NON CHIAMATEMI PIU' SIGNOR VENTURA

Era ora! Questa prima convocazione in Nazionale è un evento storico perché fa in modo, ed è questa la vera novità, che si parli di Stefano Bettarini senza che la cosa riguardi, direttamente, anche la sua consorte Simona Ventura.

Eccola là?” - “Chi?” - “Dai, non la riconosci? La Simona Ventura: è quella si sta spalmando la crema abbronzante…c’è pure il marito…un calciatore, mi pare… com’è che si chiama?” – “Stefano Bettarini” – Ah sì, il Bettarini…”.

Una signora di mezz’età con inconfondibile accento milanese-bauscia ci indicò la coppia intenta a godersi il caldo sole di luglio sulla spiaggia di Petra Manna, in piena Costa Smeralda.

Nell’estate del ’98 Stefano Bettarini ancora brillava di luce riflessa.

Classe ’72, difensore, nel calcio che conta da quattordici anni, non ha mai militato in grandi club, se si esclude una stagione all’Inter, con zero presenze, nel 90-91. Mai autore né di grandi gol ma nemmeno invischiato in polemiche con arbitri, tecnici o altri calciatori, era più facile vedere sue fotografie su “Novella 2000” che su “Il Guerin Sportivo”.

Questo per il suo aspetto che ha fatto di Simona Ventura una delle donne più invidiate; suo marito in alcuni sondaggi come “uomo dei sogni” ha superato persino George Clooney staccando nettamente David Beckham e Christian Vieri.

Costa Smeralda a parte, nel periodo estivo vera e propria colonia di calciatori, Bettarini si è sempre visto poco; rare le interviste rilasciate, non è il tipo da inaugurazioni di discoteche né gossip o flirt a destra e a manca. È balzato agli onori proprio quando divenne ufficiale il suo fidanzamento con la pimpante showgirl.

La coppia è sposata da diversi anni, ha due bambini ed è riuscita subito a convivere con la popolarità; marito e moglie hanno anche dimostrato di saper ben conciliare le esigenze professionali con quelle familiari pur vivendo in città diverse per gran parte della settimana.

Il difensore toscano, mai geloso del successo né della personalità della moglie, ha ora l’occasione, diciamo così, di mettersi in proprio.

Ritroverà Trapattoni, dal quale è stato allenato a Firenze, e sarà schierato, nonostante la mano destra fasciata, titolare dal primo minuto cosa che per un debuttante non è affatto da poco.

D’altra parte, in una nazionale falcidiata dagli infortuni ed invisa dai tecnici dei grossi club per quanto concerne le convocazioni delle “stelle”, uno come Bettarini potrebbe costituire un rincalzo, una pedina da rimuovere non appena i ranghi saranno di nuovo completi.

Preferiamo credere che anche oltre i trent’anni una convocazione in azzurro possa costituire un meritato premio per chiunque faccia il proprio dovere in maniera pulita e che, anche se non sarà un fuoriclasse, è un onesto professionista senza né isterismi né protagonismi. 

 

 

Antonio Gagliardi                                                  19/2/2004

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