Franco
Moxedano,
presidente
della
Commissione
Edilizia
Sportiva,
spiega la
questione-San
Paolo
MOXEDANO:
"CON UN
PROGETTO NALDI
AVRA' LO
STADIO"
di
Marco
Santopaolo
Non
c'è questione
più attuale
di quella che
riguarda lo
stadio San
Paolo. Messe
da parte le (dis)avventure
della squadra
azzurra, chi
parla del
Napoli parla
dell'impianto
di Fuorigrotta,
da tempo nella
testa di Naldi
che vuole
realizzarne un
impianto
funzionante
365 giorni
l'anno. Il
progetto
riguardante lo
stesso stadio,
modalità
d'intervento e
progettazione
tecnica, è
ignoto ai più.
In maniera
diretta -
oseremmo dire
"ufficiale"
- non ne è a
conoscenza
neanche il
presidente
della
Commissione
Edilizia
Sportiva al
Comune di
Napoli, il
dottor Franco
Moxedano.
Il consigliere
comunale è
parte attiva,
nel suo ruolo,
nella vicenda
che riguarda
San Paolo e
Calcio Napoli.
Cordialmente e
con una
disponibilità
davvero rara
fra i suoi
colleghi,
accetta di
parlare della
questione
rilasciandoci
un'interessante
intervista
nella quale le
nubi emerse in
questi ultimi
tempi sulla
vicenda vengono
diradate dalle
sue esaurienti
e precise
spiegazioni. E
pazienza se,
non conoscendo
il progetto di
Naldi, i
nostri dubbi
sull'effettiva
utilità di
una struttura
in pessime
condizioni
persistano.
Dottor
Moxedano, il
progetto che
il presidente
Naldi ha
presentato per
lo stadio San
Paolo è
fattibile dal
punto di vista
giuridico e
ambientale?
Ho
paura di non
saper
rispondere...
Il
progetto non
c'è ancora.
Il
Calcio Napoli
non ha ancora
presentato il
suo progetto
in merito alla
gestione dello
Stadio San
Paolo, anche
se sulla
rivista
ufficiale
della società
ne sono stati
evidenziati i
passaggi
fondamentali.
Quindi
in mano non
avete niente:
forse che
Naldi aspetta
una qualche
mossa da parte
vostra?
Certamente.
La questione
relativa allo
Stadio San
Paolo è da
tempo al
centro delle
nostre
attenzioni. Già
da una recente
conferenza
stampa è
emerso che fra
le parti
l'intesa può
essere
raggiunta, ma
prima c'è
bisogno di un
provvedimento
del Consiglio
Comunale,
l'unico organo
giuridico in
grado di
prendere una
decisione in
merito. Né il
sindaco né il
singolo
consigliere
possono
decidere
autonomamente.
Pensa
che il
Consiglio
deliberi in
favore del
Napoli? Come
sono orientati
i consiglieri?
Guardi,
proprio la
stampa ha
fatto dei
sondaggi che
vanno presi
come
ufficiosi, e
sembra che la
maggioranza
dei
consiglieri
sia orientata
in questo
senso. Una
sola cosa è
certa.
C'è
la volontà di
dare il San
Paolo in
gestione. Di
concedere i
diritti di
superficie per
99 anni ad
un ente,
pubblico o
privato, che
possa gestirlo
ma anche
"trasformarlo":
il Comune di
Napoli ha
affidato alla
Romeo
Immobiliare
uno studio di
fattibilità,
già inviato
all'assessore
Balzamo.
Appena arriverà
in
commissione,
apriremo le
audizioni e
cominceremo a
discutere.
Lo
sa che
l'interlocutore
che si offre
per avere in
gestione il
San Paolo è
moroso verso
il Comune di
Napoli da
circa 20 anni?
Questo
potrebbe
creare
problemi nella
vicenda?
Il
riferimento ai 20
anni riguarda
il passato: il
Napoli oggi
gestisce il
San Paolo per
le partite
interne con
una
concessione
che considera
anche il
contenzioso,
che fra le
parti è stato
già discusso.
Questo
aspetto, al
contrario di
come la
pensano in
molti, non
dovrebbe
creare
problemi.
Lei
parla di
affidamento a
privati di un
impianto
pubblico: sa
che questo ha
fatto
insorgere un
gruppo di
intellettuali
che vanno
contro
l'ipotesi di
consegnare il
San Paolo al
Calcio Napoli
senza una gara
d'appalto?
Bisogna
fare un po' di
ordine. La
concessione
dei diritti di
superficie per
un determinato
numero di anni
(nel caso del
San Paolo,
poniamo che
siano 99) da
il via libera
ad una
trattativa
privata o ad
una gara
d'appalto.
Entrambe le
soluzioni sono
trasparenti,
ed entrambe
legali. Se
invece si
dovesse optare
per la
soluzione
della
"finanza
di
progetto",
allora in quel
caso la legge
109
obbligherebbe
il Comune ad
aprire una
gara
d'appalto.
Privato non
significa
necessariamente
Calcio Napoli,
anche se è
ovvio che la
preferenza
dovrebbe
andare al
calcio. Gli
intellettuali?
Ne conosco
molti di
quelli
"insorti",
e devo dire
che loro
invitano
l'amministrazione
comunale a
fare un
impianto
sportivo fuori
città e a far
diventare il
San Paolo uno
stadio
"circoscrizionale". Questi
però
avrebbero
dovuto alzare
la voce
alla fine
degli anni
'80, quando
partì la
ristrutturazione
del San Paolo
per i
mondiali e fu
costruita
l'aberrante
copertura in
ferro. In
realtà questi
signori si
oppongono ad
una "non
trasformazione
dell'impianto".
Tuttavia, tante
parole sulla
vicenda non
andrebbero
spese, e il
sindaco sta
anche sentendo
esperti di
diritto
amministrativo,
gente
competente. E l'esperienza
di Torino
dovrebbe
servire in tal
senso.
Lei
ha incontrato
il sindaco dei
piemontesi,
Chiamparino.
Già.
Il collega del
nostro primo
cittadino ci
ha mostrato
l'iter
burocratico
che ha portato
l'assegnazione
di Comunale e
Delle Alpi, i
due stadi
cittadini,
rispettivamente
a Torino e
Juventus, che
hanno chiuso
la trattativa
privata con
l'amministrazione
comunale
grazie ad
importanti e
seri progetti
di
trasformazione.
Tra l'altro, i
nostri
colleghi si
sono avvalsi
di un
provvedimento
del Consiglio
di Stato che
si riferisce
al fatto che
la squadra è
patrimonio
della città e
che, come
tale, va posta
in alto in una
scala
meritocratica.
In Italia gli
stadi in
gestione sono controllati
da società di
calcio. Non
si può
pensare,
d'altronde,
che uno stadio
possa essere
rilanciato e
trasformato
senza tener
conto
dell'attività
principale che
esso offre: il
calcio. Uno
stadio
funzionale non
una volta ogni
quindici
giorni, ma 365
giorni su 365.
Un
progetto
affascinante
ma di
difficile
realizzazione:
mettiamo da
parte i
problemi
riguardo
all'assegnazione,
e veniamo ai
tempi tecnici
della
concessione.
Tempi lunghi?
Anche
in questo caso
è d'uopo fare
un po' di
chiarezza. E'
vero che a
Torino l'iter
è durato due
anni, ma non
dimentichiamo
che come
già detto, a
Napoli la
questione-San
Paolo è al
centro delle
nostre
attenzioni e
discussioni da
un anno,
durante il
quale ci sono
state ben sei
audizioni
sull'argomento
con i lavori
in cui sono
state
impegnate tre
commissioni.
Ma
dottore, lei
non è troppo
ottimista?
Beh, sono
ottimista per
natura. Anche
se...
Sono
spesso
ottimista
anche per le
gare del
Napoli...