LE
RESPONSABILITA’
DI
NALDI
E
DEI
SUOI
COMPLICI
Totò
Naldi
è
riuscito
nell’impresa,
ce l'ha
fatta a
cancellare
78 anni
di
storia,
la sua
gestione
scellerata
negli
ultimi
due anni
ha dato
il colpo
di
grazia
ad una
società
che era
già con
un piede
nel
burrone
ma che
lui e il
suo
entourage
ha
affossato
definitivamente
con una
politica
societaria
fatta di
sprechi
e follie
del
tutto
incomprensibili.
Una
gestione
societaria
condita
anche da
tante
illusioni
date ai
tifosi,
dalle
continue
farse
che
l’imprenditore
posillipino
amante
dei
cavalli
ha
inscenato
nei suoi
collegamenti
con le
varie
emittenti
televisive
partenopee.
Ripercorriamo
le tante
promesse
e bugie
che il
“cavallerizzo
Naldi”
ci ha
consegnato
nell’ultimo
biennio.
Un
uomo
Toto,
che per
gestire
il
Napoli
ha
scelto
persone
di sua
fiducia,
persone
di
famiglia.
Allora
ecco che
per il
settore
giovanile,
il
settore
nevralgico
per una
società
di
calcio,
quello
che
alimenta
le
risorse
umane e
finanziarie
di una
società
, la
nomina
di suo
cognato Enzo
Coscia.
Un uomo
senza
alcuna
esperienza
nel modo
del
calcio
salvo
una
modestissima
carriera
nelle
serie
dilettantistiche
della
Campania.
Difatti
i
risultati
si
vedono,
la
primavera
guidata
da
Raimondo
Marino
viene
eliminata
subito
dalla
coppa
Italia,
viene
esclusa
dai play
off
scudetto
e viene
estromessa
al primo
turno
dal
torneo
di
Viareggio.
Un
settore
giovanile
che è
stato
abbandonato
al suo
destino,
senza
risorse
finanziarie
e senza
il
sostegno
umano di
dirigenti
che
stessero
vicino
agli
atleti.
Toto però
aveva da
sistemare
anche i
figli a
Soccavo.
Da qui
la
nomina
del più
giudizioso
Giovanni
a
consigliere
d’amministrazione
e la
nomina
dell’arrogante
Cesare
a
responsabile
marketing
della
società
azzurra.
Il dott.
Cesare,
abile
giocatore
di
football
americano
nella
squadra
partenopea
dei
Briganti,
non solo
si è
occupato
di
sponsorizzazioni
e
rapporti
con i
fornitori
insieme
a Gigi
Coscia
ma si è
occupato
anche di
intrattenere
direttamente
e
indirettamente
rapporti
mediatici
con
alcuni
giornalisti
napoletani.
Il
responsabile
marketing
azzurro
ha per
buona
parte
della
stagione
attaccato
alcuni
membri
della
stampa
napoletana
ivi
compresa
la
nostra
redazione,
per il
semplice
fatto
che
avevamo
il
coraggio
insieme
ad
alcuni
stoici
colleghi
di
denunciare
i
disastri
che
faceva
il
presidente
Naldi.
Dispiace
inoltre
che il
presidente
Naldi
abbia
avuto un
ufficio
stampa
molto
partigiano,
che di
certo ha
voluto
tenere
nascosta
alla
città
tutte le
figuracce
che il
presidente
Naldi ha
fatto in
questi
due
anni. Si
è
trattato
di un
attentato
alla
libertà
di
informazione,
di una
mancanza
di
rispetto
verso i
tifosi,
si
è
voluto
tacere
alla
gente i
guai
della
società
e della
squadra,
un
atteggiamento
omertoso
fatto
di bugie
che alla
fine ha
fatto
solo il
male del
Napoli.
I due
complici
del
presidente
rispondono
al nome
di Carlo
Juliano
e Gianluca
Vigliotti,
con
quest’ultimo
stoico
rimasto
a
difendere
la casa
in
fiamme
fino
all’ultimo
minuto.
L’entourage
di Naldi
ha tante
colpe ma
quelle
del
presidente
sono
superiori.
Si
possono
ricordare
le tante
promesse
che il
presidente
ha fatto
nelle
sue
conferenze
stampe e
nei suoi
farseschi
interventi
televisivi,
“Io
ricapitalizzerò,
lo
faccio
per i
tifosi,
abbiano
fiducia
in me,
non
riesumate
i
cadaveri
come
Ferlaino
e
Corbelli,
i Naldi
e i
Coscia
non
falliscono,
porterò
il
Napoli
in serie
A, io
sono
concreto…”
Insomma
questi
sono
solo
alcuni
stralci
delle
sue
promesse
da
marinaio,
alla
fine
come
PianetAzzurro
ha
denunciato
da tempo
erano
solo
fiumi di
parole.
La
famosa
concretezza
Naldiana
non c’è
stata,
il
Napoli
non
esiste
più.
Alla
fine
possiamo
dire
che
l’ingresso
di Naldi
nella
società
di
Soccavo
è stato
uno
scempio,
paragonabile
alla
peste
bubbonica,
ha
spazzato
via
tutto e
tutti,
78 anni
polverizzati!
Grazie
Naldi,
il
delitto
oramai
è
servito.
Luigi
Giordano
3/8/2004