IL CALCIO HA PERSO ANCORA

 

 

Il calcio si trova nuovamente a fare i conti il suo lato oscuro, con quella follia che sempre più spesso s’impossessa di parti della tifoserie che con le armi della violenza e della devastazione vanno a falcidiare l’immagine di questo sport.

Domenica 21 si è addirittura andati oltre i già di per sé vergognosi scontri tra tifoserie e forze dell’ordine, è avvenuto un fatto di gravità assoluta. Il calcio si è fermato. Lo stesso calcio che non si era arrestato di fronte alle stragi dell’11 settembre e dell’11 marzo di Madrid, che aveva fatto disputare una finale della Coppa dei Campioni nonostante i morti dell’Heysel, è stato domenica sera fermato da una parte di tifosi che ha deciso, scendendo in campo e sostituendosi a chi di dovere, che la partita tra Lazio e Roma doveva essere sospesa, divulgando la falsa notizia della morte di una persona, una bambina, negli scontri con le forze dell’ordine e minacciando addirittura, secondo più fonti, l’invasione di campo qualora la partita fosse continuata. Il tutto avviene all’inizio del secondo tempo, si susseguono minuti d’incertezza e differenti dichiarazioni si alternano, ma nonostante le rassicurazioni, provenienti dall’altoparlante dello stadio sulla totale infondatezza dalla tragica notizia, alla fine, dopo una consultazione telefonica con il presidente della lega Galliani, l’arbitro Rosetti, d’accordo anche con i capitani delle due squadre ha sancito la sospensione dell’incontro, decisione definita poi da Galliani stesso quale il minore dei mali nell’occasione. Con la sospensione della partita non si è però messo fine alla folle nottata dell’Olimpico, gli scontri tra ultras e forze di polizia sono perdurati fino a tarda notte per un bilancio complessivo di undici persone arrestate e 11 denunciate; 10 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri feriti o contusi, 14 i tifosi medicati, tutti in maniera non grave.

Molteplici si accavallano le ipotesi sul perché della falsa notizia, il prefetto di Roma, Achille Serra ha dichiarato di aver assistito a strani movimenti sulle gradinate e aver visto scomparire tutte le bandiere della Roma e della Lazio contemporaneamente, come se tra le tifoserie si stesse organizzando qualcosa, ed ha annunciato l’apertura di un’inchiesta della magistratura per far luce sulla vicenda. Ci asteniamo in questa sede dal congetturare ipotesi sulle motivazioni che hanno spinto gli ultras a queste gesta, sperando che la giustizia ordinaria svolga il suo compito, ma siamo altresì portati a credere che la giustizia sportiva non prenderà provvedimenti “forti” nella sua sfera di competenza, farà verosimilmente ripetere la partita all’Olimpico, senza che vi sia la sconfitta a tavolino per le due squadre (come da regolamento), la squalifica del campo per qualche settimana, e senza partite da giocare a porte chiuse, cosa che invece avvenne in occasione del derby di Avellino, quando il Napoli fu costretto a pagare, nel modo che tutti ricordiamo, per la follia di una frangia di delinquenti, in una situazione in parte analoga a questa di Roma in cui però, fortunatamente, non c’è stata alcuna vittima, se non nelle pretestuose affermazioni di coloro che stanno sopprimendo il calcio e infangando il buon nome di chi vive per esso, i veri tifosi.

Eduardo Letizia                                       24/3/2004

              

 

  

 

  

INDIETRO