NALDI
PRIGIONIERO DI
AGOSTINELLI
Prigioniero
di un contratto. Neanche
così esoso. Il
presidente Salvatore
Naldi torna a parlare
dopo un lungo silenzio
stampa e rinnova la
fiducia al tecnico.
Mossa di facciata che
nasconde le difficoltà
che il coraggioso
imprenditore posillipino
attraversa da tempo
ormai immemore. Anche lo
stipendio di un
dipendente può causare
problemi di sorta, in
tempi di tempeste
europee e
ricapitalizzazioni
oberanti. In un momento
nel quale il patron
azzurro è deciso ad
ottemperare ad ogni sua
pendenza, il calcolo gli
impone di non eccedere
nella valutazione e
nella possibilità di
azione: nel non essere
largo di manica né
ottimista. Naldi
prigioniero di
Agostinelli, il cui
contratto non sarà
faraonico ma che finisce
con l'incidere sul
bilancio - già
disastrato - del
club azzurro. Tra
l'altro mandare via il
tecnico marchigiano
significherebbe mettere
mano al portafoglio per
onorare un nuovo impegno
con un altro tecnico.
Impegno sicuramente
dalla portata più
consistente, su questo
non piovono dubbi. E'
questo in realtà che
frena Naldi, così come
frena tutti quei
presidenti - e non sono
pochi - che vedrebbero
di buon grado il proprio
allenatore lontano dal
campo d'allenamento, ma
che nella realtà sono
costretti a tenerselo
e a
"proteggerlo"
(per coerenza). In più,
non è così facile
arrivare ad un altro
allenatore. Di quelli
che Naldi, così come la
critica, ha in testa.
Tre i nomi, il resto è
noia: Vavassori, Simoni,
Camolese. In ordine di
preferenza del patron.
Tre nomi per tre posti
al sole: Bari, Cagliari
e Napoli (stavolta non
in ordine associativo ma
alfabetico). Vediamo la
situazione delle tre
società in questione.
A
Bari l'incontro
fra Tardelli e Matarrese
si è risolto con una
fumata grigia. Il faccia
a faccia
infrasettimanale non ha
lasciato del tutto
soddisfatto il
presidente dei galletti,
che avrebbe voluto
risposte certe sulla
crisi della squadra. La
gara con il Messina
diventa l'ultima
spiaggia per il campione
del mondo '82, se Mutti
farà lo sgambetto in
terra nemica, valigie
pronte per il Marco. A
Matarrese piacciono sia
Simoni che Camolese, ma
è molto difficile
arrivare al primo che in
assenza di certezze (non
che il Bari abbia una
rosa tale da permettere
una tranquilla rimonta)
rifiuterebbe con
signorilità. La piazza
attirerebbe comunque Camolese,
già protagonista con il
Toro di una scalata
impensata e impensabile.
Fare bene a Bari
significherebbe per il
giovane tecnico ex
granata la definitiva
consacrazione.
A
Cagliari
la situazione resta
interlocutoria. Dopo la
prova di carattere
contro il Napoli,
Cellino vuole rivedere
il Cagliari
formato-trasferta. Se
sarà la solita squadra
vittima dell'avversario,
per Ventura stavolta non
ci saranno santi. E per Simoni
non ci saranno problemi
di sorta, Zola e
Suazo sono un bel
viatico per la A. Una
sconfitta contro il
Como, tra l'altro,
aprirebbe una crisi
realissima e il cambio
si renderebbe
necessario.
Tornando
a Napoli,
la situazione di
classifica e la
situazione ambientale
fanno nascere dei dubbi
a tutti gli
interlocutori del
presidente. Trovarsi a
"meno otto"
dalla zona A e con alle
porte un calendario da
tregenda (dopo la
Salernitana arrivano
Palermo, Ternana e
Atalanta al galoppo) non
fa della situazione un
invitante tappeto rosso
da stendere al primo
arrivato, checchè sia
il deus ex machina
agognato. Naldi vorrebbe
fortemente Vavassori
più che Simoni.
Stavolta il patron
vorrebbe infatti fare
di testa sua e scegliere
un uomo di cui abbia la
massima stima e la
massima fiducia. Il Vava
appunto. Ma l'ex
allenatore dell'Atalanta
ha fatto raffreddare la
pista che porta a lui
proprio per le
sopraccitate componenti.
Il discorso vale ancora
di più per Simoni,
forse un po' meno per
Camolese. Comunque, la
situazione è
difficilissima. E questo
perché quando si doveva
cambiare (un mesetto fa)
non lo si è fatto,
subendo poi i fischi
imperiosi degli stessi
numeri che condannano
senza appello la scelta
di aver trattenuto
Agostinelli. Che,
domenica dopo domenica,
si è costruito suo
malgrado un bunker
adesso difficile da
sfondare prima di un
altro mese. "Per
ora Agostinelli non è
in discussione, d'altra
parte la stragrande
maggioranza della gente
lo vuole". Due
bugie degne della
furbizia dei grandi.
Naldi ha ormai capito
cosa bisogna dire in
casi del genere. Quello
che pensa e che mai dirà
(ma è comprensibile) è
che spera fortemente
nelle dimissioni del
tecnico. Che non
arriveranno. E Naldi
spera anche in una bella
vittoria contro la
Salernitana. In un
momento dove la speranza
diventa il surrogato
dell'azione, ci si può
solo legare alla - vana
- speranza che il
passare del tempo non
renda la classifica un
Picasso ubriaco, con il
Napoli che non può più
recitare il ruolo dell'Albatros. I
tempi sono cambiati, il
sentiero della salvezza
è sempre più sghembo.
Il Napoli sempre più
claudicante.
Marco
Santopaolo
06/11/2003
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