IL CORAGGIO DI RITIRARSI

                     

4 novembre 2001: questa data doveva segnare il  ritorno di quello che veniva considerato fino a poco tempo fa l'erede di Maradona. E invece niente. Niente perchè l'ennesimo infortunio lo fa uscire dopo soli 13 minuti di gioco. "Solo una piccola contrattura" si affretta a rassicurare "ho chiesto il cambio solo per prudenza". Le ultime parole famose.  In realtà le disgrazie di Ronaldo hanno origini antichissime, già in Olanda era stato operato quando vestiva la maglia del Psv Eindhoven durante la sua parentesi olandese. Sembrava tutto finito ma poche ore prima della finale dei campionati mondiali si risveglia la ferita che non gli permette di disputare l'incontro. Lo stesso ginocchio lo tradisce il 21 novembre 1999 durante Inter-Lecce, nuovo intervento chirurgico, pausa e ritorno in campo il 12 aprile del 2000 nella finale di Coppa Italia contro la Lazio: dopo 6 minuti di nuovo fuori. Ennesima operazione; lo staff medico dell'Inter assicura che il campione brasiliano è completamente guarito, e si vede: questa volta resiste addirittura per un quarto d'ora! Non è giunto il momento di capire che ormai Ronaldo è un giocatore finito? Perchè volerlo recuperare a tutti i costi? Una società come l'Inter non ha la possibilità di muoversi in maniera appropriata sul mercato? Sono forse gli sponsor che impongono la presenza di Ronaldo nel campionato italiano, ma allora quali loschi affari si nascondono? O è lo sfortunato giocatore a non capire che ormai il suo tempo è finito, che tanto non potrà mai più tornare il campione di una volta? Non capisco perchè ostinarsi a cercare un ritorno che diventa sempre più improbabile, mi rendo conto che ritirarsi a soli 25 anni non sia una prospettiva entusiasmante ma d'altra parte non vedo altre soluzioni. Non resterebbe disoccupato a lungo, sono sicuro che lo vedremmo ben presto protagonista di qualche trasmissione televisiva, l'importante è che capisca che ormai il campo da gioco lo potrà vedere solo dalle tribune: deve avere il coraggio di ritirarsi.  

di RAIMONDO E. CASACELI

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