LA GARA DELLA VERITA’ 

Il Napoli ospita l’ambizioso team di Delio Rossi, in una partita dove Colomba ed i suoi uomini si giocano tutta la credibilità e tutte le ambizioni di una squadra partita con ben altri obiettivi.

Napoli - Lecce non è una partita di notevole valore storico-calcistico, il Lecce si è affacciato alla ribalta del grande calcio solo alla metà degli anni ’80, così si affrontarono al San Paolo nel 1985, quando il Napoli si impose per 1-0 con rete di Daniel Bertoni. In quel campionato il Napoli arrivò terzo ed il Lecce retrocesse dopo aver fermato la corsa allo scudetto della Roma di Eriksson.

Recentemente Napoli e Lecce hanno condiviso la sorte di squadre cosiddette ascensore tra la A e la B, e l’ultima vittoria casalinga azzurra risale addirittura al 1993 con un 3-1. Poi tante sconfitte e pareggi fino agli ultimi scontri che hanno avuto come sfondo la serie A, a Lecce finì 1 - 1, e stesso risultato si ebbe al San Paolo, con rete di Edmundo al 51’, cui rispose Vugrinec al 76’. Della squadra, allenata da Mondonico, scesa in campo per quella deludente partita, sono rimasti Vidigal, Troise e Husain.

In questo campionato il Lecce recita un ruolo importante ed ambizioso, decisamente superiore a quello scritto per il Napoli dalla società di Naldi, ma i giocatori hanno il dovere di impegnarsi a fondo, di non risparmiarsi pensando a futuri ingaggi o alla voglia di andarsene via dalla nave che sta affondando.

Colomba sembra voglia finalmente rendersi conto che il Napoli non può pensare solo a difendersi ed a subire gli avversari sperando in qualche colpo di fortuna (come a Catania). Lo schieramento con Sesa dietro due punte sembra vincente almeno sulla carta, inoltre ci vuole uno spirito offensivo che non può concretarsi inserendo cinque o sei difensori in campo (indispensabile immettere Ferrarese), ci auguriamo che Colomba faccia cambiare finalmente rotta a questa squadra.

E’ indispensabile però, per ottenere una vittoria che dia morale e serenità, che tutto il gruppo offra una prestazione finalmente convincente per novanta minuti, non facendosi schiacciare dagli avversari, e rialzi così la testa, per un campionato ancora tutto da giocare. 

13/11/02

Raimondo Miraglia

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