di Patricia de Oliveira    

• CHECKUPALLONE - IL CAMBIO DI ALLENATORE DA' SEMPRE LA "SCOSSA" GIUSTA? •

 

1/2/2005
(Patricia de Oliveira dal mensile n. 3 di PianetAzzurro) -

Cari amici di PianetAzzurro,

È molto difficile per me scrivere sulla figura dell'allenatore. La mia tendenza è quella dell'interpretazione psicoanalitica della personalità del Mister per capire lo svolgimento della squadra in campo. E poi penso, ancora, che aldilà della personalità di questo tecnico, la sua intelligenza, il suo ampio poter di visualizzazione e matematica, esiste un esercizio molto più importante per far volare una squadra: è il movimento di scambio continuo dei valori, di andata e ritorno della sensibilità in ascoltare, guardare, capire e ordinare i suoi atleti.
In Brasile, forse, gli uomini se dividono in due categorie: quelli che giocano e quelli che allenano... Impossibile guardare una semplice partita di pallone senza sentire certe commenti su il tecnico, le mosse sbagliate, i giocatore che non vanno bene, etc.. Così, quasi, quasi posso capire che essere allenatore è un'attività culturale.
Sappiamo, invece, che non è così. Allenare è molto più che riunire un paio di atleti nello stesso spazio, per fare una stessa attività e, finalmente, scontrare i risultati desiderati. Allenare è saper condurre gli atleti ad un stesso fine, utilizzando la loro intelligenza, affetti e personalità individuale per costruire una nuova identità. L'identità della squadra.
Una squadra bisogna di tempo per costruire questa identità. È come un bambino. Ci mette tempo e lavoro, impegno e educazione. Perciò, è molto difficile valutare precisamente il disimpegno di una squadra attraverso il suo tecnico. A volte, può succedere che la squadra abbia già un'identità propria così forte che un nuovo allenatore sarà incapace di penetrare, rompere la barriera. Tanti tecnici sono bravissimi con certe squadre, ma con altre questo movimento non esiste.
In Brasile, come in una gran parte dei paesi che amano il Calcio, l'idea è: "cambiare l'allenatore per spingere la squadra". Nell'ultimo Brasileirão, pare che tutte le squadre hanno cambiato tecnico almeno 1 volta, cercando di dare una scossa alle squadre senza risultati. Esiste tanto da pensare su questo. La correttezza di questo atteggiamento deve essere valutata fino in fondo, analizzata, re-analizzata. Ha volte una mossa come questa può distruggere ancora di più tutto un lavoro da tempo realizzato.
Leão, quello che è stato calciatore, ha allenato il Santos, di Pelé, per quasi due anni. Ha vinto il Brasileirão con questa squadra come da tanto tempo non se vedeva. Ha preso ragazzi piu giovanni della società e del calcieto e mischiato con quei più maturi. Li ha formato morale e tecnicamente. Ha messo insieme un sacco di personalità frizzanti e nella sua intelligenza, gentilezza ed eccessiva educazione, come un genio - mister, ha formato una squadra invincibile, con la doppietta più interessante del calcio in quello momento: Robinho e Diego. Hanno creato, inventato, giocato, scherzato e, principalmente, sono stati felice dentro il campo. Leão ha lasciato la squadra per motivi meramente politici con la società e così hanno chiamato Luxemburgo. Tecnico con atteggiamenti più militare che emozionale ha aggiunto il Titolo del Brasileirão di 2004 perchè il tecnico, prima di lui, aveva lasciato tutto pronto. Lui ha soltanto continuato a guidare una cosa che già andava bene.
Luxemburgo adesso è nel Real Madrid. Lì, è stato chiamato per, decisamente, mettere ordine nella casa e costruire una nuova personalità in una squadra che non riesce ad aggiungere risultati e non aggiunge risultati perchè è così apatica nella ricerca dei movimenti. Per una squadra disordinata, con tante personalità diverse e tante celebrita che vogliono mettere fuori tutta la loro grandezza, chiamare Luxa è stato un colpo di scena. Lui è il personaggio giusto, che guarda negli occhi delle persone con cui sta parlando,, c'è voce forte e non sopporta disordine. Lui è il personaggio giusto per aggiustare questa squadra disordinata nella formazione del carattere di gruppo. Sono sicura che Luxemburgo riuscirà. Ma molto qui dipende ancora degli atleti: voler o non aprire le porte a questo nuovo mister, le sue regole, il suo modo di pensare ed agire.
Un'altro esempio ad essere usato è Felipão che sta ancora allenando la squadra Portoghese. Lui è il mitico genitore. Accarezza quando hanno bisogno, ma è molto duro quando non li danno la risposta giusta. È impegnato, intelligente e molto matematico, ma comunque è molto affettuoso e rispetta ognuno dei suoi atleti e le sue diversità. La famiglia per lui è così importante che la sua squadra, quella dell'ultimo mondiale, è diventata la "famiglia Scolari", l'esempio di famiglia brasiliana. Facevamo tutti parte di questa grande famiglia. Mandavamo musiche, film e messaggi d'appoggio a tutti loro in Korea. Prima di qualsiasi partita vedevano e sentivano ogni espressione di affetto del popolo brasiliano. Ognuno di loro ha ammesso il suo ruolo e così incontravamo i fratelli piu grandi, i più piccoli, i piu allegri, i più seri, etc., rispettando sempre ogni differenza.
La domanda è: Può il cambio di allenatore dare una scossa ad una squadra apatica, che non funziona?
La mia risposta è: credo che se la scelta è stata fatta pensando nei movimenti della personalità del gruppo si, è possibile. Invece, se la scelta dell'allenatore è stata fatta prendendo in considerazione tanti altri aspetti meno utile, penso che non sarà proprio possibile.
Un grande abbraccio a tutti vuoi, allenatori in conseguenza della passione...
 

 

 

 

 

 

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