NAPOLI Sì, NAPOLI NO...SOPRAVVIVERE O FALLIRE?

In pieno clima Sanremese mi giunge di sovente alle orecchie una simpatica canzonetta che ha spopolato anni fa alla kermesse dei fiori, la canzone era Italia sì, Italia no di Elio e Le Storie Tese. La canzone girata alla situazione deficitaria del Calcio Napoli sarebbe: “Napoli sì, Napoli no….Il ciuccio nel caos…” Questa ovviamente è una maniera scherzosa per indicare i problemi societari, ma il mese di Marzo è quello del dentro o fuori. La situazione è questa: Naldi vorrebbe trascinare Corbelli davanti ai giudici, in modo che questi possano obbligare l’imprenditore bresciano alla consegna del 60% delle azioni del Napoli, in potenza di Naldi, ma di fatto ancora in possesso di Giorgio Corbelli all’interno della società lussemburghese Napoli S.A. Tale consegna ancora non è avvenuta. Totò Naldi dice di aver pagato una cifra superiore al reale valore del club, Corbelli da par suo, non ne vuole proprio sapere e risponde alle accuse dell’imprenditore degli alberghi con una battuta di spirito, per lui simpatica: “Sarà uno scherzo di Carnevale, meglio riparlarne a Quaresima”. A sostegno della tesi di Naldi c’è la relazione del professor Paolo Stampacchia, docente di Economia e Gestione delle Imprese alla facoltà di Economia e Commercio, Federico II°. Stampacchia ha il compito e l’onere di preparare le quote di ammortamento da distribuire in dieci anni secondo le indicazioni del decreto salvacalcio. Il professore dovrà pertanto verificare la situazione patrimoniale della società pre e post compera azioni Naldi ed indicare il reale valore del club. In questo caos totale c’è poi di mezzo anche Corrado Ferlaino con un vecchio debito della Gis, società precedentemente legata al Calcio Napoli; questo debito è stato passato in consegna, proprio come si fa nelle corse con il testimone, a Corbelli e da questi a Naldi, per la somma complessiva di circa quaranta miliardi delle vecchie lire. Quindi…..La ricapitalizzazione del Calcio Napoli spetta a Salvatore Naldi e senza di essa scatterà automaticamente lo scioglimento della società, come è stato affermato dell’avvocato Giovanni Gramazio, membro del consiglio di amministrazione della Napoli Sa (la holding di Lussemburgo che detiene il 99,7% delle azioni della Napoli spa), al termine dell’assemblea dei soci di martedì scorso. Gramazio sostiene che i costi di gestione, ricapitalizzazione compresa, competano e sono a carico di Naldi, che gestisce la spa e non alla holding targata Lussemburgo che è controllata dall’ex Corbelli che detiene il 60% delle azioni del Napoli in attesa di essere liquidato da Naldi. Se non dovesse muoversi qualcosa, la società dovrà necessariamente sciogliersi. Caro presidente Naldi, in questo caso il pericolo richiede l’azione, non manca molto al ritorno della Covisoc a Soccavo (I° Aprile). Cerchiamo di aiutare questa società, ma soprattutto questa città di innamorati…. ! 

                                                                                                               Sonia Oloferni 

   
4/03/03

INDIETRO