci e dalla Azzurra calcio Napoli
sulle quali la curatela vorrebbe
essere mallevata dalla federazione.
E’ questa la chiave dell’accordo
transattivo.
In
definitiva riassumiamo i possibili
scenari:
1)
il tribunale riconosce il diritto
del titolo di serie B e quindi il
campionato rimane bloccato fino a
che la Figc non inserisce il nuovo
Napoli nei calendari:
a)
la Figc ottempera
all’ordinanza confermativa e il
Napoli fa la serie B,
b)
la Figc non ottempera e fa
ricorso al Tar del Lazio, il quale
potrebbe avocare la sua
giurisdizione. In questo caso vi è
conflitto di giurisdizione
e bisognerà attendere il
verdetto della Cassazione.
2)
il tribunale revoca i provvedimenti
cautelari. Il Napoli se non vuole
partire dalla 3 categoria deve
iscriversi in serie C1 entro il 31
agosto attraverso l’assegnazione
del titolo all’asta.
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Luigi
Giordano
27/8/2004
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