I
GIOCATORI POTREBBERO METTERE IN MORA IL NAPOLI
A
pochi giorni dalla vitale gara del Celeste
di Messina, dove è in gioco la stessa sopravvivenza del club di Soccavo,
nessuno si sarebbe aspettato una tale presa di posizione da parte dei
calciatori del Napoli relativamente alla questione stipendi. E’ vero, i
calciatori hanno ragione a pretendere quanto è in loro diritto ma averlo
fatto ora probabilmente non è stato saggio. Questo è il motivo per cui
Perinetti ha imposto il silenzio stampa ai giocatori azzurri: "La
squadra sarà in silenzio stampa fino a dopo la gara col Messina. Abbiamo
preso questa decisione perchè i ragazzi devono mantenere la giusta
concentrazione in vista di questa partita delicatissima". Il direttore
sportivo del Napoli smentisce poi l'esistenza di tensioni tra squadra e società:
"Anzi, tra noi ed i calciatori -conclude Perinetti- c'è collaborazione
ed infatti stiamo cercando con loro un accordo collettivo nell'interesse
comune delle parti ". Per comprendere cosa sia successo tra squadra e
dirigenza bisogna fare un passo indietro, a lunedì, quando i calciatori del
Napoli hanno
fatto sapere che l’allenamento non avrebbe avuto inizio se prima non
avessero avuto un incontro chiarificatore sulla questione stipendi arretrati.
Gli ‘anziani’ del gruppo sono addirittura creditori degli stipendi di
ottobre, di novembre e di dicembre dello scorso anno. Quelli del 2003, invece,
non hanno ancora visto un centesimo. A dicembre, la squadra aveva dato la
disponibilità a spalmare gli stipendi, subendo una normativa della Lega che
favorisce le società se i calciatori interessati sono d’accordo. A patto,
però, che venissero saldate le mensilità sino a febbraio. Purtroppo, Naldi ,
angustiato da mille altri problemi, ha trascurato la questione stipendi ed i
giocatori, alla loro ultima occasione per farsi sentire, sono esplosi nella
protesta. Chiariamo subito che non si è trattato di un tentativo di
ammutinamento ma solo la giusta pretesa di ‘lavoratori’ che vogliono
essere pagati per le loro prestazioni professionali ed hanno preteso un
incontro chiarificatori con Perinetti e Naldi. La squadra non riceve da otto
mesi la busta paga ed ha chiesto garanzie prima di scendere in campo.
Perinetti, per ora, è
riuscito a placare i calciatori, e lo stesso Naldi
ha garantito che entro la fine del mese saranno saldate tutte le spettanze
sino a febbraio e la protesta è rientrata. Ma è chiaro che se il patron
azzurro non dovesse mantenere neanche questa volta le promesse fatte ai
calciatori, questi ultimi potrebbero mettere in mora la società e nuovi
agghiaccianti scenari potrebbero prefigurarsi per il disastrato club di
Soccavo.
Una
buona notizia intanto per Toto' Naldi. La sezione preposta del Tribunale
di Roma ha rigettato il ricorso per fallimento proposto dalla Sportinvest di
Giorgio Corbelli nei confronti della SAF spa (Società Albergo Flora), di
proprietà del presidente del Napoli, Salvatore Naldi. La società detiene il
40 per cento delle azioni della Napoli s.a. che, a sua volta, è proprietaria
di oltre il 90 per cento delle azioni del Calcio Napoli. La richiesta di
Corbelli faceva riferimento al mancato pagamento di 30,7 milioni di euro per
l' acquisto delle azione della società. Il Tribunale ha accolto pienamente le
tesi difensive della SAF, ritenendo del tutto infondata l'istanza della
Sportinvest.
Vincenzo
Letizia
5/6/2003