LA LEGGE DELLA GIUNGLA

Le misure di ordine pubblico adottate dalle questure delle singole città non sono idonee a prevenire la violenza negli stadi. C'è da dire che tali organi non vengono favoriti dalla legge che è scarna ed inadeguata rispetto ad un fenomeno che si va sempre più allargando a macchia d'olio. E' quanto emerge dai reiterati casi di violenza che da anni mortificano il mondo del pallone. Morbide sanzioni ispirate alla moderna contaminazione del garantismo (si deve recuperare tutto e tutti e le vittime chi le recupera?) che consentono a questi delinquenti di sciorinare tutto il loro bagaglio di crimini e violenza. Sarebbe auspicabile che chi è preposto a creare leggi comprendesse che questi facinorosi mascherati da tifosi non sono altro che delinquenti comuni e come tali andrebbero perseguiti. La legge contro la violenza negli stadi - di cui l'onorevole Siniscalchi è stato relatore - fu convertita in decreto, ma poi è decaduta miseramente. "Troppi trionfalismi - ha spiegato Siniscalchi - avevano accompagnato il decreto governativo approvato nella legislatura in corso. Avevo sempre espresso perplessità nei confronti di un provvedimento non sufficientemente esaustivo e completo. Ritengo, quindi, necessario dare al più presto, all'interno dell'agenda parlamentare, nelle commissioni competenti, la priorità assoluta ad un piano di più ampia regolamentazione del fenomeno nel suo complesso". E' dalla sera del 29 Maggio 1985 giorno della strage dell' Heysel che ormai non si fa altro che 'chiacchierare' di attuare una legislazione mirata e sufficientemente coercitiva atta a prevenire ma poi anche a sanzionare adeguatamente chi si macchia di tali reati. Singolare ma poco credibile è la proposta del senatore della Lega Nord Sergio Agoni: "Il buon esempio - ha detto - deve venire innanzitutto da loro. Se fomentano il tifo con gesti o rituali di esaltazione dopo un gol, devono pagare una sanzione pecuniaria".
Secondo Gianni Rivera bisognava intervenire molto tempo fa. Ora serve una rivoluzione radicale delle poltrone: "Campana conosce bene il calcio, se dice che bisogna fermare il calcio vuol dire che la situazione è davvero grave. Ma io penso che non basti una pausa di riflessione se gli uomini sono sempre quelli. Qualcuno dovrebbe farsi un esame di coscienza e rassegnare le dimissioni".
Anche dal mondo del giornalismo arriva la proposta di uno stop. "Sospendiamo l'informazione sportiva per un tempo necessario a far saltare il corto circuito che si è creato tra dichiarazioni di dirigenti ed allenatori di calcio irresponsabili, media e violenza", ha detto Pasquale Salerno, consigliere nazionale dell'Ordine dei giornalisti. Secondo noi sarebbe forse più opportuno sospendere chi produce leggi tanto ridicole...

 

di Vincenzo Letizia                                                            

19/11/2002

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