NON C’E’ DUE SENZA TRE…

 

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La domenica scorsa è stata sicuramente positiva per la causa del Napoli, quanto meno sotto il profilo della classifica. Lasciamo agli appositi spazi di approfondimento del sito i commenti sul gioco, e soffermiamoci sugli aspetti non strettamente tecnici. Il nuovo equilibrio raggiunto all’interno della società dovrebbe far sperare almeno in una stabilità di indirizzi e direttive; una solida programmazione dovrebbe dare spazio per agire finalmente al riparo dalle pressione e dagli affanni imposti dalla precarietà delle condizioni patrimoniali.

Per realizzare questi programmi c’è bisogno di una dirigenza del settore tecnico che garantisca competenza, abilità nella trattativa, affidabilità, adozione di una linea coerente nella selezione dei calciatori e degli allenatori.

Solo così, lavorando e pazientando, potranno cogliersi succosi frutti.

Fino ad oggi, e per la verità da oltre un decennio a questa parte, la dirigenza tecnica del Napoli non pare all’altezza della situazione.

Una funesta figura, a nome Gigi Pavarese, ha assunto da un po’ d tempo la guida del Napoli. E’ lui a scegliere chi dovrà indossare la maglia del Napoli, e chi dovrà guidare i rappresentanti dei colori azzurri. Le scelte felici, in questi anni, sono state ben poche; quelle infelici, tantissime.

Sappiamo che la storia recente del Napoli ha evidenziato organici infarciti di "brocchi", che hanno dato poco o nulla al Napoli ed ai tifosi, mentre hanno ricevuto ingaggi per cifre cospicue. Calderon, Prunier, Taccola, Facci: ecco qualche nome recente che ha deturpato l’immagine della squadra. Quelli buoni che sono passati all’ombra del Vesuvio hanno preso altre vie, qualche volta incoraggiati, mai trattenuti con la dovuta lungimiranza. Matuzalem ed Amauri due nomi che avrebbero fato compiere un salto di qualità, in questo Napoli. Mandati via, o non invitati a restare con la necessaria energia.

I bilanci sono sotto gli occhi di tutti. Non è vero che per formare una squadra competitiva si debba disporre di risorse miliardarie, al pari di società che vivono sotto le ali protettive di grossi gruppi imprenditoriali e in ciò la vicenda del Chievo ha tanto da insegnare.

Affidabilità, abilità nelle trattative e coerenza sono doti che difettano al responsabile tecnico partenopeo.

Pensiamo alla vicenda del terzino brasiliano Fabio Aurelio, sfuggito per un soffio al Napoli ritardatario nel siglare l’accordo definitivo.

Pensiamo alla scelta di Mondonico, che seguiva quella di Zeman alla guida tecnica della squadra, latori di visioni calcistiche diametralmente opposte, con un avvicendamento che non ha dato al Napoli ciò che serviva per raggiungere l’obiettivo agognato. Le prove della malagestione sono schiaccianti. Ciò che rende surreale questa vicenda è che il responsabile di tutto non abbia deciso schiodarsi dalla poltrona e anzi venga esaltato da Corbelli: "E’ lui che ha scelto De Canio…" ha tuonato il neo proprietario del Napoli a chi gli faceva rilevare l’inadeguatezza del ds dopo l’ennesima sciocchezza (Ognjenovic).

Quindi, se Ferlaino ha lasciato, se il Napoll sta facendo punti, manca soltanto che Pavarese si dimetta.

 

di Markus


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