FIORE
GETTATO
ALLE
ORTICHE
Il
piano di
salvataggio
di Roberto
Fiore
sembrerebbe
essere
finito
alle
ortiche.
Alle
ortiche
perché la
conferenza
stampa
indetta
dallo
stesso
presidente
al Circolo
Posillipo
non è
giunta al
termine;
è stata
sospesa a
seguito
dell’abbandono
della sala
da parte
di un
gruppo di
giornalisti
accusati
da mister Gennaro
Rambone
di volere
il
fallimento
del
Napoli.
Rambone,
a sua
volta e
alla sua
maniera,
ha reagito
alle
pessimistiche
osservazioni
di uno dei
suddetti
cronisti.
Facciamo
un po’
d’ordine;
il piano
di
salvataggio
del
presidente
Fiore si
presenta
come piano
di sicuro
interesse,
ma
alquanto
ardimentoso.
Il
piano
prevede la
fondazione
della
Società
“Amo
Napoli”,
società
di
capitale a
base
azionaria
che
affiancherebbe
la società
di calcio
(Real
Napoli)
senza però
alcun
ruolo
nella
conduzione
tecnica.
In
sostanza
questa
società
“Amo
Napoli”
sarebbe
composta
da un
numero di
azionisti
tale da
creare,
nelle
previsioni,
un
capitale
di €
50.000.000,00
mediante
la
sottoscrizione
di 200.000
azioni dal
valore di
€ 250,00
ciascuna.
Modalità
di
sottoscrizione
agevolate,
consistenti
cioè nel
pagamento
rateale di
parte
dell’importo
ed
azionisti
che
usufruiranno
di bonus
nonché di
tessere
spendibili
nei più
svariati
esercizi
commerciali,
esercizi
che a loro
volta
verseranno
il 3% di
quanto
speso dal
cliente-azionista
nelle
casse
della
“Amo
Napoli”.
Col
nome di
“Real
Napoli”
Fiore ha
indicato
la società
sportiva
vera e
propria,
quella cioè
gestita da
persone
che lui
stesso
auspica
essere
napoletane
“perché
maggiomente
conoscenti
della
realtà
napoletana”.
Finché
l’ex n.1
della Juve
Stabia ha
letto il
programma
in sala
stampa non
è volata
la
classica
mosca, ma
quando
Fiore ha
detto che
all’ipotesi
C1 non
pensa
nemmeno già
si è
avvertito
un primo
brusio.
Qui è
stato
esplicito:
il suo
piano
prevede, condicio
sine qua
non,
il
mantenimento
della
Serie B.
A
tal punto
le domande
si fanno
incalzanti
e chiedono
come mai
non si
tenga
conto del
prossimo
12 luglio,
data
ultima per
la
capitalizzazione:
“Il
piano è
interessantissimo,
ma i
tempi…non
ci siamo
con i
tempi”
-
“i
calciatori
non
firmeranno
le
liberatorie…”
–
“quello
che adesso
conta è
l’iscrizione
del Calcio
Napoli al
campionato.
Lei
riuscirà
a ricavare
la somma
necessaria
allo scopo
in soli 5
giorni?”
Fiore
non è
certo di
primo pelo
ed aveva
ben
previsto
un simile
fuoco
incrociato;
ha
manifestato
una certa
sicurezza,
sicurezza
che gli
deriva dai
rapporti,
da lui
definiti
ottimi,
con Carraro
e Galliani
e da
un fax
pervenutogli
da Los
Angeles
nel quale
un uomo
d’affari
di una
certa
importanza
si è
detto
pronto ad
investire
nel
progetto
la bella
somma di
10.000.000,00
di €.
Fiore:
“Vedete
signori,
se c’è
chi vuole
investire
una cifra
simile, se
la Regione
ha
definito
il mio
piano
interessante
e
se voi
giornalisti
remerete
dalla
nostra
parte, le
cose si
metterebbero
bene ed io
potrei
ottenere
quei
finanziamenti
da gruppi
bancari
che
scongiureranno
il
fallimento
del Calcio
Napoli”.
Intervento
di Rambone:
“Ma
Presidente,
lei non ha
capito che
sta
parlando a
persone
che vogliono
che il
Napoli
fallisca…”
Apriti
Cielo!
“Signor
Fiore è
stato un
piacere,
arrivederci
e grazie!”.
Un
gruppetto
di
cronisti
si è
alzato, ha
guadagnato
l’uscita
e la
conferenza
è
praticamente
finita lì.
E
adesso?
Fiore era
attorniato
da un
certo
numero di
collaboratori,
di amici
di vecchia
data che
lo hanno
consigliato
e lo
affiancano
in questo
tentativo
di salvare
il suo
amato
Napoli.
Gli hanno
ovviamente
espresso
solidarietà,
inviti a
non
mollare, a
non darla
vinta a
chi,
secondo
loro, è
in chiara
malafede.
Un
solo
suggerimento
potrebbe
aver
ridato
linfa ad
un
presidente
a questo
punto
amareggiato
e pronto a
scaricare
tutto.
Parole
di un suo
vecchio
amico “Robé,
muoviti in
silenzio,
sott’acqua:
poi ti
faccio
vedere
come tutti
quanti
saliranno
sul tuo
carro”.
Roberto
Fiore
adesso
rifletterà
e deciderà
ciò che
ritiene più
opportuno:
siamo
tutti in
attesa.
l'inviato
Antonio
Gagliardi
07/07/2004