Chi
ha letto
PianetAzzurro
negli
ultimi
giorni
non si è
stupito
della
decisione
del
Tribunale
di
Napoli.
Già
ieri
avevamo
titolato
una
prima
pagina
con
"Il
tribunale
concederà
il
rinvio".
Bellamio,
Di Lauro
e
Sparano
sono
riusciti
nell'intento
di
convincere
i
giudici
ad
ottenere
quello
che al
tribunale
niente
costava:
una
piccola
proroga
di
quindici
giorni.
Falliciardi
e Caria
hanno
così
rimandato
al 30
luglio
l'udienza
sul
fallimento
del
Napoli,
scegliendo
quella
che fra
le
ipotesi
appariva
evidentemente
la più
equilibrata.
Impossibile
l'archiviazione,
viste le
tre
istanze
di
fallimento
che
tuttora
pendono
sulla
SSC
Napoli,
altrettanto
difficile
il
decretare
il
fallimento
in
presenza
di un
documento
(il
contratto
firmato
da
Gaucci) che
attesta
l'apertura
di un
discorso
che, nel
deserto
totale,
si
propone
di
salvare
il
calcio a
Napoli.
Percorso
chiacchierato,
tortuoso,
difficile,
ai
limiti
del
possibile
quello
intrapreso
da
Gaucci.
E' pur
vero che resta
l'unico,
causa
della
colpevole
assenza
di
imprenditori
e
istituzioni,
pronti
con i
crisantemi
all'uscita
dei
tribunali.
Hanno
dovuto
piangere
non il
cadavere
della
SSC
Napoli
ma il
conto
del
fioraio.
Ci
avrebbero
dovuto
pensare
prima e
non
nelle
ultime
ore a
produrre
l'alternativa
a Gaucci.
Qualcosa
ancora
si
muove,
ma di
concreto
ancora
non c'è
nulla.
Sarà
anche
aleatoria
l'operazione-Gaucci,
ma è
l'unica
in
piedi.
Potrebbe
trovare
l'appoggio
della
Lega
Azzurra,
presto
le parti
si
incontreranno.
Nel
frattempo,
i
napoletani
segnano
sul
calendario
la data
del 21
luglio,
giorno
in cui
il CONI
si
pronuncerà
sul
ricorso
redatto
dall'avvocato
Abbamonte
che
chiede
l'affiliazione
della
Napoli
Sportiva
Spa alla
FIGC. Se
la
Camera
di
Conciliazione
dovesse
riconoscere
a Gaucci
le
proprie
ragioni,
non ci
sarebbe
neanche
bisogno
di quel
ricorso
al Tar
che, in
caso
contrario,
partirebbe
il
giorno
successivo.
Si
arriverà
così al
27,
giorno
del
Consiglio
Federale.
Ci sarà
una
squadra
di
Napoli
nel
lotto
delle 22
di B? Al
momento
è
difficile
dirlo.
Di
certo,
il primo
ostacolo
è stato
- anche
se
prevedibilmente
-
superato.
Perché
se oggi
il
tribunale
avesse
decretato
fallimento,
sarebbe
stato
inutile
ogni
altro
discorso.