IL NAPOLI DEI PAREGGI 

 

Un pareggio con la regola dei tre punti è una mezza sconfitta, può capitare di pareggiare ma non è possibile, per una squadra che deve lottare fino all’ultimo secondo per salvarsi, accettare supinamente il punto e non cercare di vincere un incontro alla propria portata.

A Livorno Colomba è partito con la paura che lo contraddistingue fuori casa da quando è arrivato a Napoli, ecco quindi il ritorno dopo mesi alla difesa a quattro, anche però a causa delle assenze, e mette dentro un solo attaccante. L’infortunio di Troise ed il gol di Doga scombussolano i piani dell’allenatore, entra Montezine e la tattica cambia, prima tenta di lasciare il 4-4-1-1, poi passa ad un 4-3-2-1 ed infine giunge ad un 3-4-1-2 nella ripresa, dove spesso è Dionigi a dover dare una mano a chiudere sulle fasce e Pasino da punta pura diventa più spaesato che mai, così facendo l’attacco è reso inoffensivo facilmente dai tre marcatori di Donadoni.

In ogni caso per i circa venti minuti finali del primo tempo il Napoli ha dominato il Livorno alzando il proprio baricentro (alle volte diventava Bonomi il regista a centrocampo), schiacciando gli avversari nella loro metàcampo e cercando con insistenza il gol fino a trovarlo con Vidigal.

Nel secondo tempo a pareggio ottenuto i giocatori azzurri hanno avuto un evidente calo di concentrazione, dinamismo e voglia di fare, non si è cercato più il gol e le avanzate non erano più corali, le conseguenze? La difesa tornava a piazzarsi sulla linea dell’area di rigore o poco più avanti e la squadra ha subito il pressing del Livorno che non ha segnato solo per le proprie carenze sul piano qualitativo.

Il dilemma in questi casi è capire se il pessimo secondo tempo è stato cercato o subìto da Colomba. Sono certo i giocatori che vanno in campo e la loro volontà è determinante, ma l’assenza della voglia di vincere è da addebitare al mister, una scelta coraggiosa che avrebbe dato convinzione ai calciatori poteva essere quella di inserire Floro Flores già ad inizio ripresa per aiutare un Dionigi solo in attacco e malmenato dai difensori, inoltre inserire un attaccante in più avrebbe voluto dire variare le mosse offensive visto che tutto il gioco del Napoli era finalizzato a Dionigi e così tutte le manovre risultavano facilmente prevedibili.

Non è possibile continuare a buttare le occasioni al vento e sprecare ancora punti, se il Napoli di Colomba ha difficoltà a segnare, deve maggiormente lavorare sul piano offensivo ed avere una mentalità vincente e non sparagnina come quella che si è vista nelle ultime due gare e che conduce direttamente in serie C.

 

23/03/03

Raimondo Miraglia

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