IN ATTESA DEL VERDETTO FINALE

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Il 6 maggio ci sarà la decisione della CAF sulla vicenda Empoli, è necessario che l’attenzione sia costante nel seguire questo avvenimento di giustizia e civiltà sportiva.

Lo scandalo causato dalla sentenza della Disciplinare, ricordiamo che l’Empoli è stata condannato solo al pagamento di una multa mentre tutta la responsabilità è caduta sul medico sociale che ha subito una squalifica, ancora echeggia nelle menti dei veri sportivi come un barbaro gesto di insabbiamento della verità. La società del presidente Corsi ha anche rivolto appello alla CAF per la riduzione della multa di 600.000 €, quindi potrebbe esserci una riforma ancor più scandalosa della cosiddetta sentenza di primo grado, bisogna che le coscienze non si distraggano alla luce di quanto è successo recentemente nella storia della giustizia sportiva italiana ed internazionale sempre più indiziata di connivenze col doping. Il Palazzo con una mano condanna il doping pubblicamente chiedendo leggi certe, e con l’altra nelle stanze più nascoste concede l’impunità alle società che si macchiano di tale reato sportivo.

Siamo stufi di ascoltare barzellette, sembra assurdo che l’Empoli non fosse a conoscenza degli eventi ascritti al medico, e promuovere in serie A una squadra che ha usufruito, notoriamente ormai, di inganni che aggirano i controlli anti-doping, è il massimo dell’antisportività. Sono state più severe condanne a società per la responsabilità oggettiva (cioè responsabilità per fatti ascrivibili indirettamente alla società e commessi da persone che orbitano nella sfera di azione della società) a causa di tifosi facinorosi, mentre il vero cancro dello sport pulito non è attaccato in maniera seria e decisa.

Auspichiamo che la CAF non inviti all’imbroglio calciatori e società sicure di non incorrere in punizioni, ma che punisca con giustizia esemplare ogni squadra che si sia avvantaggiata direttamente o indirettamente grazie al doping. E’ necessario che questa decisione ridia credibilità allo sport più amato e che chiuda definitivamente la strada alla permanenza del doping nel nostro calcio. 

 

Raimondo Miraglia

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