E’ LIPPI L’EREDE DEL TRAP

Il capello brizzolato, il sigaro serrato fra i denti, l’accento toscano, la pelle perennemente abbronzata. Qualche scudetto alle spalle, un paio di successi europei, l’unico tonfo dove nessuno ha osato vincere. Cosa più importante, niente peli sulla lingua. Marcello Lippi, 56 primavere, alla prima intervista nelle vesti di nuovo ct della nazionale ha gli occhi lucidi, la voce emozionata. Un traguardo importante, la ciliegina sulla torta di una carriera da incorniciare, un evento da tempo annunciato e finalmente arrivato. Il presidente Carraro, al quale sono state respinte dal Consiglio Federale le dimissioni perché ritenuto estraneo(?) al fallimento azzurro, ha rivelato quest’oggi i piani della rinascita azzurra.

Un contratto di 2 anni rinnovabile per il tecnico cresciuto in Versilia, lo stesso trattamento per i suoi collaboratori personali che dovrebbero seguirlo anche in questa avventura, forse un incarico importante per l’esperto Ciro Ferrara, sempre se decidesse di appendere le scarpette al chiodo. Le prime parole del nuovo ct sono state gentilmente indirizzate al buon vecchio Trap, colpevole della disfatta azzurra, e fortunatamente in scadenza di contratto così da evitare un antipatico esonero. Parole di conforto, premurose, comprensive. Solo sfortuna secondo Lippi, qualche occasione sprecata, disattenzioni difensive e biscotti preparati ad arte all’origine dell’eliminazione europea. Ha poi annunciato che nel futuro prossimo della nazionale ci saranno innesti giovani ma, cosa che desta qualche preoccupazione, il recupero di qualche vecchietto in declino. Si spera che l’emozione abbia giocato brutti scherzi all’ ex allenatore della Juve, i vari Del Piero e Vieri dovrebbero essere davvero al capolinea, sono già pronti Gilardino e il romanista De Rossi per rinfrescare questa rosa “appassita”. Bisogna voltare pagina definitivamente e rischiare, come fanno tutt’ora le altre nazionali, l’innesto di nuovi giocatori senza pensarci tanto su. Il primo passo in avanti è stato fatto oggi con l’avvento di Lippi, sempre che il “trapattoni pensiero” non abbia lasciato un marchio indelebile sulla panchina azzurra. Staremo a vedere.

 

Salvatore Maiorino                                               25/6/2004  

  

 

INDIETRO