GIU' LA MASCHERA VECCHIA SIGNORA

   

Finita l'epoca d'oro delle vittorie con i conti in regola, la Juventus si appresta per la prima volta a chiudere il bilancio con una perdita di 17 milioni di euro. Senza l'aiuto di Mediaset i guai sarebbero stati anche maggiori


di SALVATORE NAPOLITANO


Giù la maschera: anche la Juventus ha i conti in rosso. I suoi problemi, peraltro evidenti già negli anni passati, nonostante i risicati utili conseguiti, stanno fatalmente venendo a galla. L'assemblea degli azionisti approverà il mese prossimo il bilancio al 30 giugno 2004. Ma si tratta di un atto più formale che sostanziale, perché il consiglio di amministrazione dello scorso 11 agosto, dando il via libera ai conti del quarto trimestre dell'esercizio, ha già anticipato il risultato annuale: ad onta di un fatturato vicino al record assoluto dell'anno precedente, 215 milioni e 951mila euro invece di 218 milioni e 322mila euro, la perdita è ammontata a 17 milioni e 170mila euro. Ma sarebbe stata più che doppia senza il colpo di genio dell'ultimo minuto: in questo, alla Juve, sono maestri. Come si ricorderà, il 30 giugno 2003, la società bianconera cedette alla Costruzioni Generali Gilardi il 27,2% della sua controllata Campi di Vinovo, proprietaria dei terreni di Vinovo e Nichelino, centrali per il progetto cosiddetto Mondo Juve, ottenendo una plusvalenza di 32 milioni e mezzo di euro: in tal modo, riuscì a chiudere l'esercizio con un utile di 2 milioni e 150mila euro. In cambio, concesse alla Gilardi il diritto di rivenderle la stessa quota appena acquistata allo stesso prezzo. Quest'anno, l'impresa è stata compiuta con due giorni di anticipo: il 28 giugno, la società bianconera ha stipulato con Mediaset un accordo per 32 milioni di euro complessivi. In forza di esso, la Juventus ha ceduto vari diritti: anzitutto, quelli nuovissimi, relativi alla trasmissione in Italia, a pagamento e con accesso condizionato, delle partite interne del campionato delle tre stagioni 2004-2005, 2005-2006 e 2006-2007 tramite digitale terrestre, cavo e Adsl. In cambio, ha ricevuto 12 milioni: dunque, 4 all'anno. Il principio della redazione dei bilanci impone di imputare i costi e i ricavi in base alla loro competenza economica: essi saranno perciò contabilizzati nei fatturati dei prossimi tre anni. E gli altri 20 milioni ricevuti da Mediaset? Sono stati il corrispettivo per la cessione dei diritti di prima negoziazione e di quelli di prelazione sui diritti criptati a pagamento delle partite interne di campionato a partire dalla stagione 2007-2008. Infatti, l'attuale contratto con Sky scade il 30 giugno 2007. Ma in che cosa consistono i diritti di prima negoziazione? Danno a Mediaset la possibilità di sedersi per prima al tavolo delle trattative, per un periodo di tempo congruo per la stipula del nuovo contratto relativo ai diritti criptati. Una ripartizione davvero singolare: ben 20 milioni solo per sedersi a un tavolo prima degli altri e appena 4 all'anno per il digitale terrestre. C'è però un senso preciso: quei 20 milioni possono essere contabilizzati come ricavo dell'esercizio in cui si manifestano, riferendosi a un diritto di competenza economica immediata. E così è andata: in tal modo, le perdite bianconere sono diminuite proprio di 20 milioni. C'è del genio in tutto ciò: per imbellettare i conti dell'anno prossimo, dovremo forse aspettarci l'invenzione di un diritto di prima colazione con Bettega, Giraudo e Moggi, o magari di un diritto di primo palleggio con Del Piero, Nedved e Trezeguet? Nonostante gli scricchiolii di bilancio, la vecchia Signora ha pur sempre parecchi estimatori: si sono ascoltati alcuni peana sul taglio dei costi operato sulle retribuzioni di calciatori e tecnici. Il dato è inoppugnabile: 131 milioni e 700mila euro nell'esercizio chiuso al 30 giugno 2003, 116 milioni e 500mila euro in quello chiuso al 30 giugno 2004. Dunque, un risparmio di 15 milioni e 200mila euro: peccato però che ben 13 milioni e 300mila euro derivino dalla mancata corresponsione del premio scudetto. E quel Davids spedito a gennaio a Barcellona ha fatto il resto. A proposito di tagli dei costi, a corso Galileo Ferraris hanno tenuto e terranno le dita incrociate, sperando che nessuno si faccia mai male: non è stata più sottoscritta la polizza «ingaggi calciatori», che trasferisce sulla compagnia assicuratrice l'onere degli stipendi di chi è infortunato. Il risparmio è stato pari a 3 milioni e 300mila euro. Infine, è meno roseo anche il futuro con Sky: l'accordo rinnovato il 30 aprile per il biennio 2005-2007, prevede ben 90 milioni di euro per il 2005-2006 e 94 milioni e mezzo per il 2006-2007, in cambio dei diritti criptati delle partite casalinghe del campionato, dei diritti in chiaro per l'estero, degli allenamenti, del trofeo Berlusconi e di altri diritti commerciali. Ma il pagamento non sarà più effettuato con due anni di anticipo, come accaduto finora: i soldi relativi al torneo che sta per cominciare erano già stati incassati dalla Juventus entro il 30 giugno 2003. Il 28 giugno scorso è stata invece percepita solo la metà dei 90 milioni previsti per il 2005-2006. Il saldo sarà corrisposto in due rate ulteriori: la prima il 15 settembre, la seconda il 15 dicembre 2005. E i 94 milioni e mezzo relativi alla stagione 2006-2007 saranno incassati in tre rate uguali con scadenze 15 giugno 2006, 15 dicembre 2006, 15 marzo 2007. E' un vantaggio di non poco conto che viene lentamente meno: gli incassi anticipati valevano circa 165 milioni e mezzo al 30 giugno 2003, e circa 140 milioni e mezzo al 30 giugno scorso.

Poiché le necessità finanziarie della gestione restano sostanzialmente immutate, a meno di un taglio forsennato dei costi o di un aumento esponenziale dei ricavi, alla Juventus toccherà far scadere qualche debito o aumentare l'esposizione verso le banche per compensare il progressivo azzeramento dei ricavi anticipati: entrambe le cose hanno un costo in termini di interessi passivi. E, addirittura, i vantaggi crollerebbero se finalmente, come buon senso economico e morale sportiva impongono, i diritti televisivi fossero ripartiti in modo più equo: i bianconeri e i loro «gemelli di cartello» Milan e Inter incasserebbero di meno, tutte le altre squadre di più. 

 

Gli amici della finanza del club bianconero


Si chiama Editori per la Finanza: è una società nata nel marzo 2001. In breve tempo è riuscita ad espandersi, tanto da giungere a controllare di fatto un quotidiano, un sito internet, due settimanali e un mensile, tutti nel settore finanziario: Finanza e Mercati, BluInvest.com, Borsa e Finanza, Bloomberg Investimenti e TuttoFondi & Sicav. «Indipendenti e autorevoli», si legge nella pagina iniziale del suo sito. Dallo scorso luglio, la società è diventata «partner commerciale» della Juventus. I dettagli dell'accordo non sono stati divulgati: in corso Galileo Ferraris tutelano in modo ferreo i loro colleghi in affari. Normalmente, la società bianconera riceve una cifra nell'ordine dei 100mila euro annui per concedere ad altre aziende il diritto di fregiarsi della qualifica. Davvero niente male: chi deve assicurare e garantire indipendenza e neutralità di giudizio rispetto a una società quotata in Piazza Affari ne è addirittura «partner». Guardare per credere: basta visitare il sito internet della società bianconera. Pochi giorni dopo la stipula dell'accordo, nel numero del 10 luglio di Borsa e Finanza, l'amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, è stato intervistato dal vice direttore del settimanale, Ugo Bertone. Esplicativo il titolo: «Borsa, svegliati. La Juve vale di più. Parola di Giraudo». Non una domanda pepata. Senz'altro, una circostanza del tutto casuale. (s. nap.)

                                          6/09/04

 

 

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