11/1/2005
Carissimi
amici di
PianetAzzurro,
Qui è una sera calda
di estate. I
brasiliani attendono
il Carnevale, sopra
le feste di Anno
Nuovo appena finiti.
Ho messo un po di
buona musica
brasiliana per
rilassare - non
poteva essere
diverso per una
Musicoterapeuta.
La settimana scorsa
mi sono sentita con
Enzo Letizia per
riprendere la
rubrica, dopo un
lunghissimo e
tenebroso inverno
nella mia vita. Ho
chiesto per molte
volta cosa potevo
scrivere e lui,
gentilmente, ha
risposto: "quello
che vuoi, quello che
vuoi...".
Pensavo offrire
qualcosa diversa,
più d' accordo con
il profilo del nuovo
PianetAzzuro, ma
così mi sono
completamente
bloccata, non
riuscivo a pensare
come riprendere il
nostro rapporto.
Alcune settimane fa,
guardavo una partita
di calcio in TV:
Barcellona contra
qualche squadra
spagnola di cui non
riesco a ricordarmi
il nome.
Poi, durante la
settimana scorsa
sono andata la sera
a prendere un caffè
con delle amiche. È
incredibile cosa ci
può rendere una
semplice “tazzulella
’e cafè". Tra queste
ragazze c’èra una
particolarmente
infelice. Niente
sembra abbastanza
bello o buono, il
mondo la detesta, il
lavoro non va bene,
etc.. Ho dovuto
raccontare una cosa
che ho imparato fin
da piccola con mio
padre: "se la
mattina ad alzarsi,
pensi: che schifo,
vado un'altra volta
a lavorare in quel
posto, con quella
gente - è meglio
scappare subito!".
Forse questa frase
intelligente di papà
possa servire per
tante cose: lavoro,
rapporti affettivi,
amici, etc. E ho,
poi, continuato a
raccontare come ho
stabilito un
rapporto di immenso
piacere con la mia
professione
attravverso la
musica, i maestri,
la famiglia. Non
riesco ad fare
niente che non mi
possa proporre un
minimo di piacere.
Ecco! Dopo tutto
questo percorso,
possiamo tornare
allo sport? A quella
partita del Barça?
Vorrei parlare un po
di Ronaldinho
Gaucho. Un talento
senza fine. Ragazzo
nero, nato nel sud
del Brasile, dove
troviamo una
maggioranza bianca.
Ha perso il padre
annegato quando era
ancora piccolo. Il
fratello è stato un
giocatore di prima
linea ma ha lasciato
il calcio in
funzione della
famiglia. C’`e la
sorella più grande
che lo accompagna
sempre e la mamma
che lo coccola in
qualsiasi evento e
possibilità. Hanno
perfino fatto una
campagna
pubblicitaria con
lui sdraiato con la
mamma che li faceva
coccole. Non rifiuta
mai quest’immagine
di bambino
terribile.
Allora, è di questo
che voglio parlare:
non ho mai visto in
campo una persona
che gioca con tanta
allegria. Lui
scherza con gli
amici, con se
stesso, prende il
pallone in giro e
così riesce a fare
quello che da tanto
tempo non
vedevamo... È il
nuovo "Principe Nero
del Pallone
Brasiliano". E come
Pelé, esala allegria
e amore quando
gioca. Anzi, usa la
parola giocare nel
senso più stretto:
occupandosi in un
passatempo.
In una prossima
opportunità,
guardate, guardate
il sorriso di quello
ragazzo, i capelli
che volano nell’aria
e come sembra
scivolare mentre
corre dagli altre.
Chiaramente, come
lui ci sono tanti
altri ragazzi:
talentosi e
dedicati, ma che, a
volte, dimenticano
la cosa più semplice
e importante per
fare un bel lavoro e
perfino per
presentare una bella
partita: il piacere,
l’alleria.
In tutto dobbiamo
mettere questa forza
che ci muove e ci
trascina su. Se
siamo i tecnici, i
preparatori, i
genitori, i propri
tifosi. È
un’illusione credere
che riusciremo ad
arrivare da qualche
parte diversamente.
Chi può essere
felice senza
l’amore, senza il
piacere? Non parlo
qui della passione
folle! Questa
disturba, non ci fa
vedere e nemmeno
sentire. Ci fa
perdere i sensi, e
poi finisce presto.
Distrugge qualsiasi
possibilità di
sviluppare un
rapporto serio e
lungo. L’amore è
diverso, è costruito
piano, piano, con
rispetto. Ronaldinho
Gaucho, allora, con
la sua storia, la
sua vita, ha
imparato ha
rispettare a se
stesso, le sue
voglie, il suo
piacere. Ha imparato
a rispettare lo
sport in cui metti
tutto il suo amore e
tratta il pallone
come una donna che
ama essere toccata
con delicatezza. Ha
imparato a
rispettare i più
grandi, che hanno
esperienza e anche a
guardare, con molta
attenzione, tutti
quelli che possono
essere utile nella
sua strada.
Anche Kaká è come
lui, poi Robinho e
Diego... Sono
bambini con
l’altezza di un
adulto.
Penso che sono
fortunati i tecnici
che prendono ragazzi
come questi e poi,
con la sensibilità
di un grande Mister,
insegnano i percorsi
della felicità e del
rispetto dentro lo
Sport.
L’importante è
essere felice per
fare un lavoro
serio. Ridere di se
stesso prima che gli
altri ridono di te.
Essere capace di
perdonare a se
stesso, prima di
chiedere il perdono
degli altri. Avere
fede in se stesso,
prima di osservare
la storia degli
altri. Sorprendere a
se stesso, prima di
sorprendere gli
altri. Non aspettare
applausi vuoti di
sentimenti, ma
sperare un silenzio
pieno di sentimento.
Per questo 2005
aspetto dal Calcio e
dello sport questa
ALLERIA. Aspetto
buone sorprese che
mi facciano stare
zitta prima di
scoppiare un grido
di felicità.
Alleria, pe' 'nu
mumento te vuò
scurda’ che
hai bisogno d'alleria,
quant'e sufferto 'o
ssape sulo Dio.
E saglie 'a voglia
d'allucc , ca nun
c'azzicche niente,
tu vulive sulamente
dà:
e l'alleria se ne
va...
Dott.ssa
de Oliveira
Musicoterapeuta
e Psicologa
Specializzata in
Terapia della
Comunicazione
e Terapia nello
Sport
patricia.br@libero.it
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