di
Patricia
de Oliveira
Ciao
a tutti amici di PianetAzzurro,
Questa
settimana ho deciso di parlare un poco
sulla motivazione... Nello scorso
weekend la Nazionale brasiliana ha
giocato contro quella portoghese... La
stessa squadra che ha vinto il
Mondiale del 2002, ha perso dalla
Nazionale del Portogallo... Come mai?
Il nostro antico tecnico, Luis Felipe
Scolari oggi è il mister della
Nazionale portoghese.. Guardando la
partita mi sono chiesta qual’era la
somiglianza tra la nostra squadra
dell’anno scorso e quella portoghese
di oggi... Tranne il Mister Scolari,
la motivazione era la stessa. Lui è
riuscito a trasmettere alla squadra
del Portogallo la tecnica emozionale
giusta per vincere per 2 a1 contro i
“Pentacampeões”.
Poi
mi sono tranquillizzata
dai risultati della squadra
napoletana.
C’è
un soffio motivazionale da prendere in
mano e lavorare... Ragazzi, il Napoli
è ancora vivo!
Vorrei
salutare qui, Concetta Bernardo ed
Elvira Bernardo, bellissime tifose dal
Calcio Napoli che ogni settimana
accompagnano il mio lavoro...
LA
MOTIVAZIONE
Il
lavoro della motivazione nello sport
continua ad essere lo spartiacque fra
le attuazioni psicologiche
scientifiche e tutte le altre
prestazioni.
Un
intervento scientifico è quello
basato nella conoscenza delle
richieste del gruppo e
nell'adeguatezza dell'uso degli
strumenti offerti per la psicologia
dello sport. Per tanto, la
formulazione di uno
“psicodiagnostico” (indagine del
profilo psicologico specifico
dell’individuo/personale e
collettivo) è essenziale
nell'elaborazione dell'addestramento,
dell’allenamento psicologico nelle
attività sportive.
Purtroppo,
sono poche le società sportive che si
dotano di questo tipo di lavoro per
ottimizzare le prestazioni dei propri
atleti. Quando la situazione diventa
caotica, terribile,
il massimo che alcuni dirigenti
permettono è la contrattazione di
persone per offrire stage pedagogici
motivazionali alla squadra e allo staff
tecnico. Niente di più profondo. Il
preconcetto davanti ad un lavoro
psicologico a lungo termine ancora
regna ed è, alla fine, il fattore
principale di ostruzione per lo
sviluppo della psicologia dello sport
in tutto il mondo.
Per
farvi capire un po' meglio le necessità
dello sviluppo di un lavoro
psicologico a lungo termine, proporrò
ai lettori alcune premesse basiche dei
meccanismi di motivazione.
La
cosa più importante, secondo me, da
capire è che i motivi non sono
innati, ma imparati. Nessuno nasce con
i bisogni stabiliti per tutta la
vita.. Chiaramente quando nasce un
bimbo presenta le sue necessità
basiche (come l’alimentazione,
l’affetto, la presenza della mamma o
del papa, etc.). Però, nel prosieguo
della vita, le sue necessità saranno
dinamiche, variando d’accordo con il
suo ambiente ed alla sua crescita e
allo suo sviluppo individuale.
Una
seconda cosa importantissima da capire
è che i motivi sono “svegliati”,
si svegliamo in ogni momento. Sono
stimolati, innanzi tutto, per
condizioni e situazione che gli
corrispondono. E queste situazioni
influenzano direttamente nella
motivazione momentanea. La motivazione
guida il nostro comportamento.
Motivazione significa: “un motivo
per l’azione”. Però tutto questo
non rappresenta un’azione isolata,
senza legami con i nostri diversi
bisogni personali. Senza conoscere i
motivi che stimolano un’azione, non
si può aggiungere il repertorio
motivazionale dell’atleta o del
gruppo.
Secondo
la frequenza di diverse esperienze
personali, il sistema specifico dei
motivi può essere guidato per la
ricerca (cercare) o per la fuga
(evitare), essendo determinato più
fortemente per la speranza della
soddisfazione o per la paura
dell’insoddisfazione. Così, ogni
motivo può essere diviso, nella forma
rudimentale, in due tendenze parziali:
l’aggressione e l’aggressione
inibita, speranza di adesione e paura
del rifiuto, speranza di ottenere il
potere e la paura di perdere il
potere, speranza del successo e paura
della sconfitta. Di conseguenza, gli
individui si distinguono d’accordo
con la predominanza di una di queste
tendenze parziali.
Invito
tutti gli amici ad una riflessione:
come motivare una squadra e sviluppare
un lavoro psicologico serio senza
disporre di tempo, supporto dei
dirigenti, tecnici ed atleti? Quest’è
soltanto un’altra indicazione di
ritardo culturale, sociale e
scientifico dove può finire lo sport
mondiale.
4/4/2003
Dott.ssa
Patricia de Oliveira
Musicoterapeuta
e Psicologa
Specializzata
in Terapia della Comunicazione
e
Terapia nello Sport
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