(di
Patricia
de
Oliveira)
- Da due
o tre
giorni
cerco di
scrivere
qualcosa
su
questo
momento
del
Napoli.
E pare
che sia
diventato
un
compito
quasi
impossibile.
La
carica
di
passione
coinvolta
in
questo
periodo
è
enorme.
Le anime
saltano
fuori ai
tifosi,
allo
staff
tecnico,
ai
dirigenti,
agli
atleti.
Sembra
una
storia
di amore
in
sospeso,
che fa
svegliare,
dentro
ognuno
di noi,
la
frenesia
e
l'angoscia
allo
stesso
tempo.
Ho messo
"Viaggio
Tribale
- ultimo
cd di
Tony
Esposito"
per
cercare
di
comporre
qualcosa.
Stavo
pensando
per
quante
volte un
giovane
sente
parole
di
allento
davanti
alle sue
delusioni
amorose.
Poi, se
cose
come:
"il
tempo
guarisce
tutto; è
chiusa
la
porta,
ma Dio
apre la
finestra;
per te
aspetta
cosa
migliore",
significano
veramente
qualcosa
quando
si sta
in mezzo
ad un
complesso
movimento
passionale,
che non
lascia
vedere
niente.
Perciò
non
cercherò
di
scrivere
nessun
tipo di
giustificativa
emozionale
per il
momento.
Intanto,
credo
che i
giovani
sempre
si
attaccano
alla
speranze,
ricercando
e
ricavando
nei
buchi
più
piccoli
l'ilusione
per
confrontare
la
realtà.
E mi
piace
l'idea
di avere
l'anima
e la
testa
sempre
fresche.
Non sono
in grado
di
discutere
se la
legge
per il
calcio
in
Italia è
corretta
o meno.
Nemmeno
posso
dire che
tutto è
una
grossa
ingiustizia.
Ma
vorrei
dire
che,
personalmente,
non
credo
sia
un'idea
assurda
crederci
alla B
davanti
ai nuovi
avvenimenti.
Tutto
con
molta
moderazione
e certa
maturità
può
essere
sano e
muovere
gli
atleti
più
positivamente.
La
tifoseria
napoletana,
riconosciuta
in
Italia e
fuori,
come un
gruppo
appassionato
e
viscerale,
ha il
compito
di
lottare
per la
causa
del
Napoli.
Credo
alla
pressione
popolare
e che in
modo
organizzato
e
politicamente
corretto,
può
cooperare
per
risultati
più
valorosi.
In
questo
senso i
napoletani
stano
facendo
il
meglio.
Anche i
dirigente
hanno
preso la
strada
esatta.
Dimostrano
la
serietà
e la
capacità
imprenditoriale
di un
gruppo
che
vuole
vincere
e andare
allo
scontro
di un
destino
più
brillante
e
d'accordo
con
quello
che la
città ed
i
napoletani
meritano.
Lo staff
tecnico
e gli
atleti,
da
quello
che ho
letto,
dimostrano
forte
comprensione
del
momento
e,
indipendentemente
dalla
serie,
so che
svilupperanno
un
eccellente
lavoro.
L'anno
scorso è
servito
per
creare
la nuova
identità
della
squadra
e quest'anno
sarà
decisivo
per
fortificarla.
È nella
crisi
che
troviamo
possibilità
creative
di
azione,
reazione
e
soluzione.
Quale
sarebbe
la via
da
percorrere
in tutto
ciò?
Rassegnarsi?
Abbandonare
la
squadra
da sola
in C?
Lottare
per la
B?
Lottare
per una
trasparenza
più
effettiva
nella
legge
del
Calcio
italiano?
Qui in
Brasile
è
momento
di una
gravissima
crisi
politica.
Più che
mai si
sente
parlare
dall'etica,
dalla
trasparenza,
dalla
forza
popolare,
etc. Ma
come
ognuno
di noi
reagisce
è
questione
di
"foro"
intimo.
Ognuno
decide
la via
che
pensa
essere
più
adeguata
per
buttare
i suoi
sentimenti,
le sue
emozioni.
Fara
qualche
giorno
il
Napoli
riprenderà
la sue
attività
sul
terreno
verde e,
come
tutti
voi,
giovani
tifosi
napoletani,
mi
attacco
alla
speranza
“legale”
di una
promozione
in B.
Però,
sono
sicura
che
nessuno
di voi,
davanti
ad una
risposta
negativa,
amerà
meno il
vecchio
Napoli.
O mi
sbaglio?
Voglio
salutare
lo staff
e la
squadra
di Gigi
Caffarelli.
In bocca
a lupo a
Sanremo!
Gli
azzurrini
sono il
domani
della
società.