LO ZAR NON SI SMENTISCE

Ci vorrebbe Abramovich…solo lui potrebbe fare qualcosa”.

La sopravvivenza del calcio a Napoli non è mai stata tanto in pericolo come in questi giorni e molti vedono nel magnate russo l’unica persona in grado di salvare la pelle al ciuccio.

Appena un anno fa il petroliere siberiano Roman Abramovich si affacciò nel calcio che contava. Si affacciò letteralmente perché sorvolando Londra con il suo elicottero vide Stamford Bridge e ne rimase incantato. Si informò subito su quale fosse la squadra che giocava in quell’impianto e decise, in quattro e quattr’otto, che il Chelsea sarebbe diventato suo.

Forse già sapeva che il pianeta calcio attraversava un momento economicamente poco felice e così immaginava che il fiume di denaro che aveva deciso di immettervi lo avrebbe rinvigorito. E così, dopo l’acquisto in blocco delle azioni della società blue ed il totale azzeramento dei debiti, si gettò a capofitto nel mercato mettendo nel piatto milioni e milioni di Euro, con il suo tecnico Claudio Ranieri che cercava di tenerlo a freno proprio come può fare al supermercato un padre alle prese col vivace figlioletto.

Il magnate cercò di accaparrare quanto più fosse possibile, contattando svariati club perché gli vendessero gli elementi più rappresentativi ossia Vieri, Del Piero, Maldini, Shevchenko, Ronaldo, Beckham, R. Carlos, Van Nistelrooy, per non parlare dell’ingaggio quadruplicato a Zola per convincerlo a fare conversione a “U” per tornare da Cagliari a Londra. 

Voleva davvero allestire una squadra stellare ma, vuoi l’eccessivo affidamento al peso del suo portafogli, vuoi che non tutti i presidenti erano, come lui pensava, in braghe di tela, gran parte dei campioni contattati sono rimasti là dove erano.

Viceversa quelli arrivati, gli argentini Crespo e Veron (per lui solo poche gare), il francese Makelele, l’irlandese Duff, il camerunense Geremi ed il romeno Mutu non hanno fatto le differenza né in Inghilterra dove la squadra si è classificata seconda ad 11 punti dall’Arsenal, né in Champions League, grazie alla sconfitta nei quarti nel derby con i Gunners.

Quindi via tutti, nuovo repulisti a cominciare dall’allenatore, quel Ranieri tenuto sotto esame per un’intera stagione e che paga la non condivisione di alcuni metodi gestionali e di nuovo giù con trattative da mille e una notte.

È ufficiale l’arrivo in panchina di José Maurinho, portoghese fresco vincitore in Champions con il Porto, in dirittura d’arrivo Roberto Carlos, nei sogni Shevchenko e Ronaldinho.

Sorvolando sulle cifre offerte sia alle rispettive società che come ingaggi ai due giocatori, ci chiediamo dove potrà arrivare questo vulcanico patron. Vincerà prima o poi qualcosa? Fin quando potrà spendere? E, senza il rischio di conflitti d’interesse, il Napoli proprio non gli interessa?

 

Antonio Gagliardi                                               4/6/2004  

  

  

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