L’AZIONARIATO
POPOLARE NEL CALCIO
“Viaggio
nel pianeta Barcellona un
esempio mondiale di
azionariato calcistico”
dall’inviato
a Barcellona Luigi
Giordano
BARCELLONA
- In questo calcio
dilaniato dalle crisi
economiche della società
sta succedendo qualcosa di
nuovo. All’orizzonte si
sta insinuando nella mente
dei manager calcistici e
non, l’idea di portare
anche nel mondo del
pallone la”public
company” ovvero delle
società calcistiche senza
un padrone chiaro, in cui
l’azionista di
riferimento è la gente.
L’ipotesi è quella di
avventurarsi verso una
forma di socialismo reale
che per ora non ha nessun
riscontro in Italia e
pochi nel resto del mondo.
Un
esempio in tal senso è
rappresentato dalla
prestigiosa società del FC
BARCELONA. Una società
che oltre ad avere ben
oltre cento anni di storia
vanta una tradizione
calcistica di alto livello
per trofei vinti e per
prestigio acquisito sul
magico “Nou
camp”. La società
catalana ha avuto il
merito
di aver fatto
vestire la maglietta
blaugrana a giocatori
importanti tra i quali
ricordiamo Diego
Maradona e John
Cruiff, due dei più
forti
calciatori nella
storia del calcio. Le
possibilità economiche
alla società catalana per
ingaggiare dei forti
giocatori non sono mai
mancate. Ciò grazie
all’ausilio dei suoi
soci che sono
rappresentati dalla gente
comune che
oltre a fare gli
abbonamenti ed a pagare i
biglietti contribuisce
alle casse delle società
comprando delle quote
sociali non certo per
investimento economico ma
solo per la fede e
l’amore smisurato che ha
per il “Barca”
.
Recandoci
presso la sede del
Barcellona che si trova
naturalmente nei pressi
del mitico Nou Camp,
scorgiamo una fila
inusitata di persone che
ha il proprio numerino e
che pazientemente attende
che si liberi lo sportello
proprio come in banca o
alla posta. Visto che la
fila non era dovuto
all’acquisto dei
biglietti il vostro
cronista si è incuriosito
e ha cercato di capirci di
più. Ebbene la massa di
gente
che aspettava
pazientemente il proprio
turno era quella che si
apprestava a rinnovare la
propria quota sociale o
quella che, per la prima
volta si affacciava nel
club di elite
caratterizzato dai
tesserati del FC Barcelona.
Per essere soci di un club
così prestigioso c’è
tanta gente comune, anche
ragazzi e persone anziane.
Il tesseramento è aperto
ai ragazzi da 6 a 14 anni
con una quota di 66 euro
mentre per gli adulti la
quota è di 132 euro.
Quindi come si vede non ci
vuole una ricchezza per
diventare socio, per
entrare a far parte del
circolo prestigioso del
Barca.
Il
motto della società per
convincere i tifosi a
diventare soci è
uno”Ten voz y voto”,
“tieni voce e voto”.
Difatti con la carica di
socio si acquisisce il
diritto di prender parte
alle assemblee generali
nelle quali tra l’altro
si votano le eventuali
modifiche dello statuto
della società, di
proporre progetti per il
bene della società che
verranno vagliati in
seduta plenaria, la
possibilità di eleggere
il presidente.Altri
benefici sono la
possibilità di avere
priorità nell’acquisto
dei biglietti della
partita con notevoli
sconti sul prezzo di
listino, di poter
acquistare sempre a prezzi
scontati abbonamenti o
mini abbonamenti per la
stagione calcistica.
Inoltre la possibilità di
avere sconti
nell’acquisto del
mercandising e
l’abbonamento gratuito
alla rivista della società.
Se la società catalana
riesce ogni anno a
comprare giocatori che
vanno per la maggiore, che
hanno forti ingaggi,
rinunciando
volontariamente agl’
intoiti di un “main
sponsor” sulla divisa
sociale è proprio grazie
al contributo dei suoi
soci, oltre cento mila,
che con le loro
partecipazioni seppur non
esose contribuiscono
all’unisono a rendere il
FC
Barcelona una grande
società.Questa potrebbe
essere anche la soluzione
per salvare il calcio a
Napoli. Certo la cosa
andrebbe studiata con
accuratezza da tecnici
dell’alta finanza, i
quali dovrebbero con
qualche alchimia creare i
presupposti affinché
quanto meno gran parte del
patrimonio della società
fosse coperto dai danari
dei tifosi – soci. A
quel punto la volontà e
il potere dei tifosi
sarebbe enorme, l’unione
fa la forza ed ogni
traguardo economico e
sportivo non sarebbe
precluso nemmeno per la
gloriosa società di
Soccavo.