ESCLUSIVA DI PIANETAZZURRO!!!

GIANNI IMPROTA: "CATANZARO VERO AMORE MIO"

 

 

            E’ stato un piacere incontrare Gianni Improta che, nella vita di ogni giorno, ha conservato il tratto di signorilità e distinzione che aveva in campo quando, con le sue giocate ed i suoi “lanci” alle punte, si distingueva tra gli altri giocatori. 

            Oggi Improta è un affermato dirigente del Catanzaro, ma crediamo sia rimasta nel suo cuore la squadra nella quale ha giocato molti anni. 

            I ricordi … sono tanti, ma non abbiamo parlato solo del passato ma anche del presente e del futuro. Perciò, con una ricostruzione ex post, il testo dell’intervista che ha concesso a PianetAzzurro è stato diviso in tre parti.

 

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“Improta e il Napoli di ieri”

 

I suoi inizi da calciatore? 

"Ho iniziato a giocare nella squadra del mio quartiere il Posillipo per poi passare al settore giovanile del Napoli. Nel 1968 sono stato ceduto alla S.P.A.L. di Ferrara in comproprietà in serie B. Nel 1969 ho fatto ritorno alla casa madre venendo subito schierato come titolare fisso. Beppone Chiappella mi stimava al punto che, nonostante la presenza di mostri sacri come Altafini e Sormani, mi nominò rigorista della squadra".

 

Al suo arrivo sulla panchina azzurra nel 1973 Luis Vinicio dichiarò: “Improta è il Corso del Napoli con qualche anno in meno”. Come mai venne poi ceduto alla Sampdoria? 

" Fu come un fulmine a ciel sereno, manco a farlo apposta in quel periodo avevo deciso di sposarmi e perciò chiesi se c’erano problemi per la mia riconferma. Mi fu risposto che non c’era assolutamente nessun problema, che sarei certamente rimasto. Invece … onestamente però non credo che sia stato Vinicio ad avallare la mia cessione. Molto probabilmente, come spesso capitava in quel tempo, qualche difficoltà economica spinse alcuni dirigenti a compiere questo passo. Peccato, perché da buon napoletano, al Napoli sarei rimasto a vita".

 

Qualche maligno sussurrò che ci fosse la longa manus di Antonio Iuliano, preoccupato di conservare la sua leadership…

"Guardi, al di là di qualche gelosia, diciamo così di natura tattica, i rapporti fra me e Antonio sono sempre stati assolutamente normali. Prova ne sia che i nostri figli sono amicissimi fra loro. Non ci amavamo alla follia, ma neanche ci facevamo la “guerra” l’un l’altro. No, non credo che c’entri Antonio nella mia cessione".

 

Chi la soprannominò “Baronetto”?

"E’ stato quel grande giornalista che risponde al nome di Antonio Ghirelli; in un pezzo di presentazione su Inter-Napoli (21.03.1971), gara decisiva per l’assegnazione dello scudetto, titolò a nove colonne sul “Corriere della Sera”: “Arriva il Baronetto di Posillipo”. Potete immaginare la mia soddisfazione … quella partita è rimasta nella memoria di molti a causa di un arbitraggio non proprio imparziale … venne concesso un rigore per un fallo su Mazzola che era rimasto in piedi! Il Napoli non avrebbe dovuto attendere la fantastica “era Maradona” per vincere lo scudetto. Saremmo stati i primi azzurri a conquistare il titolo. La sfortuna ed altri fattori esterni ci hanno impedito di realizzare questo risultato atteso da tanti anni".

 

 

“Improta e il Catanzaro”

 "A Catanzaro mi sento come a casa mia. Per questa società ho fatto di tutto: il giocatore, l’allenatore ed adesso il dirigente. Ho ricevuto sempre grosse soddisfazioni in terra di Calabria. Ho sempre avvertito grossa stima e rispetto da parte di questa città e di questa tifoseria che, quanto a calore, è molto simile a quella napoletana. Mi trovo talmente bene che, se avessi la possibilità di scegliere oggi come oggi di lavorare per il Napoli o il Catanzaro, preferirei rimanere dove mi trovo. Anche quest’anno, grazie ad una squadra che sta facendo di tutto per tornare in serie B, sto vivendo delle emozioni sopite da tempo. Ho accettato con molto piacere l’invito a collaborare per la realizzazione di quest’obiettivo".

 

 

“Improta e il Napoli di oggi”

 

Tre giocatori da salvare nel Napoli attuale.

"In particolare trovo molto bravo Vittorio Tosto, sia in fase difensiva che in fase propulsiva. Montenzine è un giovane con un’ottima tecnica di base, che potrà fare strada: peccato che abbia subito un così grave infortunio, proprio adesso che era in ottima forma. E visto che lei mi ha chiesto 3 nomi, aggiungerei, in questa mai personalissima lista, anche il nome del portiere Emanuele Manitta".

 

Conosce il Presidente Naldi? Che opinione ha di lui?

"Conosco molto bene Salvatore Naldi. E’ un imprenditore serio e capace che si è accollato una simile patata bollente soprattutto per passione. Il suo essere troppo tifoso lo porta ad entusiasmarsi facilmente e questo è sicuramente un errore, visto che lui è il Presidente. Dovrebbe essere, in sostanza, più dirigente e meno tifoso. Da buon napoletano tiene da morire agli azzurri e sono certo che sta facendo di tutto per riportare il Napoli ai livelli che la città ed i tifosi meritano. Per questo, secondo il mio parere, va elogiato ed aiutato". 

 

Auguri di cuore a Gianni Improta per il suo futuro e la sua squadra ed un sincero “grazie” da PianetAzzurro e dal sottoscritto.

 

 

                                                                                   

Emanuele Orofino                                             7/4/2004

 

 

 

 

  

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