LA LEGA NORD COLPISCE ANCORA

 

 

 

Domenica sera un soffio fanciullesco sanciva la fine dell’olimpiade, il braciere smetteva di ardere per almeno quattro anni e noi tutti ci gongolavamo nel vedere come il medagliere italiano per una volta non fosse proprio da buttare via. Qualche soddisfazione d’oro ce la siamo tolta, varie delusioni d’argento, molte felicità di bronzo appese all’ultimo gradino del podio. Un plauso ai nostri beniamini olimpici. Atleti del nord, calciatori del sud, schermidori del centro, italiani in ogni caso. Mori, castani, biondi, di carnagione chiara o scura, appartenenti al tricolore in ogni caso. È passato qualche giorno dalla cerimonia di chiusura di Atene e sfogliando qualche quotidiano mi sono accorto di come il medagliere sia stato alleggerito da qualche malintenzionato. Qualche ladruncolo si è impossessato senza autorizzazione alcuna di almeno la metà delle medaglie italiane. Un vero rompicapo, un caso da proporre al più bravo investigatore di tutti i tempi. Fortunatamente sappiamo come vanno queste cose da un po’ di tempo a questa parte, ed è bastato sfogliare il quotidiano “La Padania” per accorgersi che gli allori olimpici, loro malgrado, erano nascosti lì, in un ipotetico medagliere padano. In prima pagina facevano bella mostra le vittorie degli atleti nordici per la gioia di un intero popolo secessionista. Non bastava però ridicolizzare un’olimpiade e mancare di rispetto ad un’intera nazione, la lega non si ferma davanti a nulla. Ha indotto, sulle ali dell’entusiasmo, un concorso per scegliere gli indumenti di un’ipotetica nazionale padana, con la speranza che un giorno si possa realizzare il sogno di una partecipazione senza la “zavorra” del resto d’Italia. I lettori dovranno sentirsi stilisti per un giorno, creare abitini verdi per le varie discipline, dalle calottine per la pallanuoto alle tutine della ginnastica artistica, e sperare di far parte dei dieci vincitori che come ambitissimo premio riceveranno a loro volta indumenti della SportPadania. Ancora una volta la lega con i suoi mezzi di comunicazione dimostra di essere un male incurabile per l’unità del paese. Razzismi da quattro soldi, convinzioni assurde, manie di protagonismo assoluto. È vergognoso, in una manifestazione sportiva che dovrebbe unire i popoli di tutto il mondo, fare delle distinzioni fra regioni e dialetti dello stesso paese. Siamo abituati purtroppo a queste performance padane e forse faremmo meglio per una volta tanto a non accettare la solita provocazione. Cercano il litigio, il confronto, fanno di tutto per far parlare di sé, perché sanno che non riusciranno mai ad ottenere quello che vogliono. Lasciamoli fare per una volta, lasciamoli divertire come meglio credono. 

 

 

 

 

 

Salvatore Maiorino                                             3/9/2004

 

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