IL PALLONE CHE TREMA

Il Commissario dell'UE per la concorrenza Mario Monti manda nel pallone il calcio italiano. L'annunciata inchiesta sul fantomatico "decreto spalmadebiti" entrato in vigore come legge di stato (che schifezza) il 18 febbraio scorso ha portato a sviluppi insperati più che inattesi. L'Unione Europea ha infatti ravvisato irregolarità nel decreto, puntando il dito contro gli aiuti di governo che il documento legislativo conterrebbe. La spada di Damocle che pende sulla testa di tanti club è pronta ad abbattersi nella prossima primavera, quando cioè da Bruxelles scriveranno una bella letterina a Palazzo Chigi per informare dell'irregolarità di una legge studiata ad hoc per salvare quattro-cinque grandi club che, in caso contrario, avrebbero fatto fine forse peggiore della Fiorentina. Una serie A senza Milan, Inter, Roma e Lazio è certo utopia, ma conti alla mano e soprattutto codice regolamentare sotto braccio, il quadro sarebbe bello e chiaro. Monti ha annunciato che il documento verrà esaminato l'11 novembre, ma perché le sentenze diventino esecutive bisognerà probabilmente aspettare qualche mese. Infatti il governo e la stessa FIGC sono pronti a difendersi, con argomentazioni differenti ma - comunque - lo stesso ridicole. La legge, va ricordato, prevede che i club possono rateizzare in quote annuali per dieci anni la svalutazione di calciatori acquistati negli anni passati spendendo cifre folli. In sostanza, si è calcolato un notevole risparmio dei club che, usufruendo della suddetta legge, arriverebbero nell'arco di dieci anni a risparmiare parecchie centinaia di migliaia di euro. Senza un simile artificio acrobatico, molti club si sarebbero trovati a fare i conti con funzionari Covisoc ma ancora di più - visti ormai quali sono i poteri di questo organo amministrativo... - con i curatori fallimentari. Ecco che allora il governo del Paese e quello del pallone dovranno tirare fuori dal cilindro valide argomentazioni a sostegno di una legge chiacchierata. Ma se Franco Carraro sembra non interessarsi minimamente del caso (famosa la smentita dello stesso Monti su un cavallo di battaglia di Carraro, e cioè che il presidente FIGC aveva l'appoggio incondizionato della stessa UE...) chi invece sembra più preoccupato è Adriano Galliani, presidente della Lega ma soprattutto vice-presidente vicario di uno dei club che a decreto annullato rischierebbe di più. Ed è lo stesso Presidente del Consiglio, per un'analogia dall'immediatezza sconcertante, a interessarsi del caso. Quale sarà però la linea difensiva del governo? Non a tutti è dato saperlo, ma è comunque lecito anticiparla. I legali italiani porterebbero sul tavolo di Monti un fascicolo argomentativo della tesi secondo la quale lo spalmadebiti non è altro che "un provvedimento che difende un patrimonio culturale nazionale" (alias, il pallone). E' facile immaginare fin da ora il contorcersi dalle risate dell'intera commissione. Ecco che, se non ci saranno (improbabili) santi in paradiso, il pallone si avvia verso un netto ridimensionamento. Perché se in Italia potrà regnare la più totale anarchia in materia di bilanci e di iscrizioni al campionato, così non potrà essere in Europa, dove le squadre partecipanti alle competizioni europee non potranno avere debiti con le consorelle o bilanci in rosso. Pena la non partecipazione ai tornei internazionali. Ne discende un bel bagno di umiltà collettivo e un ovvio repulisti di molte società piccole come esempio per qualche grande. In fin dei conti, a chi fregherà niente se un'altro Savoia, un'altra Juve Stabia, un altro Lecco o un altro Ravenna scompariranno? Chi ha mai fatto caso al ciao a tutti della scorsa estate di Alzano, Gladiator, Poggibonsi, Pordenone, Thiene? Nessuno. Ma, a conti fatti, proprio perché nessuno ha fatto caso a un simile scempio, potrebbe rendersi necessaria la scelta di una nuova Fiorentina (una nuova big) come capro espiatorio per dare una bella lezione a tutti. E allora sì che in molti comincerebbero a tremare e le cose cominceranno a cambiare.

 

E IL NAPOLI? Così come tante altre società, anche il Napoli ha usufruito dello spalmadebiti risparmiando un bel po' di milioni. E, così come le altre società, anche il club di Soccavo sarebbe costretto a rifarsi i conti in tasca se la suddetta legge dovesse decadere. Con l'aggravante della questione-ricapitalizzazione: onde evitare rischi, Naldi sarebbe costretto a ricapitalizzare la società non per 10 ma per 16 milioni di euro. E in ogni caso, se questo non dovesse accadere il 21 novembre o entro il 31 dicembre, quei soldi risparmiati con il chiacchierato decreto dovranno essere tirati fuori dopo che Monti dichiarerà nulla la legge. Insomma, in arrivo altri debiti che continuano ad oberare il Napoli. Le banche sono alla finestra, pronte ad intervenire nel calcio incamminatosi in un sentiero sghembo. Restano infatti l'estremo viatico per la salvezza del calcio. C'è da piangere. 

 
 
 

Marco Santopaolo                                                     05/11/2003

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