GRAZIE NALDI, MA...

Il Napoli si trova iscritto alla B grazie al Presidente, i suoi tanti meriti hanno ripulito parte dei debiti lasciati da Ferlaino, ma è compito del cronista analizzare freddamente la situazione della squadra ed i problemi rimasti alla fine del calcio-mercato.

L’organico del club azzurro è stato palesemente indebolito da un anno di vicissitudini finanziarie, tra giocatori arrivati e partiti, il bilancio, rispetto allo scorso anno, è di meno undici giocatori, praticamente una squadra, molti ruoli sono ancora scoperti e per altri mancano le alternative essenziali per un campionato così estenuante da mantenere a buon livello. E visto che gli acquisti indispensabili sono considerati regali, per il bene del Napoli ne chiediamo altri al più presto al nostro Babbo Na-ldi, infatti c’è ancora tempo per tesserare giocatori svincolati.

In realtà anche non volendo superare il budget speso per l’acquisto di Dionigi, che è comunque un buon acquisto, si poteva fare ben altro per rinforzare la squadra. Infatti tra monte ingaggi e trasferimenti con circa due milioni di euro si potevano prelevare a costo zero Tosto, Caruso, Ametrano, Vasari, Luiso, Cois, O’Neill e Cappellini più il prestito di Ghirardello, come ha fatto il Siena, e Cardinale.

Perché allora non rinforzare il team anche con nessun esborso aggiuntivo previsto? La strategia di mercato di Marchetti diventa dunque difficilmente comprensibile, se non alla luce di due motivazioni: o la squadra è ritenuta molto forte e competitiva per la promozione, e questo sarebbe assai preoccupante per un evidente errore di valutazione da parte dei massimi organi societari, oppure la società punta ad una dignitosa permanenza in B. Ed allora analizziamo il comportamento del Presidente Naldi ed i suoi toni altalenanti da quando è entrato in società per vederci chiaro.

A febbraio l’albergatore Salvatore Naldi entra come socio di minoranza alle spalle di Corbelli, le sue esternazioni sono piene di passione e di gloria futura, parla di un Napoli pronto a tornare in Europa in pochi anni e destinato a vincere anche in A. All’addio di Corbelli, Naldi rimane solo ed i suoi toni calano in sordina. In primavera, gli sforzi finanziari hanno giustamente l’unico obiettivo dichiarato di prendere tutto il Napoli, per evitare di essere coinvolto nel fallimento che a quel punto avrebbe attaccato soldi suoi e di Corbelli, ed iscriverlo al campionato dopo le polemiche sull’amministrazione giudiziaria. Dopo il dovuto ringraziamento da parte della città, a giugno si prospetta l’ingresso di un nuovo azionista di maggioranza, con il probabile avvento della Marriot o del finanziere arabo Haq, le dichiarazioni di Naldi salgono alle stelle, promette un Napoli ricco di campioni da acquistare, in particolare con giocatori del Senegal che stavano ben impressionando durante la Coppa del Mondo, in ogni caso la squadra doveva tornare a grandi livelli prestissimo, 5 o 6 calciatori sicuramente sarebbero arrivati entro l’estate. Poi Naldi si ritrova di nuovo solo ed allora, dopo aver cercato inutilmente nuovi soci ed appoggi nell’ambito campano, davanti alla stampa la squadra è dichiarata già forte così come è, ed ad agosto si legge che il Presidente non ha mai promesso acquisti, fino a regalare Dionigi ai tifosi, probabilmente sotto le pressioni di Colomba.

Da questa rilettura degli ultimi sette mesi, sembra dunque che l’attuale società, dopo l’esborso sostenuto per rilevare la maggioranza delle azioni, abbia mezzi giusto per garantire una sopravvivenza in serie B alla città, senza ambizioni di rilancio a breve termine, e l’impressione del momento è che ciò stia bene a buona parte della tifoseria. In ogni caso è auspicabile che nuovi soci affianchino Naldi nella difficile ed onerosa gestione di una società sportiva che merita grandi successi dopo dieci anni di umiliazioni e sofferenze.

 

 

di Raimondo Miraglia

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