OCCORRE
STABILITA’ E PROGRAMMAZIONE
Il
sì di Naldi all’offerta-progetto
di Corbelli sembra aver dato
uno scossone all’imprenditoria
napoletana. Nel senso che presto un
altro nome nuovo, finanziariamente
forte, potrebbe entrare nel
consiglio d’amministrazione della
società acquisendo la seconda delle
quattro quote messe sul mercato dal
presidente azzurro. Quattro quote,
ognuna delle quali pari al 10 per
cento delle azioni, in vendita al
prezzo fisso di 21 miliardi.
Ma l’operazione Naldi va al di là
della semplice partecipazione di un
nuovo imprenditore alla proprietà
del club. Quel si rapido, veloce,
convinto e soddisfatto offre,
infatti, nuovi argomenti di
conversazione e riflessione anche
all’interno della squadra.
"Questo
accordo tra Corbelli e Naldi -
spiega infatti Magoni - è un
segnale importante e positivo.
Intanto per la città. Con tutto il
rispetto per il presidente, infatti,
non riuscivo a immaginare un Napoli
senza presenze napoletane in società.
Perché? Perché trovo non solo
giusto, ma addirittura necessario
che il piano di rilancio del Napoli,
da sempre patrimonio dei napoletani,
sia condiviso da nomi e da capitali
cittadini".
E Magoni, alla quarta stagione con
la maglia azzurra, mediano a volte
mal visto e mal considerato e poi,
invece, irrinunciabile presenza in
mezzo al campo, va anche un po’ più
in là col suo discorso. "In un
calcio che ormai pretende sforzi
finanziari eccezionali è difficile
che tutto possa ricadere sulle
spalle o nelle tasche di uno solo.
Bene ha fatto, dunque, Corbelli ad
aprire il club ad altri e meglio
ancora ha fatto a volere
imprenditori napoletani come soci.
Questo accordo - aggiunge Magoni -
è una buona novità. M’auguro
soltanto che poi tutto si trasformi
in un progetto di reale
rafforzamento e di reale stabilità
del club".
E qui Magoni dà fondo
all’esperienza personale.
"Sono arrivato al Napoli -
racconta - nel momento peggiore
della recente storia azzurra. Per
problemi finanziari fu difficile
anche il mio trasferimento. Poi le
cose sono andate sempre peggio. Un
esempio per tutti. In tanti anni di
pallone non m’era mai capitato che
una cosa normale come il pagamento
delle mensilità, dello stipendio,
insomma, diventasse un evento
addirittura raro. Da altre parti è
normale che gli impegni vengano
rispettati nelle date stabilite; qui
a Napoli, invece, il pagamento dello
stipendio ai calciatori diventa
notizia da giornale. Questi, è
evidente, sono segnali
d’incertezza e di precarietà.
Ecco, la mia speranza è che questo
nuovo corso societario dia certezze,
stabilità, fiducia a tutti: città,
pubblico, squadra, club".
Infine i riflessi diretti sulla
squadra. "Se tutto andrà come
vogliamo, ve ne saranno di sicuro. E
positivi. Ma non subito, non
immediatamente. È nel tempo che il
Napoli potrà godere degli effetti
di un programma che parte solo ora.
Subito, però, qualcosa può
accadere. Si dice che il Napoli
abbia bisogno di ingaggiare qualche
altro giocatore per puntare già
quest’anno alla serie A, ebbene,
l’arrivo di capitali freschi
potrebbe sbloccare il mercato
azzurro. Mercato ingessato proprio
dalla mancanza di liquidità. Mi
spiego: il Napoli dice di aver
bisogno di vendere per poter
comprare, ma poi trova difficoltà a
cedere alcuni dei suoi giocatori e,
quindi, né compra né vende e tutto
resta immobile, immutato. Avere
liquidità a disposizione, invece,
vuol dire avere la possibilità di
agire rapidamente e con successo sul
mercato. E la cosa non mi sembra
marginale". Elementare Watson,
elementare…
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