Lettera aperta a un presidente squattrinato...

 

Caro Presidente Corbelli,

legga questa lettera con spirito, senza prendersela, ma riflettendoci. Lei di spirito ne ha tanto, di questo siamo convinti, perché è tanto che scherza coi napoletani: già, perchè Lei ama prenderli un po’ in giro.

Ricordiamo tutti le promesse, diremmo ora da marinaio, che segnarono il Suo esordio nel mondo del calcio: il metodo manageriale moderno, necessario per gestire una squadra di calcio. La programmazione anzitutto, andava ripetendo nelle Sue dichiarazioni alla stampa.

Ma di capacità manageriali, di programmazione e quant’altro sembrava che lei dovesse  trasferire dal mondo dell’impresa a quello del calcio, s’è visto assai poco.

Parole, ne abbiamo ascoltato tante, mentre i fatti sono noti a tutti. Introiti multimiliardari, oggi diremmo multimilionari, sono stati assai malamente gestiti. E questo ci dispiace, perché in fondo quei soldi sono i nostri.

Lei, Presidente, ha chiesto a noi tifosi di incoraggiare la squadra, di essere presenti, di sostenerLa. E, creda, lo abbiamo fatto, più di quanto Lei non pensi: i settantamila e passa, che nei momenti cruciali sono accorsi per sostenere gli azzurri Le sembrano pochi, soprattutto poi se rapportati ad una dimensione calcistica mediocre, come quella della serie B (con buona pace di chi milita nel torneo cadetto)?

Presidente, Lei non può ignorare che il vessillo di quella mentalità economica che lei porta è lo scambio, il do ut des. I partenopei hanno dato calore e sostegno economico, checchè ne dica , ed in cambio cosa ha ricevuto? Uno spettacolo miserevole.

Di solito, le attenuanti non si negano neppure la criminale più incallito. E lei, Presidente, che di certo un criminale non è, di attenuanti ne ha . l’idillio col Suo primo socio, Corrado Ferlaino s’è rotto quasi subito, anzi, forse non c’è mai stato. Forse, anche un pizzico di sfortuna Le ha sbarrato la strada.

Ma ora?

Lei possiede quasi tutto il calcio Napoli, eppure usa toni “minimalisti”, che preludono ad una gestione austera della società. Ma è inutile raccontarsi favole. Senza ingenti capitali si resta relegati al ruolo di comprimaria o di cenerentola del panorama calcistico. E questo, noi tifosi azzurri non lo vogliamo, e soprattutto non lo meritiamo.

Presidente, ci rifletta, e mediti se non sia il caso, serenamente, di farsi da parte sul serio, lasciando spazio a chi abbia intenzione di regalarci quelle soddisfazioni che attendiamo da tanto, troppo tempo…

di Marcus

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