Anche
se si è perso male non
è una tragedia. Tutto
quello che si diceva in
questi giorni, ossia una
squadra assemblata in
poco tempo con tanti
giovani, tre partite
giocate in una settimana
senza aver avuto il
tempo di fare una
preparazione adeguata,
le assenze del Pampa
Sosa, di Pozzi e di
Toledo, non sono
assolutamente delle
scuse campate in aria ma
dei fatti,
inoppugnabili.
Bisogna
fare i complimenti a
Bruno Giordano, che sta
plasmando una squadra
davvero importante per
questo campionato.
Il
Napoli non ha mai dato
l’impressione di
poterla vincere la
partita. Eppure era
partito con un certo
piglio, con la palla che
stazionava quasi sempre
nella metà campo
avversaria. Ma è stato
un fuoco di paglia
durato appena una decina
di minuti. Le energie
fisiche e mentali spese
mercoledì scorso
l’hanno come svuotato,
e con il passare dei
minuti è andato
sgonfiandosi sempre di
più.
Giampiero
Ventura è un allenatore
bravissimo, come ha
sottolineato il dg
Marino, sia dal punto di
vista tattico che sul
piano umano, un vero
padre di famiglia con i
suoi ragazzi.
Va
detto, però, che lo
schema da lui
utilizzato, il 3-4-3, è
pericoloso se non si ha
la condizione fisica
giusta. Il 4- 4-2 di
Bruno Giordano ha messo
in condizione la
Reggiana di avere sempre
un uomo in più in mezzo
al campo. Se a questo si
aggiunge
l’affaticamento degli
azzurri, il risultato
non poteva che essere
quello che è stato.
La
Reggiana ha indovinato
tutto. Nel primo tempo
ha aspettato gli
azzurri, comprimendoli
nella loro metà campo
con il passare dei
minuti. Nella seconda
frazione ha colpìto
subito, a freddo, per
poi assestare il colpo
del ko con la complicità
di Belardi. Il 2 – 0
ha letteralmente spento
il Napoli, che è
riuscito a tirare in
porta solo due volte,
con Montervino da
lontano e con
Corneliusson a tempo
ormai scaduto.
Tornando
a Ventura, ci sono
alcune cose che non
abbiamo capito.
Innanzitutto la scelta
di Savino per il ruolo
di centrale di sinistra
della difesa. Da quella
parte il Napoli ha
sofferto le pene
dell’inferno. Savino
è un giocatore dalla
stazza pesante, ha
bisogno di tempo per
entrare in piena forma.
Un giovane brillante
come Terzi, che ha già
dimostrato grande
affidabilità, è
davvero un peccato
lasciarlo in panca.
Avrebbe potuto far
tirare il fiato al
compagno e garantire
maggiore nerbo alla
retroguardia.
Dopo
il gol del raddoppio
reggiano, invece, il
tecnico ha pensato bene
di tirar fuori Mora, che
non aveva demeritato,
per sostituirlo con
Bonomi.
Bene
gli altri difensori:
Ignoffo ha giocato
discretamente, mentre
Scarlato è un vero
fuoriclasse per la serie
C.
La
seconda cosa che ci ha
disorientato riguarda il
centrocampo. Anche in
questo caso le
sostituzioni non ci sono
parse molto azzeccate.
E’
vero, Corrent non
illumina, spesso invece
di fare le cose più
facili cerca quelle più
difficili, vanificando
numerose ripartenze. Però
sulla trequarti comunque
c’è. Perché tirarlo
fuori? Probabilmente
sarebbe stato più
produttivo tenerlo in
campo insieme a
Corneliusson, cambiando
il solo Montesanto.
L’altro
centrocampista, Gatti,
anche lui affaticato
nonostante mercoledì
non abbia giocato, è
stato abbastanza
diligente, ma nulla più.
Sull’attacco
c’è poco da dire.
Hanno giocato le
riserve, e si è visto.
Purtroppo anche Abate,
forse risentendo delle
troppe lodi ricevute, è
incappato in una
giornata mediocre, oltre
che in Redavid, il suo
diretto avversario,
davvero tosto e
difficile da superare.
Varricchio
ha il fisico giusto per
fare la torre centrale,
ma è un po’ troppo
statico, mentre
Berrettoni, pur avendo
buona tecnica, è
leggerino. C’è da
sperare in un pronto
rientro del Pampa
(purtroppo ci vorranno
almeno un altro paio di
settimane), di Pozzi e
di Toledo.
Tutte
queste considerazioni
devono tenere conto di
quanto detto in
premessa: il Napoli è
in emergenza, senza
dimenticare che c’è
ancora un turno da
recuperare.
L'inviato
Rino
Scialò
3/10/2004