IL POLPETTONE è SERVITO

 

 

Il polpettone, preparato quest'estate da Franco Carraro per milioni di sportivi italiani, continua a provocare indigestioni tra i presidenti delle società di serie B, e per qualcuno di essi potrebbe essere addirittura un piatto letale.

Il format del campionato a 24 squadre è una pietanza troppo sgradevole. Lo chef ci ha messo troppi ingredienti ed ora puzza di bruciato. Come si fa, domenica, a mettere in tavola una cosa del genere?

Eppure lo chef ha vinto, almeno per ora.

Il presidente del Napoli, Salvatore Naldi, che pure aveva condiviso all'inizio la protesta, ora se la ride ed è ben contento di mandare gli azzurri in campo. Solo che gli avversari probabilmente non ci saranno, visto che anche Preziosi, proprietario del Como, oltre che del Genoa (altra mostruosità inammissibile), probabilmente boicotterà la decisione di Galliani di dare il via al campionato.

Avrà i suoi buoni motivi, Naldi: un investimento notevole in campagna acquisti, un contratto con Sky da rispettare, un po' di furbizia che gli permetterà di accumulare vantaggi in classifica sulle rivali, la prospettiva di rinsaldare alleanze con i poteri forti del Palazzo.

Ma è innegabile che i presidenti delle squadre cadette hanno preso schiaffi da tutte le parti e il loro nervosismo è pienamente giustificato.

Meno introiti, preparazioni sballate, investimenti a rischio. I giochi sono stati alterati forzatamente e ora viene detto loro di fare silenzio e di ubbidire.

La protesta perciò continua. Torino, Atalanta, Venezia, Verona, Livorno, Triestina e  Piacenza sicuramente non scenderanno in campo. Probabili i forfait anche di Palermo, Vicenza, Como, Genoa e Ascoli.

E il Cagliari? Scenderà in campo, come comunicato nella serata di giovedì, o cambierà idea?

Le altre sono indecise, ma potrebbero ricompattarsi ed appoggiare la protesta.

Il Napoli, dunque, potrebbe trovarsi nell'imbarazzante posizione di schierarsi al fianco delle quattro squadre “clandestine” miracolate da San Carraro e di giocare da solo in un campionato fantasma.

 

di Rino Scialò

5/09/03

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