L’IMPRUDENZA DELLA CURATELA

 

     

       

Il round giudiziario con cui la curatela voleva mettere spalle al muro la federazione è andato male. Si è cercato di giocare tra le mure domestiche del Tribunale di Castel Capuano per ottenere il provvedimento favorevole che avrebbe resa celebre in tutta Italia la curatela del fallimento della SSC Napoli. Purtroppo per l’illuso e arrogante consulente prof. Francesco Fimmanò le cose sono andate diversamente dai suoi programmi. L’aver ottenuto dei provvedimenti cautelari favorevoli non deve ascrivere alla curatela particolari meriti giuridici; ricordiamo che i decreti di Posteraro e Lipani erano stati emessi inaudita altera parte, ovvero senza sentire la controparte. Quando poi in sede di merito, il giudice Mungo ha avuto la possibilità di ascoltare anche le ragioni della Figc non ha potuto non costatare da quel gran giurista che egli è, il palese difetto di giurisdizione del Tribunale di Napoli. La  scelta di adire il tribunale cittadino a scapito del Tar Lazio è frutto di una decisone poco saggia ed incomprensibile della curatela. Lo sanno anche gli studenti di giurisprudenza, i giornalisti sportivi che vige dall’agosto dello scorso campionato, la giurisdizione del Tar Lazio sulle questioni concernenti il contenzioso delle società calcistiche. Gli art. 2 e 3 della l. 280/03 sono chiarissimi, la competenza del giudice ordinario è da ravvisarsi solo su questioni che afferiscono ai rapporti patrimoniali delle società, se invece come nella fattispecie del Napoli, si controverte sulla materia della affiliazione  vi è la giurisdizione inderogabile anche per le misure cautelari del tribunale amministrativo del Lazio. Quindi la curatela ha commesso un errore marchiano nel richiedere misure cautelari ovvero proporre ex art 700 al Tribunale di Napoli. Onore al giudice Mungo che ha fatto giustizia! Noi di PianetAzzurro con orgoglio possiamo dire di averlo scritto da tempo che con questa strada tortuosa non sia andava da nessuna parte, la curatela ha fatto solo perdere tempo prezioso per chi dovrà gestire il nuovo Napoli. Lo scrivente si meraviglia come uno dei consulenti della curatela prof. Contieri, esperto amministrativista, che è stato valido docente universitario di chi vi scrive, abbia tollerato che la curatela non adisse subito il Tar del Lazio per ottenere il petitum richiesto con l’ex art 700 al giudice civile. La scelta di Fimmanò di adire il Tar del Lazio per discutere il ricorso nel merito il 6/9 rischia di essere una mossa ancora più azzardata. Infatti in tale sede si discuterà della legittimità del cd. “lodo Petrucci” che è stato sospeso dalla Figc per ordine del Tribunale in quanto lesivo dei diritti dei creditori. Orbene se il Tar dovesse ritenere valido il lodo Petrucci, significherebbe che il nuovo Napoli farebbe sempre la serie C ma con uno dei soggetti che ha presentato l’offerta alla Figc molto probabilmente l’Azzurra calcio Napoli, la quale verserebbe del danaro molto inferiore a quello offerto da De Laurentiis. A  quel punto  Fimmanò e soci rischierebbero di tutelare molto male i creditori del fallimento, potrebbero incamerare per l’attivo fallimentare solo 1/3 di quello prospettato dall’offerta del produttore cinematografico. Premesso ciò, urge una risoluzione bonaria della vicenda Napoli con la federazione prima del 6/9. La soluzione migliore per i tifosi e per i creditori è una sola: De Laurentis investito ufficialmente come nuovo proprietario del Napoli. E’ l’ultima chance per la curatela per riabilitarsi e per beccare qualche quattrino, lunedì già potrebbe essere troppo tardi e di tempo se n'è  già perso troppo.

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Luigi Giordano                                                1/9/2004

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